ALICE DANZA NELLA NOTTE di GIANNI VACCHELLI

Sinossi:
Fa buio e le meraviglie non si vedono più a Lùnel, città di un’Europa fantasma, dove i giovani sono forse spariti, e dominano pochi vecchi, detti anche gli Incappucciati, gli Obesi. Mentre sul ciglio della strada, nell’Hotel Pagoda, misteriosamente bruciato, tutto quello che non vogliamo vedere è conservato.
Una notte Stefano, papà inventore, fantasioso pirata, e la sua splendida bambina, Alice, lunga coda di capelli, occhi vispi, talento puro, ne varcheranno la soglia. L’Hotel si animerà: scenari e paesaggi misteriosi e inquietanti. Che succede là dentro? Chi è Cyberdog, tenebroso signore che lo domina? Alice e Stefano esplorano le oscurità per disegnare iridi, per lanciare colori e arcobaleni, forse guidati, forse ingannati dall’arcana gatta Tesorina.
Ma presto sarà battaglia. Cyberdog e i suoi scherani scatenano il finimondo. E nel mirino è soprattutto lei, Alice. Si salverà dalla violenza la piccola? Papà e bambina si ritroveranno, si riconosceranno? Forse sì, forse solo danzando nella notte…

Copertina flessibile: 111 pagine
Editore: Bolis (1 ottobre 2018)
Collana: Bolis
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8878273872
ISBN-13: 978-8878273870

Recensione a cura di Cristina Costa

Quello di Alice è un breve romanzo-fiaba, una riscrittura di Alice nel Paese delle Meraviglie in chiave contemporanea con molteplici messaggi legati all’attualità. Alice danza in un paese senza meraviglie, senza più giovani, dove regna la notte dell’inganno, dove la bellezza sembra essere sparita, scomparsa, rubata, distrutta da pochi Vecchi, “gli Oligoi “, gli Incappucciati, gli Obesi, i Controllori, al servizio di Cyberdog, il re del mondo invisibile, l’immensa ragna che ha rinchiuso nell’Hotel Pagoda tutto quello che non vogliamo vedere.

Qui dentro almeno non ti guardano. Non ci sono occhi. E’ tutto tetro. E puoi sentire la tristezza, che è spessa, fuligginosa, corposa. Che ti lega la bocca. Anche la tristezza ha un gusto, sai?”

Ma dove siamo? A Lùnel, una città nel SUINE (Stato Unico Interculturale della Nuova Europa), in un futuro prossimo, insieme a Stefano, un papà inventore, e alla sua dolcissima bimba, Alice. Alice gioca, salta, fa ruote, piroette, spaccate. Danza anche con i pennarelli e i colori. Re-immagina il mondo, lo ricrea. E ce n’è proprio bisogno. Qui a Lùnel non ci sono più giovani, non si vedono più bambini per le strade, i giorni sono di trentacinque ore per lavorare di più, per produrre di più, tutti presi da un lavoro che non esiste, marionette i cui fili sono tirati da pochi vecchi nascosti chissà dove, impegnati in un cruento videogame, più reale della realtà.
L’ambientazione è l’Hotel Pagoda, un hotel misteriosamente bruciato dove vige il divieto d’accesso, che passa ormai inosservato agli occhi di tutti, tranne agli occhi curiosi di una bambina.

Una notte Alice e Stefano infrangono quel divieto, varcano la soglia proibita. Ed ecco l’Hotel Pagoda animarsi. Al suo interno è sporco, buio, triste. Fa paura. Numerose sono le porte chiuse che immettono in altrettante stanze. Improvvisamente appare Tesorina, un’enigmatica e misteriosa gatta che guida i due protagonisti nei meandri dell’hotel indicandogli la strada.

“Dovete imparare molte cose, a muovervi, a cambiarvi”

Gli scenari sono agghiaccianti. Alice e Stefano ascoltano i gemiti e i lamenti degli animali straziati e del pianeta “sfiancato, crepato, ferito, ammalato”. Si imbattono in una moltitudine di bambini, “una turba immensa di bianche ed esangui candeline “, in una massa di giovani arrabbiati, messi in gabbia, comandati dal risentimento perché colpevolizzati di ciò che penano. E poi ecco le masse senza volto, gli invisibili, i reietti, i nomadi, i carcerati, i barboni, i mendicanti, gli sfruttati e gli ammalati, “un brulicame di vite cui è negata ogni linfa”. Bisogna fare qualcosa per dare luce a questi scenari spenti. E Alice lo fa immaginando un’alternativa a colori. E presto sarà battaglia. L’oscuro Signore e i suoi sodali si schiereranno contro Alice e Stefano perché educano le masse, svegliano le coscienze, insegnano alle moltitudini a pensare di nuovo. Minano l’opera di Cyberdog, il vampiro che si nutre delle vite altrui, che ammalia e confonde con effetti speciali.

“Più nessuno è incolpevole. Svegliatevi.”

Il processo di liberazione è ormai in atto, una liberazione che parte dall’interno per andare oltre e trasformarsi in liberazione collettiva che porta al cambiamento.

“…perché rinati nell’immaginazione, nel cuore, nel sentire, nell’amare.”

Una fiaba d’amore e di speranza, di denuncia della follia utilitarista e produttivista, un inno al potere dell’immaginazione. Una storia che parla di noi, delle nostre paure, della notte del mondo nella quale siamo precipitati, del cortocircuito delle nostre coscienze e della speranza/possibilità di uscirne “a riveder le stelle “.
Il romanzo è diviso in quaranta capitoli brevissimi. Lo stile è agile. Il ritmo è veloce, intenso, quasi da videogame distopico dove tutto è ribaltato, mescolato: alto e basso, gioco e simbolo. Le parole non sono mai messe a caso. Sono ricercate e accostate come a creare una sorta di melodia, una sorta di musicalità. Una vera fiaba contemporanea.

“Nel mezzo di due soffi di due pensieri di due forze, vuotovibrante di foglio bianco, trama d’oro, dove tutto nasce, fiorisce e si fa nuova fiamma”

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