Anice – Pimpinella anisum

Anice (Pimpinella anisum L.) Nomi comuni: anice verde, cumino dolce

Famiglia: ombrellifere

Pianta: erbacea, annuale, alta fino a 50 cm

Fusto: semplice, eretto, di forma cilindrica con superficie liscia, finemente striato, coperto da una fine peluria

Foglie: di forma varia, le basali rotondo-cuoriformi, quelle superiori molto frastagliate, con segmenti lineari

Fiori: piccoli, bianchi, riuniti on ombrelle piuttosto rade. Compaiono in luglio – agosto

Frutti: (acheni) contengono 2 semi convessi e ondulati sul dorso

Originario del bacino del Mediterraneo è largamente coltivato in Sicilia e in Puglia per la raccolta dei semi. Si trova molto raramente allo stato spontaneo. I semi per la riproduzione delle piante devono essere conservati durante l’inverno mescolati a sabbia umida, poiché seccandosi perdono le capacità germinative. Si semina dalla metà di marzo ai primi di aprile in solchi poco profondi, coprendo  leggermente i semi e diradando poi le piantine a una distanza di 20 cm l’una dall’altra. Il terreno deve essere molto ricco ed esposto al sole.

Parti da utilizzare: i frutti, chiamati impropriamente semi.

La raccolta si effettua a fine agosto, inizio di settembre nelle prime ore del mattino, quando le ombrelle sono ancora umide di rugiada per evitare che, nel coglierle, i semi cadano.

Si conserva recidendo le ombrelle e mettendole al sole su dei fogli di carta. Quando sono ben secche si battono leggermente per far staccare i semi. Una volta separati da eventuali impurità, questi vengono conservati in barattoli a tenuta d’aria.

Il dolce aroma dell’anice è facilmente individuabile in canditi e dolcetti, ma si fa spesso sentire anche nei medicinali, soprattutto in sciroppi e pastiglie per la tosse. Il suo uso in cucina, tuttavia, è piuttosto limitato, almeno rispetto al largo consumo che se ne faceva in passato. Già nell’antico Egitto infatti i semini dell’anice venivano usati per insaporire i cibi e per produrre profumi. I romani li impiegavano poi come uno degli ingredienti essenziali di quei celebrati dolcetti che venivano tradizionalmente offerti alla fine di abbondanti pranzi per favorire la digestione.

Dolcetti all’anice:

Ingredienti: 250 g di farina, 150 g di zucchero, 2 cucchiai di liquore all’anice, 3 uova, 1 limone, olio.

Mescolate in una terrina la farina, lo zucchero e il liquore. Sbattete gli albumi a neve ferma  con un cucchiaio di succo di limone, uniteli al composto e incorporateli mescolando delicatamente dal basso verso l’alto. Dopodiché formate delle palline che disporrete sulla teglia del forno unta d’olio e spolverizzata di farina. Fatele cuocere in forno già caldo a 180°C per 30 minuti circa.

L’erba del Re Sole.

Molto presto si scoprirono anche le proprietà officinali di questa pianta: i greci la usavano per prevenire le apoplessie e per combattere il raffreddore. Nella Grecia antica si era diffusa una credenza secondo la quale chi si addormentava dopo aver bevuto un po’ di anice era certo di fare “dolci” sogni per tutta la notte.

Plinio raccomandava di bere vino aromatizzato all’anice in casi di puntura di scorpione. Nel Medioevo l’anice era consigliato in casi di cefalea, asma e bronchite. In Inghilterra, ai primi del Trecento, era così popolare che il re Edoardo I decise di imporre una tassa sulla compra-vendita di questa erba al fine di reperire i soldi necessari per riparare il Ponte di Londra. Secoli più tardi il Re Sole, che sembra andasse matto per il suo inconfondibile aroma, ne ordinò la coltivazione nei suoi giardini di Versailles. Ancora nell’Ottocento il sapore dell’anice era molto apprezzato in cucina.

 

Precauzioni:

L’essenza dell’anice verde in forti dosi è tossica. In particolare modo se è stata esposta all’aria e alla luce.

CONTROINDICAZIONI
L´OLIO ESSENZIALE DI ANICE-AD ALTE DOSI-PROVOCA STATO DI EBBREZZA ACCOMPAGNATO DA TREMORI. L´ABUSO CRONICO DETERMINA CONVULSIONI E CONFUSIONE MENTALE. IN SOGGETTI PREDISPOSTI-ANCHE CON LE DOSI NORMALI-SI POSSONO AVERE ALLERGIE.

AVVERTENZE
LA TOSSICITÀ – COME PER L´ANICE STELLATO – È RIFERITA ALL´OLIO ESSENZIALE CHE HA AZIONE STUPEFACENTE CARATTERIZZATA DA UNA ECCITAZIONE INIZIALE SEGUITA DA PARESI MUSCOLARE – EBBREZZA E PROFONDA IPNOSI. (45 GOCCE PROVOCANO EFFETTO IPNOTICO PER 12 ORE). L’OLIO ESSENZIALE È, OLTRETUTTO, FOTOSENSIBILIZZANTE.

fonti:  Cent’erbe – Nardini Editore 1996

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