1984 – George Orwell

Recensione a cura di Sara Valentino

Avevo questo libro custodito in libreria e dopo aver letto “La fattoria degli animali”, tempo fa, non potevo che immergermi anche in “1984”.

Sono passati settant’anni dalla morte di George Orwell, il 21 gennaio 1950, “1984” lo scrisse nel 1948, il suo ultimo lavoro, un capolavoro.

Difficile parlare di questo libro, pare una follia, ma non è poi tanto lontano da ciò che stiamo vivendo, e non parlo di questo particolare momento storico legato alla pandemia, parlo della gabbia dove siamo stipati, parlo di vita incasellata senza possibilità di ribellione. Il Grande Fratello, non già il talk show televisivo, ma quello che ci dice come vivere e come pensare, sottoposti a impulsi ogni attimo, se ti discosti .. sei fuori, sei da riprogrammare. In questo dedalo di vita non c’è più l’ideale e anche i sentimenti e le emozioni vengono dopo… molto dopo.

“La guerra è pace

La libertà è schiavitù

L’ignoranza è forza”

Ritengo che “1984” sia un romanzo altamente profetico, un romanzo che letto e digerito ci rivolta come calzini.

“…e, sebbene splendesse il sole e il cielo fosse di un azzurro vivo, sembrava che non vi fosse colore nelle cose”

I protagonisti vivono una storia pericolosa, si riconoscono come esseri con una piccola scintilla ancora di vitalità. Vivono sottoposti a un mondo di censura, di controllo, per tramite di quel fratello maggiore che concede “due minuti d’odio” per potersi liberare dell’astio verso il regime, un mondo dove i figli, succubi e cresciuti dal regime, denunciano i genitori. Tanti pixel a creare un mondo ideale, ricordando che la paura è il miglior mezzo da utilizzare per controllare le masse.

Si parla di una lingua che viene a sostituire la precedente, un linguaggio scarno, ogni concetto non verrà più esposto ed espresso attraverso un ragionamento ma attraverso un unico termine. Un modo utile per restringere la capacità di pensiero. Tutto il pregresso dimenticato, annientato… la storia riscritta con fiumi di menzogne, i grandi della letteratura cancellati. Tutti i cittadini vengono costantemente spiati, incasellati: sveglia per tutti, tre minuti di risveglio muscolare per tutti. L’unicità viene sconfitta.

“Il GRANDE FRATELLO VI GUARDA, diceva la scritta in basso.”

C’è qualcosa di peggiore della morte ed è l’annientamento della persona. Ciò che accade al protagonista è quanto di meglio per noi, attraverso la sua devastazione fisica e mentale, per comprendere e per scuoterci dal nostro torpore ove siamo a volte assopiti. Quando ci si accorge di essere “morti” bisogna cercare il modo di restare in vita il più a lungo possibile.

“Non era facendosi udire che si salvaguardava il retaggio degli uomini, ma conservando la propria integrità mentale”

Devastante lettura, se ne esce nudi ma certamente con una mentalità nuova. Non si può accettare un mondo senza emozioni, un mondo sempre più spietato, fatto di paura, di collera, di esaltazione e di umiliazione. Senza lealtà, senza risate, senza amore e senza cultura. Senza capacità di poter dire che 2+2 non fa 5.

“Progresso, nel nostro mondo significherà progredire verso una sofferenza più grande. Le antiche civiltà sostenevano di essere fondate sull’amore o sulla giustizia, la nostra è fondata sull’odio.”

1984. Il mondo è diviso in tre immensi superstati in perenne guerra fra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. In Oceania la società è governata dall’infallibile e onnisciente Grande Fratello, che nessuno ha mai visto di persona. I suoi occhi sono le telecamere che spiano di continuo nelle case, il suo braccio la Psicopolizia che interviene al minimo sospetto. Non c’è legge scritta e niente, apparentemente, è proibito. Tranne divertirsi. Tranne pensare. Tranne amare. Tranne vivere, insomma. Dal loro rifugio, in uno scenario desolante da Medioevo postnucleare, solo Winston Smith e Julia lottano disperatamente per conservare un granello di umanità…

Mondadori: anno 2014

Pagine: 320

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