Aquitania di Eva Garcìa Sáenz De Urturi

Trama – È il 1137 quando Eleonora, figlia del duca d’Aquitania, ritrova la propria voce. Il suo silenzio era iniziato cinque anni prima, il giorno in cui, ancora bambina, aveva subito un indicibile oltraggio. Ma ora non può più tacere: suo padre Guglielmo è stato assassinato a Compostela. Di lui non è rimasto che un corpo scempiato, la pelle di uno strano colore blu. E lei, a tredici anni, è la duchessa d’Aquitania, di quella terra prospera che le ha dato la vita ma che le toglierà tanto, persino il suo vero amore. Perché per Eleonora non c’è più tempo per pensare ai propri desideri. Ora la sua unica missione è vendicare l’assassinio del padre e, al tempo stesso, proteggere la sua terra dalle mire del re di Francia, Luigi VI. Convinta che dietro la morte di Guglielmo ci sia proprio il re, accetta di sposarne il figlio, il fragile Luigi VII, così da poter accedere a corte e, insieme alle sue fedeli spie, i “gatti aquitani”, indagare da una posizione privilegiata. Ma quando anche il sovrano francese muore in circostanze simili a quelle di suo padre, Eleonora capisce che dietro quegli omicidi c’è molto di più, una verità che arriva dal passato, da sempre custodita da una figura rimasta nell’ombra… Tra battaglie, passioni, vendette e segreti, la storia di una donna forgiata dalla sofferenza, protagonista di un secolo dalle cui ceneri sorgerà la futura Europa.

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

“Questa è la storia delle mie due famiglie, i feroci duchi d’Aquitania e i famigerati Capetingi, sovrani di Francia, e dell’odio reciproco che ci portò a scontrarci più e più volte fino a distruggerci, in quel turbolento XII secolo in cui l’Occidente cambiò per sempre”.

Eleonora d’Aquitania non ha bisogno di presentazioni, è un personaggio ben noto a tutti, o meglio, dovrebbe esserlo. Duchessa ereditaria d’Aquitania e di Guascogna, due tra i più importanti domini del regno di Francia, senza però essere feudi della corona, regina consorte di Francia in seguito al matrimonio con il giovane Luigi VII, e subito dopo regina d’Inghilterra e sposa di Enrico II. Un personaggio dunque di una certa levatura, nonché una delle donne più ricche e potenti dell’Europa nel Basso medioevo, cosa che l’ha resa inevitabilmente una preda molto ambita.

La nostra storia ha inizio nel 1137. Eleonora ha solo tredici anni quando suo padre, Guglielmo X, muore in circostanze misteriose durante un pellegrinaggio a Compostela, lasciandola a doversi occupare di una terra tanto meravigliosa quanto insidiosa come l’Aquitania, un territorio ricco che fa gola a molti, sia a quei baroni che avrebbero tentato il tutto per tutto pur di assicurarsi il ducato al suo posto, magari sposandola, sia ai re di Francia, i Capetingi, che già anni prima avevano tentato di assicurarsi il territorio mediante il suo stupro. Ma il carattere di Eleonora era già stato forgiato nella dura roccia Aquitana, che riesce a trasformare questo episodio da trauma in strumento di forza interiore, regalandole il dono dell’osservazione. Eleonora osserva e scolpisce ogni cosa nella sua memoria, che chiama la sua “biblioteca interiore”, e cova vendetta, o meglio, tesse la tela che la porterà ad indossare, un giorno, il manto della giustizia.

“Agisci come un leone: loro non piangono per le loro vittime. Scagliati come un’aquila: sempre in alto. Colpisci come uno scorpione: il suo pungiglione inietta veleno solo a nemici degni del suo attacco”.

E questi degni avversari sono i Capetingi. Non solo le hanno usato violenza quando era solo una bambina, ma con molta probabilità hanno anche assassinato suo padre. Sì, perché Guglielmo X è morto, come suddetto, in circostanze poco chiare, probabilmente avvelenato, ed entrambi i crimini non possono passare inosservati. Dunque Eleonora si accinge a divenire regina di Francia.

“Porrò fine alla stirpe dei Capetingi”.

Del resto non sarà troppo difficile per la scaltra Eleonora manipolare il giovane erede al trono, colui che diventerà Luigi VII, un ragazzo che preferisce una vita da monaco invece che da re, un giovane che in seguito ad un bieco ricatto ad opera di suo padre piega la testa e acconsente a sposarla.

“D’ora in avanti la Francia e l’Aquitania scriveranno il loro futuro nelle stesse cronache”.

I novelli sposi non fanno in tempo neanche a consumare le nozze quando giunge la funesta notizia della morte del re di Francia, anch’egli deceduto in circostanze ambigue, il cui cadavere mostra le stesse inquietanti caratteristiche di quello del padre di Eleonora.

“Le Parche avevano eliminato i due uomini più potenti di questa parte del mondo a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. E avevano giocato crudelmente con i loro corpi fino a trasformarli in due cadaveri identici”. 

Salita al trono francese Eleonora si muove con circospezione a corte, dove è avvolta da ombre ostili che faranno di tutto per ostacolare la sua ricerca della verità, ombre che si scontreranno con i “gatti aquitani”, la rete di spie che la giovane donna porta con se per anticipare le mosse dei Capetingi.

“Chi attacca per primo stabilisce le regole del gioco”.

E lei attacca come può guadagnandosi persino un seggio nel consiglio del regno nonostante non abbia ancora dato un’erede alla corona, trasformando i suoi nemici in ignari alleati:

“I tuoi nemici di domani sono i tuoi alleati di oggi. Non rivelare mai i tuoi segreti e le tue vulnerabilità perché presto o tardi verranno usati come armi contro di te”.

Riuscirà Eleonora a smascherare l’assassino di suo padre? Che ruolo hanno i Capetingi nel presunto avvelenamento? Quanto sanno di questa faccenda? Per quali motivi arriverà a deteriorarsi il rapporto con suo marito prima e soprattutto dopo averlo seguito in Terrasanta? “Solo seguitare”: questo è il motto di Eleonora, continuare la ricerca della verità e non solo per se stessa, ma anche per la sua terra, l’Aquitania, per far sì che continui a prosperare sotto il dominio dei suoi legittimi proprietari.

Eva Garcìa Sáenz De Urturi fa un ritratto forse non troppo veritiero dei fatti storici realmente avvenuti arricchendoli di episodi lecitamente di fantasia, che peraltro non guastano affatto, pur facendo muovere i suoi personaggi attraverso una verità storica che non può essere negata. Tuttavia, nonostante la realtà romanzata, non possiamo assolutamente dimenticare che la figura di Eleonora in questa sede risulta assolutamente autentica. 

La duchessa d’Aquitania è stata realmente una donna forte, volitiva, potente, insolitamente risoluta e padrona, per quanto le è stato possibile, del suo destino. Ha cambiato davvero le sorti di alcuni dei territori più importanti del mondo Occidentale, ha vissuto a testa alta avvolta da giudizi e pregiudizi poiché “colpevole” di essere nata in un’epoca in cui le donne erano costrette al silenzio. La storia di Eleonora però non termina con la fine di questo libro, e non solo perché la sua vicenda di vita continuerà ancora per molti anni, ma anche perché grazie alle sue straordinarie caratteristiche diventerà uno dei pochi simboli femminili del Medioevo, una di quelle donne leggendarie di cui ancora oggi possiamo trovare una traccia indelebile in quella letteratura cortese che la tradizione vuole sia sbocciata proprio nella sua corte.

  • Editore ‏ : ‎ Piemme (12 ottobre 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 407 pagine
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