A cena con l’assassino di Alexandra Benedict

Dodici indizi
Dodici giorni per risolvere gli enigmi
Riuscirai a sopravvivere?
Un grande giallo

Lily Armitage ha deciso che non metterà mai più piede a Endgame House, la grande dimora di famiglia in cui sua madre è morta ventuno anni prima. I suoi propositi, però, vacillano quando riceve una lettera dalla zia, che la invita alla sfida tradizionale che si tiene ogni anno: il Gioco di Natale. In cosa consiste? I partecipanti dovranno trovare dodici chiavi con i dodici indizi a disposizione. Quest’anno c’è un premio speciale: l’atto di proprietà di Endgame House.
A Lily non interessa nulla della casa, ma nel biglietto c’è un dettaglio che basta da solo a convincerla: durante i giochi verranno rivelati gli indizi per scoprire finalmente la verità sulla morte di sua madre. Ma è davvero così o si tratta di uno scherzo di pessimo gusto?
Per scoprirlo, Lily deve trascorrere dodici giorni nella grande casa insieme ai cugini, risolvendo enigmi e indovinelli per rivelare, uno a uno, i segreti più oscuri della famiglia Armitage.
Quando una tempesta di neve isola la casa da ogni contatto con l’esterno, tutto può succedere…
Il fenomeno editoriale inglese
Il romanzo geniale di cui tutti parlano
Dodici indizi
Dodici chiavi
Dodici enigmi
Solo chi li risolverà riuscirà a sopravvivere

«Chiudetevi in casa e godetevi questo gioiellino, provando a risolvere tutti gli enigmi insieme a Lily.»
«Divertente, appassionante, ci si immerge completamente nella lettura fino a che il mistero non è risolto!»
«Mi ha ricordato le atmosfere classiche dei migliori gialli: una vera goduria.»

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (31 ottobre 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 288 pagine

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

“Endgame House è persino più buia di quanto ricordasse. Un massiccio maniero del diciassettesimo secolo costruito con marmo e pietra calcarea che un tempo, come le era stato detto più volte da bambina, sembrava brillare all’alba e al tramonto. Ora assorbe ogni luce e si tiene stretto i suoi segreti”.

Endgame House, un nome che è tutto un programma. Una di quelle avite dimore di famiglia molto british, con gli arredi datati che scricchiolano rigorosamente dopo il calar del sole, dove il te delle cinque viene servito solo su servizi di porcellana pregiatissima, e se si gradisce fare quattro passi per digerire le focaccine che hanno accompagnato il nostro earl gray c’è un bel labirinto, in cui però bisogna tenere gli occhi bene aperti perché nasconde insidie di ogni tipo, vecchi ricordi e strane figure minacciose. L’importante è tenersi a debita distanza dalla ghiacciaia: la porta potrebbe chiudersi e nessuno verrebbe a cercarci tra i gelati!

Lily Armitage non mette piede in questa casa da quando ha dodici anni e sua madre si è tolta la vita proprio nel labirinto in circostanze misteriose. È proprio il desiderio di far luce su questa oscura vicenda che non ha mai smesso di perseguitarla che la spinge ad accettare un insolito invito da parte di sua zia Liliana, peraltro da poco deceduta, la quale ha avuto la brillante seppur bizzarra idea di designare l’erede dell’avita dimora familiare in base ad un gioco, uno di quei giochi di Natale in cui lei, Lily, è sempre stata particolarmente brillante.

Dodici indizi e dodici giorni per risolvere gli enigmi in compagnia dei suoi cugini così da poter ottenere l’atto di proprietà. Ma nel caso di Lily la posta in gioco è ancora più alta poiché secondo quanto le ha lasciato scritto sua zia in una lettera, la sua permanenza a Endgame House nel periodo natalizio la aiuterà a comprendere la verità sulla morte di sua madre, perché sua madre non si è suicidata, come è sempre stato detto a tutti, ma è stata assassinata.

“È crudele, se ci ripensa, chiederle di tornare in quella casa, con i suoi segreti scritti sui muri e con lei che deve strappare la carta da parati per scoprirli. Se Liliana avesse voluto farle sapere la verità avrebbe potuto rivelargliela in qualsiasi momento. Perché aspettare fino a ora? Perché lasciare che fosse Lily a sbrigarsela? Poteva semplicemente dirle cosa era accaduto a sua madre. Non era giusto farle passare tutto questo”.

Queste le regole del gioco:

I possibili eredi, ovvero Sara, Gray, Rachel, Ronnie, Tom e Lily, devono restare nella casa per dodici giorni. Pena la squalifica.

Dovranno risolvere gli enigmi nascosti dietro gli indizi con le loro sole forze, senza alcun supporto informatico, dato che saranno loro sequestrati telefoni, tablet, computer e quant’altro.

Riceveranno un indizio per ciascun giorno.

Ciascun indizio porta ad una chiave nascosta in qualche luogo interno o esterno alla casa. Le chiavi rinvenute posso essere condivise con gli altri o meno.

Quando avranno tutte le chiavi, il 5 gennaio, una di loro aprirà una stanza segreta la cui ubicazione sarà debitamente rivelata nel corso del gioco.

Nella stanza segreta si troverà l’atto di proprietà di Endgame House.

“Si era dimenticata di quanto amasse gli indovinelli, e di come le piacesse risolverli. Solo che questa volta sa che c’è un messaggio al di là del messaggio”.

Riuscirà Lily a sbaragliare gli altri pretendenti al trono di Endgame House? E soprattutto riuscirà a comprendere davvero la verità circa la tragica scomparsa di sua madre? Per scoprirlo dovrete immergervi nella lettura di questo giallo davvero particolare, sulla cui trama non posso e non voglio svelarvi altro perché come è giusto che sia non solo il lettore deve cogliere gli indizi circa il delitto o i delitti ivi presenti (neanche questo vi svelo), ma si deve adoperare anche per anagrammare dodici indizi che l’autrice ha disseminato tra i capitoli. Ebbene sì, gioca anche chi legge, non solo i protagonisti della storia. L’autrice ci propone dunque due diversi giochi.

Nel primo troviamo degli anagrammi, uno per ogni giorno, cioè dodici, nascosti all’interno di una popolare canzoncina natalizia inglese, nella quale ad ogni giorno, partendo dal 25 dicembre, è associato un dono. In ogni capitolo del nostro giallo si annida un dono corrispondente al giorno. Ma attenzione, il tutto è anagrammato, quindi bisogna stare all’erta e fare attenzione a quei passaggi della narrazione che ci sembrano un po’ insoliti o strani.

Il secondo gioco che ci propone l’autrice è invece una vera e propria caccia all’opera famosa. Tra le pagine del libro infatti è possibile trovare i titoli di dodici mistery di ambientazione natalizia. Un bell’omaggio alla letteratura di genere.

Gli anagrammi non sono affatto facili, o meglio, risultano ostici per chi non mastica l’enigmistica, ma niente paura, per chi non vuole o non può cimentarsi e preferisce semplicemente godersi un bel giallo senza lambiccarsi troppo il cervello ci sono le soluzioni di entrambi i giochi a fine libro (che sollievo!). 

Al di là dell’invito a risolvere gli anagrammi, A Cena Con l’Assassino è un è un giallo appassionante con quell’aria vintage che regala quel tocco in più di mistero all’opera. L’ambientazione non solo temporale, ossia il periodo natalizio, ma anche quella fisica nella grande casa che racchiude tutta una serie di segreti di famiglia che non devono lasciare quelle mura, e l’isolamento forzato degli attori del dramma, rendono questa storia ancora più interessante, e quindi spingono chi legge a volerne sapere sempre di più.

L’ottima caratterizzazione dei personaggi ci fa davvero dubitare di tutti, quasi iniziamo a guardarci le spalle perché, al pari di Lily Armitage, non ci si può fidare proprio di nessuno. Ma bisogna ammettere che l’unica vera grande protagonista di tutta la narrazione è lei, Endgame House, la maestosa dimora che se ne sta lì silenziosa quasi come un felino selvatico con un occhio chiuso e uno aperto in attesa della sua preda, gelosa dei suoi segreti che non ha intenzione di condividere con nessuno.

“Le case indossano la loro storia come una pelle. E in questo caso ci sono molti strati di epidermide, e molti calli”.

SOLUZIONE AI GIOCHI DEL DODICESIMO GIORNO:

Anagramma:

dodici tamburini che battono il tamburo – Ho abboccato, tu? Di’! Non tu. Rimembri lati di …

Titolo dell’opera:

Delitto imperiale di Georgette Heyer

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