#Blogtour: La cena segreta di Javier Sierra. Il neoplatonismo nel Rinascimento

a cura di Sara Valentino

Grazie al blog “Thriller Storici e Dintorni” per l’organizzazione del blogtour e per averci coinvolto.

“La cena segreta” di Javier Sierra edito da DeaPlaneta è un romanzo davvero entusiasmante.

Oltre  a raccontarci una storia intrigante, con protagonisti del nostro Rinascimento di tutto rispetto, fa luce e focalizza l’attenzione in maniera davvero magistrale su alcuni movimenti e accadimenti storici.

In modo particolare in questa tappa ci addentriamo in quello che fu un vero e proprio ritorno agli ideali e ai pensieri filosofici di Platone.

Particolare della Scuola di Atene di Raffaello che ritrae con il volto di Leonardo da Vinci Platone che indica con il dito proteso verso l’alto la realtà del mondo delle idee e Aristotele che invece tende la mano sulle realtà materiali.

La filosofia antica, in particolar modo quella platonica, era stata caratterizzata da una profonda e sviluppata componente religiosa.

Platone non concepisce l’essere come unico, perché formato da più idee. L’uomo è una realtà composta di anima e corpo.
Platone afferma che l’uomo è la sua anima, contrappone il corpo all’anima, affermando che il primo è perfino una tomba per l’anima. Nel Fedone, fa dire a Socrate che il corpo è un carcere e che la morte non è una tragedia, ma una sorta di liberazione dalla prigionia.

Per capire le ragioni della nascita del neoplatonismo dobbiamo andare indietro fino al III secolo, un particolare momento storico, in cui l’uomo si trovava a dover affrontare una profonda crisi interiore. L’epoca è quella del tardo ellenismo, l’Impero Romano d’Occidente è in procinto di cadere ma allo stesso tempo dal punto di vista culturale e religioso si iniziava a diffondere il messaggio cristiano.

La filosofia rinascimentale, rispetto a quella medievale è più religiosa e tende alla riscoperta dell’uomo e dei classici.

L’uomo viene posto al centro, al centro del cerchio, al centro delle sue azioni e artefice del suo destino. Homo Faber, per dirla come gli umanisti del XIV secolo, identificando la nuova umanità nell’Italia rinascimentale.

Uno dei personaggi, presenti nel libro, che prese parte al circolo di intellettuali e filosofi che vide la nascita nel quattrocento a Firenze, presso la corte di Lorenzo de’Medici, per opera di Marsilio Ficino, fu Sandro Botticelli.

Botticelli fu anch’egli, come Leonardo, discepolo del Verrocchio, ma anche di fra’ Filippo Lippi. Forte della protezione dei Medici si dedicò a temi pagani, una delle opere ove questo tema si concretizzò è la  “Nascita di Venere”.

La veneranda, la bella dall’aureo serto, Afrodite
io canterò, che tutte le cime di Cipro marina
protegge, ove la furia di Zefiro ch’umido spira
la trasportò, sui flutti del mare ch’eterno risuona,
sopra la morbida spuma. L’accolser con animo lieto
l’Ore dai veli d’oro, le cinsero vesti immortali:
la fronte sua divina velaron d’un aureo serto,
bello, d’egregia fattura: nei lobi forati, alle orecchie
un fior, nell’oricalco foggiato, e nell’oro fulgente:
d’intorno al sen, che argento sembrava, ed al morbido collo,
monili tutti d’oro poi cinsero, quali esse stesse
l’Ore dai veli d’oro si cingono, allor che a le danze
muovono dilettose dei Numi, e alla casa del padre.
Or, poi che l’ebbero tutte le membra adornate, ai Celesti
l’addussero; e i Celesti ben lieti l’accolsero, e ognuno
la man le porse, ognuno chiedeva legittima sposa
condurla in casa propria: tal fu lo stupore di tutti,
vedendo Citerèa, che cinto ha di mammole il crine.
Salve, o più dolce del miele, dagli occhi brillanti: concedi
che in questo agone io m’abbia vittoria; ed onora il mio canto.
Io mi ricorderò d’esaltarti in un’altra canzone.
Omero, Inno ad Afrodite

Queste le parole con cui Omero canta la leggiadra dea della bellezza e dell’amore.

“Come sapete, Leonardo si formò a Firenze sotto la guida di Andrea del Verrocchio, un eccellente artista che godeva della considerazione dei Medici ed era molto vicino all’Accademia fondata da Cosimo il Vecchio e diretta da un certo Marsilio Ficino. Sapete anche che quest’Accademia fu creata per imitare quella di Platone ad Atene”

Marsilio Ficino, intellettuale e predicatore, nonché musicista dell’epoca, tradusse per la prima volta le opere di Platone in latino, il risultato fu l’ “Opera Omnia” dedicata a Lorenzo de’Medici. Tradusse inoltre i trattati misterici attribuiti all’antichità egizia, conosciuti come “Corpus Hermeticum”.

«Soluamus obsecro caelestes animi caelestis patriae cupidi, soluamus quamprimum uincula compedum terrenarum ut alis sublati Platonicis, ac Deo duce, in sedem aetheream liberius peruolemus, ubi statim nostri generis excellentiam feliciter contemplabimur.»
(IT)
«Liberiamoci in fretta, spiriti celesti desiderosi della patria celeste, dai lacci delle cose terrene, per volare con ali platoniche e con la guida di Dio, alla sede celeste dove contempleremo beati l’eccellenza del genere nostro.»
(Ficino, Theologia Platonica, I, 1)

Platone nel suo filosofare esprime molto bene quella che è l’inquietudine interiore degli uomini del Rinascimento.

Il Rinascimento è proprio inteso come periodo di rinascita delle arti, della letteratura e della religione.

Viene quindi fondata proprio a Firenze da Marsilio Ficino l’Accademia dove ci si poteva incontrare e coltivare l’interesse comune verso l’ideologia di Platone. Partecipò  anche Pico della Mirandola alla diffusione della dottrina neoplatonica.

Ti posi in mezzo al mondo affinché tu da là guardassi attorno a te più agevolmente ciò che sta nel mondo. Né celeste ti facemmo né terreno, né mortale né immortale, affinché tu, di te stesso creatore e artefice quasi arbitrario e onorario, ti scolpisca nella forma preferita. Secondo il giudizio del tuo animo potrai degenerare negli esseri inferiori che sono bruti, potrai rigenerarti negli esseri superiori che sono divini. Dalla Oratio de hominis dignitate

Esprime in maniera esemplare secondo me il concetto secondo cui l’uomo viene esaltato come creatura superiore a tutti gli altri esseri viventi e Pico sottolinea come la sua natura non sia stata determinata da Dio al pari degli altri animali, ma sia stato reso capace di plasmare a proprio piacimento il suo essere, scegliendo il ruolo più adatto a sé quindi artefice del proprio destino.

Possiamo quindi sintetizzare dicendo che il movimento è nato per armonizzare filosofia e religione, vengono messe sullo stesso piano cose molto diverse: religione egizia, filosofia greca, Antico e Nuovo testamento. L’Amore e la bellezza vengono posti al centro, il primo viene visto in maniera ideale, quindi platonica.

 

 

 

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