ÀTROPO : (Collana Belle Époque) di Claudia Pellegrini

Gennaio 1900. L’avvocato Giovanni Maria Bonanni riceve una visita dai carabinieri: una sua assistita, Violante Croce, domestica di un’omicida, è fuggita dal convento dove era tenuta in custodia, senza lasciare traccia.

Qualche tempo dopo, all’uomo giunge un plico che si rivela essere la confessione spontanea della donna. A quei fogli, Violante affida la verità sulla propria storia e quella della sua padrona. Una vicenda in cui sofferenze, amore e illusioni si intrecciano con la morte e l’inganno trasformando due donne insospettabili in crudeli Parche vendicative.

  • Editore ‏ : ‎ PubMe (11 novembre 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 148 pagine

Recensione di Cinzia Cogni

“Àtropo” è un titolo davvero curioso per un thriller storico, ma l’autrice  l’ha scelto con grande saggezza facendo riferimento alla parca (o moira) della tradizione  romana che rappresenta la morte, o meglio, colei che ha il potere di tagliare il filo a cui è appeso il destino di ognuno di noi.
Per capire il motivo per cui Claudia Pellegrini ha creato una storia intorno a questo mito, bisogna leggere il romanzo fino alla fine, vi trasporterà nella Roma ai primi del ‘900, fra casate nobili importanti, dove, nonostante i tempi stiano cambiando, le persone restano  ancorate ad una mentalità maschilista, piena di pregiudizi, dove l’apparire è l’unica cosa che conta.

Lei mi guardò con uno sguardo, che le avevo già visto in precedenza, quello che aveva quel giorno sulla terrazza della villa in campagna mentre le stavo leggendo il Conte di Montecristo,  quando divenne Àtropo e recise il filo…”

L’io narrante è Violante Croce, la domestica di donna Angelica in Pacelli, che dopo l’accusa di omicidio della sua padrona, si è ritirata in un convento.
L’intera vicenda che ha portato la domestica a questa scelta e vede protagonista la sua ex padrona, non è mai stata svelata, fino al giorno in cui, all’avvocato Bonanni giunge una lettera, una vera e proprio confessione di Violante Croce, che nel frattempo è scappata dal convento.

Capo della donna è l’uomo” così mi dissero,  recitano le Sacre Scritture “e la loro unione agli occhi di Dio è sacra e indissolubile.”

Da quel momento il lettore si ritroverà coinvolto in una storia torbida, dove la discriminazione, la violenza e l’ingiustizia contro le donne sono la “normalità”; dove due donne di ceti diversi, diventano amiche e confidenti, vittime e carnefici al tempo stesso, con una complicità tutta femminile, perfino commovente, forse perché nella realtà è un atteggiamento raro.
Con uno stile raffinato, ricercato e assolutamente affine al contesto storico narrato, Claudia Pellegrini ha creato una storia originale che emoziona e soprattutto punta il dito contro la violenza sulle donne.
L’autrice mette ben in evidenza come questo orrore contro il genere femminile  che da sempre vive in ogni angolo del mondo,  non faccia distinzione fra popoli, classi sociali,
ed età… insomma, per assurdo, in quella violenza, c’è è una sorta di parità …

“…le donne sono delle creature strane, volubili, sanguigne, poco inclini al ragionamento logico…”

C’è un motivo per cui credo che le
protagoniste siano speciali,  infatti, seppur unite, hanno due personalità molto diverse, in questo modo riescono a rappresentare più donne contemporaneamente, questo perché è una storia che parla a tutte noi: fragili o coraggiose, intelligenti o frivole…non importa come siamo, se siamo differenti, quando una donna subisce violenza, tutte dovremmo sentire il suo dolore e combattere insieme per fermarlo.
Non voglio raccontare molto di più, perché  è un romanzo ricco di suspence e colpi di scena che va gustato a digiuno per poterlo assaporare fino alla fine… ma  vi incuriosisco ancora un po’, con queste due domande, che sono il fulcro della storia:
qual è il mistero che nascondono le due donne?”
La morte prematura del signor Pacelli è avvenuta per cause naturali, per punizione divina, o è frutto di una premeditazione?”

Nonostante la buona creanza volesse che una vedova osservasse il lutto per almeno un anno, Donna Angelica volle liberarsene presto,  cosa che fece scatenare le chiacchere in tutta la città… lei rideva divertita dicendomi che ormai eravamo in un’altra epoca, il mondo era cambiato…”

Nella lettera recapitata all’avvocato Bonanni tutti i misteri verranno svelati, mettendo a nudo però non solo i fatti, ma tutti i dolori e le umiliazioni subite, descrivendo perfettamente la condizione della donna in quell’epoca, senza tralasciare anche l’influenza che può avere l’ambiente in cui si vive.
Questo thriller storico dal sapore gotico, è una denuncia ma anche un segno di riscatto e speranza, e viene dal passato per ricordare che certe realtà esistono ancora, anche se  Claudia Pellegrini sottolinea che unite, noi donne, possiamo davvero cambiare questa mentalità e come moderne Àtropo essere artefici del nostro destino.

Triste destino quello di noi donne, relegate a essere semplici comparse nella storia degli uomini che hanno il ruolo dei protagonisti in questo grande melodramma che è la vita.”

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