CARTHAGO NOVA: L’argento delle Legioni di Claudio Rossi

La battaglia di Filippi e la sconfitta di Bruto e Cassio non sono state sufficienti per far tornare la pace a Roma. Gli ufficiali della parte perdente vengono assegnati a nuovi incarichi, e nell’Urbe le proscrizioni seminano la morte tra i patrizi che hanno sostenuto il sogno repubblicano dei cesaricidi.

Mentre si consumano i giochi di potere dei triumviri, Quintilio, un agrimensore civile che presta servizio nel Genio dell’esercito insieme al segretario greco Hicesius, viene destinato in Hispania, al presidio di Carthago Nova, le cui ricche miniere forniscono alla zecca romana l’argento necessario per battere le monete con cui vengono pagate le legioni.
Carthago Nova è una città tranquilla, ma il lavoro in miniera non è privo di rischi: la vena, sfruttata da secoli, nasconde insidie mortali, e persino la consegna a Roma dei lingotti ricavati dal minerale argentifero si dimostra impresa tutt’altro che facile. “

  • Editore ‏ : ‎ Independently published (10 giugno 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 374 pagine
  • Recensione a cura di Stefania De Leonardis

Il romanzo inizia con l’ultima e conclusiva battaglia di Filippi che, nell’ottobre del 42 a.C., segna il tramonto del sogno repubblicano dei cesaricidi.

Al termine della battaglia in Macedonia un gran numero di legionari cessò il proprio servizio e venne messo a riposo con l’honesta missio (una “liquidazione” pari a circa una dozzina d’anni di servizio e la concessione in proprietà di un lotto di terra centuriata).

Questo è ciò che accade a Giulio Valerio Longino che viene convocato alla Commissione di disciplina perchè viene accusato di essersi arreso durante la battaglia abbassando i vessilli, questo per evitare una strage dei suoi soldati.

«Noi riteniamo che tu sia degno

di prestare nuovo giuramento all’esercito della repubblica. Ma il tuo

comportamento non è un buon esempio per le truppe combattenti. Sarai

tolto dagli effettivi che prestano servizio nelle legioni schierate ai confini

della repubblica, e sarai affidato al Comando dell’Urbe affinché ti sia

assegnato un ruolo non combattente».”

Longino verrà trasferito a Carthago Nova in Hispania (l’attuale Cartagena città della Spagna) dove dovrà occuparsi di un lavoro di grande responsabilità da cui dipende il benessere delle truppe che hanno sparso il loro sangue in Macedonia o in altri luoghi della repubblica. Con lui va il centurione Cetago.

Ed ecco che la vicenda dell’estrazione d’argento dalle miniere di Carthago Nova e il trasporto dei lingotti d’argento a Roma si intreccia con la battaglia tra i cesaricidi Bruto e Cassio e i triumviri Marco Antonio e Ottaviano nella piana di Filippi.

Longino si incontrerà con il protagonista principale della storia: L’agrimensore Fausto Quintilio.

E’ Fausto Quintilio che narra in prima persona le vicende di Carthago Nova e del suo incredibile viaggio verso Roma a consegnare l’argento all’Erario.

ACarthago Nova, lui e i suoi amici, l’agrimensore Lucio Felice e il minatore Valente, rimangono intrappolati nella miniera a causa del crollo delle gallerie sopravvivendo con poco cibo e acqua avvelenata. Solo con la lancia di Quintilio riescono ad aprire un varco ed a uscire fuori.

Quintilio, dopo essere stato salvato e portato nella villa di Licinio Gavio nella quale era di stanza, viene a sapere dal greco Hicesius, il suo amico scrivano, che si dovrà recare al Comando.

…Ora dovrei anche rispondere al Comando?».

«L’intendente Gavio è stato chiaro, Quintilio: a Roma hanno bisogno di

quell’argento e tu dovrai muoverti rapidamente per aiutare sia coloro che

hanno a cuore questa miniera, che l’esercito che cura gli interessi della

repubblica».”

Quintilio,tramite lettera, viene convocato al Presidio di Carthago Nova dove verrà interrogato dal tribuno Longino ed esortato a spiegare dettagliatamente l’accaduto che ha causato la morte di 200 persone, in più dovrà effettuare il sopralluogo alle miniere con il tribuno Longino e con il fido Hicesius pronto a misurare le gallerie.

«Dovrai spiegare per filo e per segno cos’è accaduto», riprese il tribuno.

«Dovrai pesare le parole, perché non saremo soli, ci sarà anche il prefetto

della città. Si dovrà discutere davanti al legato Virio Murena, che è appena

giunto da Roma. Stasera è impegnato con il prefetto. Molte persone stanno

rischiando… qualcosa, per quel crollo».

Quintilio viene interrogato anche dal legato Virio Murena che lo esorta a consegnare l’argento a Roma entro 40 giorni; purtroppo la quantità prevista non verrà raggiunta: manca qualche lingotto. L’intendente Gavio escogita un escamotage: acquistare l’argento dagli argentari di Tarraco, restituendo loro l’argento fra tre mesi ma dopo averlo estratto dalla miniera.

“Sto concludendo l’acquisto delle molte libbre d’argento che ci

mancano da un collegium di argentari di Tarraco, e ho qui a Carthago Nova

il capo di quel collegium venuto apposta. Non vi dico le difficoltà! Ma a

parte questo abbiamo anche un altro problema: c’è ordine di conservare il

segreto su tutta l’operazione».”

Succede che tutti i protagonisti, compresi Quintilio ed il greco dovrano imbarcarsi su una nave privata l’“Aius Loquens” a consegnare l’argento a Roma.

Quintilio, su ordine del legato Murena, disegna una mappa del luogo che servirà a ritrovare i lingotti d’argento una volta seppelliti, in più dovrà costruire un archipendolo che serve a misurare il terreno per disegnare la mappa. Un sesto senso dice che il viaggio non sarà dei migliori perchè si sospetta che verranno tutti uccisi per mano di Murena. Poco prima dell’alba la nave naufraga a causa del maltempo e si arena tra la Corsica e la Sardegna. Fuggono da Murena dandosi tutti alla macchia.

Giungono a Roma con ognuno la sua storia da risolvere e l’argento consegnato all’Erario non prima di un ritorno in Sardegna a recuperare l’argento nascosto a Murena.

La storia si conclude con il ritorno di tutti a Carthago Nova dove Quintilio riprenderà il suo posto da sovraintendente alle miniere.

Diamo anche uno sguardo ai personaggi, che sono molti e tutti con una storia da raccontare… Ne citerò alcuni con le loro peculiarità e le loro storie e tutti con profili psicologici perfettamente delineati e convincenti!

L’agrimensoreFausto Quintilio voce narrante della storia e bravo a cacciarsi nei guai assieme al suo amico, il greco Hicesius. Ha un debole per Fausta!

Hicesius il greco, scrivano, aiutante, misuratore e amante dei cenacoli letterari. Furbo e calcolatore.

Il tribuno Giulio Valerio Longino, uomo d’onore e intelligente, che andrà a Roma a consegnare l’argento. E’ innamorato di Fausta.

Il centurioneEmilio Cetego guardiano e accompagnatore di viaggio che collabora nella operazione segreta del trasporto dell’argento.

Lucio Felice l’agrimensore che sostituisce Quintilio nelle miniere durante l’assenza da Carthago Nova .

Ex gladiatore Sabino Publiano, amico di Quintilio, e risolutore di molte vicende che Quintilio gli pone davanti.

Baraclio, il cacciatore di schiavi, personaggio pittoresco con a seguito un cane e un servo di colore.

La bellissima, aristocratica e risoluta Licinia Fausta, figlia di Licinio Gavio l’intendente di Agrippa, e moglie di Publio Aquinio.

Verrà aiutata da Quintilio e da Sabino Publiano, a ritrovare le sue due bambine rapite avute da Publio Aquinio che crede morto in battaglia.

Publio Aquinio,tribuno, e marito di Fausta che torna a Roma da vivo; essendo stato riconosciuto come disertore dell’esercito nella battaglia di Filippi, si suicida. Fausta non lo saprà mai. E stato lui a rapire le bambine.

Licino Gavio l’intendente di Agrippa che accompagnerà la figlia Fausta a Roma.

Messieno, centurione della guardia di Murena, il legato Virio Murena e il pericoloso generale Rufo Salvidieno sono gli uomini che inseguivano i naufraghi nell’isola di Sardegna per poi ucciderli; verranno arrestati e condannati e forse uccisi! Proverbiale la loro perfidia e la loro doppia faccia.

A bordo dell’“Aius Loquens” anche loro raggiungeranno Roma!

Ed infine i naufraghi, nonché i protagonisti della storia, che raggiungeranno Roma. Essi sono: Quintilio, il greco Hicesius, Longino, Fausta, Licinio Gavio e Cetego.

Un libro ben scritto, ricco di colpi di scena e intrecci di storie che catturano l’attenzione senza farti perdere il filo della narrazione tenendoti inchiodato alla trama. Molte notizie, riguardanti il periodo storico collocato dopo la battaglia di Filippi, sono rigorose e ottimamente rappresentate così come la descrizione geografica dei luoghi con nomi latini ( Ad duas Lauros – Centocelle attuale quartiere di Roma),le ore (dalle 6 alle 7 hora prima),le unità di misura per lunghezze (Miglio 1,48 km) e la moneta repubblicana (Denario = 4 sesterzi).Ho trovato impressionante la descrizione della grande battaglia di Filippi. Mi è sembrato di stare lì al campo di battaglia con tutti gli orrori, le grida, i gesti e gli odori.

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