Monodia di donne di Roberta Biscozzo

Arianna, Elena, Perialla, Cassandra, Medusa. Nomi scolpiti nell’imperitura letteratura epica, storie travolgenti di passioni, dolore e solitudine narrate a una sola voce, quella struggente delle protagoniste.
Con questa monodia, Roberta Biscozzo restituisce dignità a figure non ascoltate e perseguitate semplicemente in quanto donne.

Link d’acquisto

Copertina flessibile: 158 pagine
Editore: Kimerik (10 marzo 2020)
Collana: Kimera
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8855163876
ISBN-13: 978-8855163873

 

 

RECENSIONE a cura di Jessica Pennini

La mitologia, così come la Storia, tratta spesso in modo limitato le figure femminili, relegandole ai margini della narrazione e svalutandole. L’autrice in questa sua opera si impegna a dare voce a queste protagoniste per fornirci una visione di loro diversa e più complessa di come ci è sempre stata tramandata. Lo stile di Roberta è molto curato e scorrevole e invoglia alla lettura.

Passiamo alle cinque protagoniste di questa storia: Arianna, Elena, Perialla, Cassandra e Medusa, appartenenti tutte al grande ciclo troiano. Arianna si distingue per la sua dolcezza e per l’affetto che da sempre prova per Asterio, più conosciuto con l’appellativo di Minotauro.

Cerca in ogni modo di aiutarlo, convinta che la colpa della sua aggressività fosse da attribuire alla mancanza d’amore di cui aveva sempre sofferto e che quindi nascondesse il suo lato buono dietro a una maschera di ferocia. L’arrivo di Teseo e l’infatuazione che Arianna prova per lui, permettono alla ragazza di vedere la realtà delle cose. Capisce che Asterio non è più il suo compagno di giochi di un tempo e che ora si è definitivamente tramutato in un mostro rabbioso. Decide di aiutare il giovane, donandogli il gomitolo che le era stato regalato dalla dea Demetra, l’unico oggetto in grado di permettergli di uscire dal famoso labirinto, in cui è imprigionato il Minotauro.

Teseo, vinto il mostro, parte insieme ad Arianna, come le aveva promesso. Teseo una volta vinto il mostro parte per fare ritorno in patria insieme ad Arianna, come le aveva promesso. Tuttavia il giovane la abbandona a Nasso, addormentata, svelando così che i suoi sentimenti erano falsi e si era solo servito di lei per raggiungere lo scopo che si era prefissato. Arianna, già travolta dai sensi di colpa per essersi resa complice di Teseo, si dispera ulteriormente quando scopre l’abbandono del ragazzo, e ciò non fa altro che acuire l’angoscia e il dolore che sente nel profondo del cuore per la morte del fratellastro, arrivando a dire “ho ucciso io Asterio”.

Passiamo ad Elena, la seconda protagonista, che da sempre ci è stata descritta come la causa principale della guerra di Troia. Costretta a un matrimonio combinato con Menelao, ci lascia percepire il suo senso di infelicità. Tuttavia, come afferma lei stessa, “Menelao si rivelò un ottimo compagno di vita anche se non ne ero innamorata”, semplicemente Elena si adatta a questa situazione e accetta il destino che è stato scelto per lei da altri. L’arrivo di Paride, a cui la dea Afrodite aveva promesso l’amore della donna più bella, sconvolge totalmente il destino di Elena. Ma l’unica colpa della donna è la sua bellezza, causa scatenante della sua rovina.

La terza protagonista, Perialla, non la conoscevo e questa è stata un’ottima occasione per avvicinarmi a questa figura. È una profetessa, la Pizia, sacerdotessa del dio Apollo a cui viene imposto un falso vaticinio in nome della giustizia, Dike, contro Demerato.

Dopo questo episodio inizia a pensare di essere stata messa alla prova da Apollo e di non essere degna della sua stima. Cassandra, figlia di Priamo e anche lei sacerdotessa di Apollo, presagisce la fine di Troia durante la guerra ma non viene creduta anzi viene ritenuta pazza, al punto che inizia a pensare di essere indirettamente la causa della triste fine della sua gente. L’ultima protagonista è Medusa, una delle Gorgoni. È l’unica mortale ad aver violato ilpatto di castità, ragione per cui viene condannata. Tuttavia lei non ha nessuna colpa: non è stato infatti un atto volontario ma ha subito violenza dal dio Poseidone e come lei stessa afferma non avrebbe potuto sottrarsi alla volontà di un dio potente come lui.

Questo libro ci permette dunque di conoscere queste figure mitologiche sotto una nuova luce, dedicando loro il giusto spazio per “esprimersi” e per farci capire ancora una volta quanto le donne siano state assoggettate alla volontà degli uomini, che potevano fare di loro ciò che volevano dato che la colpa ricade a sempre sulle donne.

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