Talvolta un libro. Francesca da Rimini nata da Polenta – Antonella Polenta

Gradara, nel XIII secolo, è un ameno borgo medievale situato nelle Marche al confine con la Romagna che fa da sfondo a una storia d’amore che diventerà storia. Il libro definito “galeotto” da Dante Alighieri nel Canto V dell’Inferno è causa ed effetto della passionale e, al tempo stesso, tragica relazione tra la bella Francesca e il cognato Paolo.

  • Editore ‏ : ‎ Elmi’s World (1 gennaio 2016)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 224 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

C’è una storia, o meglio, una tragedia, che dal tredicesimo secolo è giunta fino a noi senza mai smettere di emozionare …sto parlando di Paolo e Francesca, i famosi amanti uccisi da Giovanni Malatesta, marito di lei e fratello di Paolo.

“Non poteva credere di avere dinanzi a sé la nobile Francesca, figlia di Guido Minore da Polenta signore di Ravenna e di Cervia, che dopo il matrimonio, celebrato a Ravenna      nel 1275 con Giovanni Malatesta,  aveva acquisito il titolo di Francesca da Rimini…”

Se questa storia non ha mai perso il suo fascino attraverso i secoli,  il merito va sicuramente al sommo poeta Dante Alighieri e al suo modo poetico di raccontarla nella Divina Commedia e precisamente nel V canto dell’Inferno, considerato da studiosi e lettori, uno dei più belli e celebrati di tutta l’opera…e basta decantare alcuni versi per riconoscerla e rendersi conto di quanto sia radicata in tutti noi:

“Quando leggemmo il disïato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo
avante .” 

La storia di Paolo Malatesta di Rimini e di Francesca da Polenta di Ravenna è talmente nota che ho iniziato a leggere questo libro senza grandi aspettative, dopo pochi capitoli però, ho capito che l’intreccio ideato dall’autrice non è certo scontato, ci sono moltissimi personaggi che gravitano attorno a questo romanzo, tutti di ceti sociali diversi e con una storia da raccontare.
Impariamo così a conoscere i protagonisti nel loro quotidiano, attraverso gli occhi e le parole di chi vive accanto a loro, popolani, servitori, nobili, frati…ma soprattutto c’è un’attenzione particolare verso le figure femminili di quei tempi, oltre a Francesca infatti, ci sono altre tre donne protagoniste nel romanzo, molto diverse tra loro, ma che vale la pena conoscere per il loro coraggio e la loro determinazione:  la balia Veridiana, la lasciva Santina e Margherita, la figlia del banchiere.
Lo stile raffinato e poetico di Antonella Polenta è assolutamente perfetto per raccontare questa storia, dove romanticismo e tragedia si fondono completamente; e oltre ad utilizzare un linguaggio consono al periodo narrato, non c’è dubbio che la sua bravura e la sua precisione nel descrivere ogni dettaglio, sia legato ad uno studio profondo sia dei luoghi che dei personaggi, sia degli usi e dei costumi dell’epoca. 

Allora, dimmi Guido. Parlami di questo poeta.” lo incitò Lanfranco…
” È di nobile discendenza, un po’ ombroso e melanconico… la poesia che ti ho portato,  mi ha detto Dante che farà parte di una raccolta che  lui vorrà intitolare “Vita Nova” e sarà dedicata a una donna da lui tanto amata. “

Sullo sfondo c’è il fascino del Castello di Gradara ,situato nelle Marche, dove Francesca, sposa infelice di Giovanni Malatesta, trascorre le sue giornate in compagnia della figlia Concordia.
Quest’ultima un giorno si ammala e Francesca manda a chiamare il miglior speziale della zona, affinché gli prepari una medicina per la figlia. È così che il figlio dello speziale,Lanfranco, portando la medicina a corte, conosce Francesca, che a sua volta, resta molto colpita da questo semplice ragazzo con una grande passione per la lettura.
È proprio grazie all’amore di entrambi per i libri che tra Francesca e Lanfranco nasce una sorta di amicizia, seppur il ragazzo sia segretamente innamorato di lei e faccia di tutto per vederla e stare in sua compagnia.
Egli è consapevole che tra loro non potrà mai esserci niente, e si accontenta di questa amicizia, che nella sua posizione reputa comunque una grande fortuna.

   “Il giovane rimase abbacinato. In tutta la sua vita, anche se aveva solo 15 anni,  non aveva mai visto donna più bella. Non sembrava di questa terra, bensì la personificazione di un angelo, l’allegoria della primavera e dell’estate allacciate insieme…”

Tra gli scritti che Lanfranco presta a Francesca c’è anche la storia di “Lancillotto del lago” regalatogli dall’amico Guido, un mercante che viaggia spesso verso Firenze e ha la possibilità di procurarsi libri inediti.
Lanfranco non può certo immaginare che a causa di quel libro scoppierà la passione tra Francesca e il cognato Paolo, che determinerà la loro condanna a morte.
Da quel momento al Castello di Gradara nessuno vede più la bella Francesca da Rimini, e anche se la servitù assicura che sia dovuta partire improvvisamente,  
Lanfranco sospetta le sia accaduto qualcosa; ormai la conosce bene e sa che non sarebbe mai partita senza riportargli il libro prestato.
A questo punto Lanfranco inizia ad indagare e purtroppo ciò che scoprirà sarà una verità molto dura da accettare.
Trovo perfetti pure il titolo e la copertina che ci introducono nel romanzo e ricordano che stiamo per leggere un racconto dal sapore antico, che non lascia indifferente sia gli appassionati di storia che coloro che amano i classici.
Difficile credere che un’autrice contemporanea sia in grado di riscrivere una storia d’altri tempi, senza stravolgerla e mantenendo questa grazia poetica, oggigiorno
così rara; eppure Antonella Polenta ci riesce benissimo, emozionando e dando la possibilità al lettore di riscoprire la vita di quel periodo storico.
Lo consiglio vivamente!

Chi vuoi far innamorare, madonna?”
“Nessuno, son io che vorrei innamorarmi “
“Una richiesta del genere non mi era mai capitata.  E di chi?” Chiese la megera…
Quando monna Francesca disse del marito,  la fattucchiera scoppiò in una fragorosa risata. 

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