Mal francese o napoletano

Spesso nel corso delle mie letture mi sono imbattuta in questa malattia, un male pestifero e contagioso, ma quali sono le sue origini e la sua storia?

Nel 1495, Marcello Cumano annotò nel suo trattato di medicina alcuni dettagli che lo sorpresero. Lui, medico militare dell’esercito veneziano, aveva assistito a qualcosa di diverso dal solito dopo la battaglia di Fornovo il 5 luglio con l’esercito di Carlo VIII di ritorno da Napoli. Alcuni militari presentavano degli strani segni. Egli stesso scrive: “Molti uomini d’arme e fantaccini per ebollizione degli umori, hanno pustole in faccia e in tutto il corpo, della grandezza di un grano di miglio, che iniziano in genere dal prepuzio o dal glande, accompagnate dal prurito”.

Ecco il primo riconoscimento, in Europa, di un nuovo morbo, una malattia che avrebbe colpito centinaia di migliaia di persone per più di quattro secoli. Paura, morte, ricerche, segnalazioni…

Lo stesso anno un cronista cremonese scrisse che di quel male morivano uomini e donne. Nel 1496 un cronista fiorentino scrisse che in Italia era arrivata la rogna francese. Questa malattia divorava corpi, mutilava corrodendo e ricordava per questo la lebbra. Il tasso di mortalità era però differente.

L’epidemia, era iniziata in Italia, il 1′ novembre 1494, con la discesa del re di Francia giunto fino a Napoli. Fra le sue truppe Carlo VIII aveva anche numerosi spagnoli, che furono il vero serbatoio dell’infezione. A Napoli la soldataglia di Carlo VIII si abbandonò a sfrenati comportamenti che costrinsero il re ad abbandonare la città nel maggio 1495. Nel frattempo l’epidemia della “nuova peste” era già esplosa; da qui il nome di mal napolitain datole dai francesi e di mal franzoso datole dai napoletani.

Il termine “sifilide” fu utilizzato dal 1521 da un medico, Girolamo Fracastoro, in un poema latino in cui raccontava che il dio Apollo aveva punito il pastore Syphilus inviandogli il male venereo e riempiendolo di pustole. Ci vollero ancora due secoli prima che il nome entrasse nel linguaggio comune.

I medici disquisirono a lungo circa le reali origini del morbo. C’era chi dava importanza agli influssi astrologici, asserendo che la malattia era provocata dalla congiunzione di Saturno, Marte e Giove nel segno dello Scorpione. Altri che fosse un morbo antico, oppure nuovo e sconosciuto, che venisse dal Nuovo Mondo, recentemente scoperto da Colombo. Pensavano che gli indios fossero estremamente lussuriosi. Non mancarono coloro che lo attribuivano agli ebrei. Ancora oggi le origini sono sconosciute, certamente non veniva dal Nuovo Mondo in quanto alcuni scavi archeologici, in Inghilterra, hanno portato alla luce scheletri di età antecedente alla scoperta dell’America e già con evidenti segni della malattia.

Inizialmente molti pensavano che il mal francese non fosse curabile. Ci vollero quattro secoli prima che si scoprisse l’agente patogeno della sifilide, ma nel frattempo le cure erano le più disparate. Salassi, unguenti, bagni di erbe. Spiccano due farmaci maggiormente utilizzati: il mercurio e il “legno santo”. Il mercurio era usato per le malattie della pelle, spalmato o inalato. Dopo i precedenti trattamenti il malato veniva fatto entrare in una stanza chiusa e molto calda dove su dei bracieri veniva gettato solfuro di mercurio. Si pensava che la sudorazione, la salivazione e la diarrea facessero da veicoli per espellere il batterio. In realtà del tossico mercurio si faceva fin troppo uso.

Il legno santo, proveniente da una pianta dell’America centrale, fu utilizzato bollendo a lungo il legno. Alcuni medici erano certi del suo valore per la guarigione del male.

La prevenzione invece, molto consigliata, consisteva nell’astenersi dai rapporti sessuali. Chiaramente non era semplice come strada, si consigliava dunque una buona igiene, con lavande prima e dopo il rapporto. Vi furono anche prescrizioni per l’utilizzo di guaine o unzione dei genitali con grasso.

“Gabriele Fallopio consigliò agli uomini di usare una guaina di lino, a misura di glande, immerso in un decotto di sali ed erbe, che non aveva niente a che fare con il condom, fra l’altro perchè indossata dopo il rapporto sessuale”

Isolamento e quarantena, furono utilizzate come misura cautelativa, preventiva come per tutte le epidemie.

I bordelli vennero setacciati e alcune donne, quelle contagiate, che vi lavoravano cacciate dalla città, accadde ad esempio a Bologna e Ferrara. Ammalate, costrette ad andarsene, senza più un lavoro. Si pensò poi di separare le sane dalle malate e curare queste ultime ma non sempre le regole venivano rispettate.

Il batterio responsabile della sifilide fu isolato nel 1905 da  Fritz Schaudinn ed Erich Hoffmann, il primo trattamento fruttuoso fu utilizzato nel 1910, ma dopo numerosi esperimenti la penicillina fu dichiarata efficace nel 1943.

Sara Valentino

Fonti: Cassero Salute LA SIFILIDE: LA BREVE STORIA DEL MAL FRANCIOSO; Comprare Piacere di Marzio Barbagli, il Mulino; Storia della sifilide – storiapediatria – pediatria.it; Wikipedia

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