Antica Madre – Valerio Massimo Manfredi

Numidia, 62 d.C. Una carovana avanza nella steppa, scortata da un drappello di soldati agli ordini del centurione di prima linea Furio Voreno. Sui carri, leoni, ghepardi, scimmie appena catturati e destinati a battersi nelle venationes, i rischiosissimi giochi che precedevano i duelli fra gladiatori nelle arene della Roma imperiale. La preda più preziosa e temuta, però, viaggia sull’ultimo convoglio: è una giovane, splendida donna con la pelle color dell’ebano, fiera e selvatica come un leopardo… e altrettanto letale. Voreno ne rimane all’istante affascinato, ma non è il solo. Appena giunta nell’Urbe, le voci che presto si diffondono sulla sua incredibile forza e sulla sua belluina agilità accendono l’interesse e il desiderio dell’imperatore Nerone, uomo vizioso e corrotto al quale nulla può essere negato. Per sottrarla al suo destino di attrazione del popolo nei combattimenti contro le bestie feroci e toglierla dall’arena, dove prima o poi sarebbe andata incontro alla morte, Voreno ottiene il permesso di portarla con sé come guida nella memorabile impresa che è sul punto di intraprendere: una spedizione ben oltre i limiti del mondo conosciuto, alla ricerca delle sorgenti del Nilo che finora nessuno ha mai trovato. Spedizione voluta dallo stesso imperatore – su suggerimento del suo illustre consigliere, il filosofo Seneca – non solo perché spera di ricavarne grande e imperitura gloria, ma anche perché spera di allargare i confini delle terre conosciute ed estendere così i domini di Roma. E sarà proprio nel corso di questa incredibile avventura, fra monti e vulcani, piante lussureggianti e animali mai visti, che Varea – cioè “solitaria”, come rivela di chiamarsi la donna – svelerà il proprio insospettabile segreto.

Copertina rigida: 218 pagine
Editore: Mondadori (19 novembre 2019)
Collana: Omnibus italiani

Recensione a cura di Cinzia Cogni

Prima di Natale vidi luccicare la copertina di questo libro nella vetrina di una libreria, mi colpì subito l’immagine di questa guerriera ed il titolo particolare “Antica madre”, che lascia presagire una storia dove protagonista assoluta è una donna, che reca con sé un segreto millenario e disposta a tutto pur di mantenerlo…per di più e’ scritto da Valerio Massimo Manfredi, grande studioso e scrittore di romanzi storici, considerato una garanzia in questo settore.
Grazie a Septem Literary che ha deciso di farmi questo regalo di Natale, ho scoperto una storia davvero avventurosa e coinvolgente, con moltissimi messaggi su cui riflettere.

“Era il momento solenne della trasmissione di un segreto millenario: da donna a donna. Varea la ripeté, una, due, tre volte per fissarla in modo indelebile nella mente. La faceva sua, sarebbe fluita nel sangue delle sue vene, nella luce del suo sguardo verde.”

Ma chi è la vera protagonista di questa storia?
Il suo nome è Varea, catturata da una tribù africana, viene venduta come schiava ad una legione romana dedita a catturare le fiere da far combattere nel Colosseo contro i gladiatori,nella Roma governata dall’imperatore Nerone, intorno al 62 a.c.
Varea però non è una donna come le altre, oltre ad essere bellissima ha una forza quasi “sovrannaturale” per questo la scelta più ovvia da parte dell’imperatore è di mandarla a combattere contro gli uomini e gli animali nell’arena, donando al popolo romano uno spettacolo unico…ma Nerone non sa che questa donna misteriosa è rispettata dagli animali, e dal leone al puma, tutti sembrano capirla e volerla difendere.

” Ce l’ha portata una tribù della boscaglia così come l’hai vista, tenuta a forza da quattro uomini, e li abbiamo pagati in polvere d’oro. Nessuno di loro parlava la nostra lingua, ma uno dei nostri interpreti è riuscito a scambiare qualche parola con i cacciatori di foresta: nessuno sapeva da dove venisse.”

Ma cosa ci fa una guerriera così a Roma ? Perché non fugge o si ribella?
Questo si chiede il centurione Furio Voreno, l’unico che cerca veramente di aiutarla, che le insegna la loro lingua e le loro usanze e che pian pianino si accorge di provare qualcosa per lei…egli soffre realmente ogni volta che Varea e’ al cospetto degli altri gladiatori, la paura che si ferisca o peggio ancora soccomba durante un combattimento, lo terrorizza.
Varea gli è riconoscente, sembra ricambiare i suoi sentimenti, eppure è circondata da un alone di mistero, qualcosa di impenetrabile, e il tutto si complica quando nell’arena scenderà Mamun, un gigante nero con una forza spaventosa che porta al collo lo stesso medaglione di Varea…pare discendano entrambi da un antica popolazione di guerrieri, ma nessuno conosce la loro vera identità.

“Tutto ciò che riguardava Varea era un mistero: dove aveva imparato a battersi a quel modo e perché? Chi l’aveva addestrata e a quale scopo? Perché gli Etiopi dell’equipaggio sul Gavia si erano inchinati alla sua vista? E che cos’era quel monile che portava al collo?…”

La paura di perdere Varea da al centurione Voreno il coraggio di proporre all’imperatore Nerone, con l’incoraggiamento del filosofo Seneca, un viaggio attraverso l’Africa alla scoperta delle sorgenti del Nilo, che porterà in caso di riuscita, onori e gloria all’impero romano. In questo modo Varea potrà accompagnarli come interprete e conoscitrice di quei luoghi a loro sconosciuti e finalmente potrà tornare a casa.

“Quella ragazza che aveva catturato assieme alle fiere della steppa africana, che aveva visto parlare con il leopardo nell’arena e che ora aveva parlato con gli Dei aveva un sentiero da percorrere, divergente dal suo, umile soldato che aveva conosciuto solo i combattimenti con tribù barbare e le occupazioni castrensi…”

Tra i combattimenti descritti in modo realistico e l’esplorazione di luoghi esotici ed ignoti, visti con gli occhi dei centurioni di quell’epoca, sembra davvero di fare un viaggio nel tempo, l’autore infatti riesce a far vivere al lettore tutte le emozioni che provano i protagonisti: paura, stupore, malinconia, amore e la curiosità che permane fino alla fine, di scoprire l’antico segreto che nasconde Varea.

“Daresti qualunque gloria, qualunque onore e carica, qualunque somma di denaro per un suo sguardo.”
“È così – rispose asciutto Voreno- l’amore soltanto sognato buca il cuore…ma dammi il comando di un manipolo in prima fila e sfondero’ anche lo schieramento di un’armata. “

Da un autore come Manfredi ci si aspetta sempre il massimo, pertanto alcune lacune nella storia o la scelta di non voler approfondire certi argomenti, lascia un pochino perplessi, ma ciò non altera il bellissimo messaggio nascosto in questo romanzo, perché mai come ora infatti, la nostra società ha bisogno di emozioni, magia e speranza…

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