Caterina Howard. La Regina Scandalosa di Alison Weir

Nipote del potente Duca di Norfolk, nonché cugina di Anna Bolena, la giovane Caterina Howard, nonostante l’alto lignaggio della sua famiglia, cresce in condizioni di semipovertà. Dopo la morte della madre, e a seguito dei numerosi debiti contratti dal padre, la bambina viene mandata a Lambeth, ospite della duchessa vedova di Norfolk. È consuetudine, per i bambini nobili, essere allevati presso famiglie importanti, e Caterina ha ormai l’età giusta per acquisire le abilità, la grazia e l’eleganza che le saranno utili per contrarre un buon matrimonio, o addirittura per ottenere un posto a corte. Ma a Norfolk House, nonostante la sorveglianza di Madre Emmet, la notte i corridoi si riempiono di sussurri e risate soffocate. Nella residenza sono ospitate e educate altre giovani di origine aristocratica che, al calare delle tenebre, si dilettano in banchetti clandestini e incontri segreti, sotto gli occhi curiosi della piccola Caterina. Anni dopo, divenuta una giovane donna di grande fascino, Caterina verrà introdotta a corte come damigella d’onore di Anna di Kleve, la nuova moglie del re. Ma, sotto la scaltra guida del Duca di Norfolk, diventerà presto una pedina fondamentale per le alleanze politiche dell’Inghilterra. Il suo compito, però, è tutt’altro che semplice: dovrà persuadere sua maestà a trovare un pretesto per divorziare dalla consorte, farsi incoronare regina e donare al re un erede, per garantire la successione. Un compito in cui altre quattro donne, prima di lei, hanno fallito, e che rischia di trasformarsi in una trappola letale quando il suo scabroso passato verrà alla luce. Dopo aver raccontato le prime quattro mogli di Enrico VIII, Alison Weir tratteggia il vivido ritratto di Caterina Howard, la cui rapida ascesa al trono, costellata di scandali, condusse in breve verso una fulminea e tragica caduta.

Editore ‏ : ‎ BEAT (14 aprile 2022)
Lingua ‏ : ‎ Italiano
Copertina flessibile ‏ : ‎ 512 pagine

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

Dopo aver raccontato le vicende della prime quattro mogli di Enrico VIII, Alison Weir ci narra le vicende della quinta consorte, Caterina Howard, che salì rapidamente al trono e altrettanto rapidamente ne cadde per accomodarsi in ginocchio con la testa su un ceppo in attesa della mannaia. Per quanto le vicende delle sventurate donne che incontrarono sul loro cammino uno dei sovrani più noti e controversi del passato siano a grandi linee note a tutti, è sempre interessante venire a contatto con quei particolari che hanno innescato la miccia del loro tragico epilogo. Con la serie Le Sei Regine Tudor abbiamo un quadro preciso, chiaro, mai banale o noioso delle donne che salirono al trono al fianco di Enrico VIII. Attraverso una scrittura fluida e al tempo stesso colta, veniamo a conoscenza della situazione privata dei personaggi e al contempo di quella storica e politica di un’epoca caratterizzata da grandi cambiamenti.

Il ritratto di Caterina di Hans Holbein che troviamo sulla copertina ci accompagna durante la lettura. Non si può proprio fare a meno di pensare che quella donna dall’aria placida e apparentemente serena, che ha posato davanti a uno degli artisti più celebri del tempo, sia stata una vittima delle circostanze, l’ennesimo agnello sacrificale che è stato steso sull’altare della ragion di stato da Enrico VIII. Eppure, nonostante sia sempre ingiusto colpevolizzare le vittime, nel caso della giovane Caterina non possiamo ignorare il fatto che la sua condotta troppo leggera e superficiale sia stata la sua rovina. Non è questa la sede giusta per imbastire un processo alla quinta moglie del re Tudor, tuttavia man mano che scorrevo le pagine e apprendevo sempre più dettagli riguardo la vita di questa giovane donna, non sono riuscita a fare a meno di pensare che se avesse adottato una condotta meno sconsiderata, se avesse agito riflettendo e non di impulso, forse le sue vicende personali avrebbero potuto concludersi diversamente. Ma di “se” e di “ma” sono piene le fosse, come si suol dire.

Caterina proviene da una delle famiglie più prestigiose e nobili d’Inghilterra, gli Howard, parenti stretti del potente duca di Norfolk, che è suo zio. Suo padre, Lord Edmund, nonostante sia stato investito del titolo di cavaliere, trascorre la vita a collezionare debiti, tanto che Caterina, orfana di madre, cresce in condizioni quasi di povertà, per questo viene spedita come un pacco da vari parenti, fin quando non approda nella residenza di Lambeth, dalla nonna, duchessa vedova di Norfolk. In questa prestigiosa dimora sono ospitate ed educate molte altre giovani di origine aristocratica. Questa infatti era un’usanza tipica dell’epoca volta alla speranza che in seguito ad un’educazione adeguata le fanciulle potessero contrarre una buona unione matrimoniale. Ma Caterina si rivela un po’ riluttante nei confronti di qualsivoglia educazione:

“Mi è stato riferito che sei testarda, frivola e amante dei piaceri, e che non eccelli in compassione”.

Caterina nella sua ingenuità di dodicenne proprio non comprende che male ci sia nell’essere allegri, godere delle risate e amare i bei vestiti. Data la sua età viene ammessa al dormitorio femminile, insieme alle giovani donne in età da marito e a quelle già sposate o in procinto di farlo che dimorano sotto quello stesso tetto. In questa ala di notte si organizzano una sorta di pigiama party dei nostri giorni, ai quali vengono invitati all’insaputa, ma neanche tanto, della duchessa di Norfolk molti gentiluomini facente parte del suo gabinetto (che non è la toilette!). Tuttavia in questi convegni non si mangia e si beve soltanto, le giovani donne si abbandonano anche a convegni amorosi con questi gentiluomini, il tutto sotto gli occhi vigili e curiosi della giovane Caterina.

“E, in breve tempo, l’arte amatoria non ebbe più molti segreti per lei. Aveva visto di tutto”.

In questo periodo la famiglia Howard, imparentata con l’attuale regina Anna Bolena, cade improvvisamente in disgrazia quando quest’ultima viene accusata di adulterio, processata e condannata a morte. Durante un banchetto natalizio la giovane Caterina, che sta crescendo rapidamente, si imbarca in una relazione con il suo maestro di canto, mr Manox, con il quale inizia persino a incontrarsi segretamente durante la notte. Con l’ingenuità della sua giovane età, la nostra crede di poter addirittura sposare quest’uomo un giorno, ma lui sembra essere molto più realistico in merito:

“Siete una sciocca, Caterina. Vivete in un sogno a occhi aperti. Non potremo mai stare più insieme di come stiamo ora, il nostro rapporto non può andare oltre. Non fatevi illusioni. Non potremo mai sposarci”.

La relazione termina quando la duchessa vedova li sorprende, allontana Manox dal suo palazzo e Caterina intreccia un’altra relazione con Francis Dereham, che a differenza del precedente amante è un gentiluomo. Anche in questo caso la ragazza si illude di poter sposare l’uomo, ma viene messa in guardia dalle altre dame di casa:

“È poco probabile che vi sposi adesso. Ha già avuto modo di godere di tutti i piaceri del matrimonio. Perché prendersi il fastidio?”.

È evidente che a Caterina siano mancate le basi riguardo le relazioni con l’altro sesso, ma è pur vero che Dereham la ricopre di doni, e le dice continuamente che è intenzionato a sposarla. La duchessa di Norfolk, venuta a conoscenza dell’ennesima tresca della nipote, le impedisce di vedere ancora quell’uomo e soprattutto di considerarsi fidanzata a lui. Nonostante le ammonizioni della nonna la relazione però continua segretamente, e si logora solamente quando il re è in procinto di sposare la sua terza moglie, Anna di Cleves, e il duca di Norfolk decide di far entrare nel suo seguito la giovane Caterina, cosa che la entusiasma molto visto che dovrà trasferirsi a corte.

“La rapidità con cui la sua vita era cambiata le toglieva il fiato. All’improvviso aveva uno scopo, un futuro … e scintillante, per giunta”.

Ed è in questa occasione che ha modo di rivedere il cugino Tom Culpeper, con il quale si era incontrata di rado da bambina, e ne rimane totalmente affascinata. Costui gode persino del favore del re, infatti è stato nominato di recente gentiluomo del Gabinetto privato, e una volta che la cugina giunge a corte inizia a corteggiarla, grazie anche alla gentile intercessione di tale Lady Rochford, anche lei dama del seguito della nuova regina, la quale si offre di vigilare sui loro incontri clandestini. A questo punto mi sembra doveroso introdurre questa donna che risulta essere un po’ troppo interessata al buon esito di questa relazione. Nata Jane Parker, era approdata a corte in adolescenza per entrare al servizio dell’allora moglie del Re Caterina d’Aragona, successivamente sposò George Boleyn, visconte di Rochford, nonchè fratello della regina Anna Bolena. Quando suo marito venne accusato di incesto con la sorella non è certo se abbia o meno avvalorato queste accuse, l’unica certezza storica circa la vicenda è che Jane non compare tra i testimoni del processo. E adesso, in qualità di dama di Anna di Cleves, la vediamo un po’ troppo impegnata ad aiutare i due giovani.

La vita di Caterina però, pochissimo tempo dopo il suo arrivo a corte inizia a prendere una piega decisamente diversa quando suo zio, il potente duca di Norfolk, le comunica che il re è fermamente intenzionato a divorziare dalla nuova regina che non ha fatto in tempo neanche ad incoronare, e dunque che necessita di rimettersi alla ricerca di un’altra sposa che possa garantire la successione, poiché l’unico figlio maschio avuto da Jane Seymour non basta.

“Ho già visto una delle mie nipoti salire sul trono e mi chiedo perché un’altra non dovrebbe assurgere al medesimo onore. Caterina, tu sei più graziosa di quella sgualdrina di Anna Bolena, e hai fascino. Il re rimarrà incantato”.

Il duca di Norfolk si chiede perché un’altra delle sue nipoti non potrebbe sedersi sul trono. La risposta potrebbe essere la seguente: già con una le cose sono andate malissimo, hai rischiato di cadere in disgrazia e finire anche tu con la testa staccata dal collo, adesso davvero te la senti di riprovarci? Oltretutto con una ragazzina che quando si trovava in casa della duchessa vedova è stata sorpresa ben due volte in atteggiamenti intimi con due uomini diversi? Il duca era a persino a conoscenza della passata condotta della nipote, tant’è vero che la ammonisce: il re la deve credere virtuosa e non deve assolutamente venire a sapere nulla del suo passato. Ma tutto questo non è bastato per impedire di esibire Caterina al cospetto del re che, da buongustaio come è passato alla storia, ne rimane subito affascinato.

A questo punto della storia anche Caterina stessa avrebbe potuto sottrarsi al suo destino futuro se solo avesse usato un po’ di buonsenso evitando di mentire al re quando le chiede se è realmente libera da impegni. E puntualizzo questo aspetto poiché nel momento in cui il corteggiamento di Enrico inizia a divenire noto a tutta la corte, ecco risbucare dalle nebbie del passato Francis Dereham, il quale si presenta al cospetto di Caterina puntualizzandole che è legata a lui da un contratto prematrimoniale che la donna nega non tenendo conto che certi accordi, seppur verbali, ma poi seguiti da copula, all’epoca costituivano un vero e proprio contratto. Ma la nostra è talmente entusiasta all’idea di posare le terga sul trono che prende le minacce di Dereham con estrema leggerezza, pur pensandoci di tanto in tanto, e va dritta per la sua strada, finchè non giunge il giorno delle nozze.

“Caterina aveva le vertigini per l’euforia. Era regina adesso. Era la regina d’Inghilterra!”.

La regina Caterina deve scegliere un simbolo, e la scelta ricade su una rosa incoronata. Inoltre il suo motto sarà “Non autre volontè que la sienne”, ovvero “Solo la sua volontà”. Purtroppo Tom Culpeper è sempre nei paraggi, essendo un uomo al servizio del re, e nel seguito di dame della regina ce ne sono moltissime che conoscono bene lei e le sue tresche. Dopo alcuni mesi dal matrimonio si libera un posto nel suo seguito, e chi viene raccomandata dal re in persona per occuparlo? Proprio Lady Rochford. Nonostante tra lei e Culpeper non ci siano stati incontri dopo le nozze, i loro sentimenti ripartono in quarta a seguito della febbre terzana del re che infiamma di nuovo la vecchia ferita che ha alla gamba costringendolo per molto tempo a letto, ed è proprio Tom che la conduce ogni volta al cospetto del marito sofferente, non dimenticando mai di rinnovarle i suoi sentimenti, spalleggiato da Lady Rochford che la incalza affinchè possano tornare ad incontrarsi. Inizialmente Caterina tenta di darsi un contegno, ma a seguito di un aborto che raffredda Enrico e chiaramente getta nello sconforto e nella solitudine la giovane regina, inizia man mano a cedere, non comprendendo a pieno i rischi di ciò che sta facendo:

“Era una follia, per la regina d’Inghilterra, comportarsi in modo così incauto. Ultimamente il suo pensiero andava spesso a sua cugina Anna. Ma lei amava moltissimo Tom e non facevano nulla di male, giusto?”.

La situazione inizia a degenerare quando nell’estate del 1541 Caterina parte al seguito del re. Sono diretti a York dove Enrico incontrerà suo nipote, il re di Scozia. Durante il tragitto la regina viene raggiunta da Francis Dereham che pretende di entrare a far parte del suo seguito con tanto di supplica da parte della duchessa vedova Norfolk, supplica ottenuta ovviamente con il ricatto da parte di quest’uomo che proprio non molla l’osso neanche adesso che a stringerlo sono le fauci del re in persona:

“Non dimenticate che questo vostro matrimonio è una farsa. Eravate mia moglie prima di diventare quella del re. Ma, non contenta di ciò, ho sentito che avete concesso i vostri favori a un altro. Ho amicizie al vostro servizio. Mi tengono informato”.

Caterina è costretta a nominarlo uscere della sua camera e a essere ancora più prudente nell’incontrarsi con Culpeper. Ma questo le si ritorce contro poiché Francis per meglio tenere la bocca chiusa le fa continue richieste di denaro. Tenta inutilmente di congedarlo ma non ci riesce. Inizia così a temere seriamente per la sua futura sorte. Mi chiedo, a questo punto, perché Caterina non abbia chiesto aiuto alla sua potente famiglia, perché non abbia avuto modo di avvertire lo zio Norfolk di quanto stesse accadendo così da lanciare a lui la patata bollente. Certamente per un uomo potente e influente come il duca di Norfolk sarebbe stato uno scherzo pagare qualcuno per togliere di mezzo lo scomodo Dereham. Ma nulla di tutto ciò avviene, e una volta terminato il viaggio, dopo Ognissanti, il Lord Cancelliere si presenta nel gabinetto privato di Caterina con un mandato di arresto.

“Madam, siete accusata di aver tenuto una condotta sconveniente prima del vostro matrimonio con Sua Maestà”.

Viene confinata nelle sue stanze e, in base a quanto le viene detto dall’arcivescovo Cranmer, che si occupa di farle le domande sul caso, il re è a conoscenza che in passato si sia intrattenuta carnalmente con due uomini, Manox e Dereham. Di Culpeper fortunatamente non si fa menzione, ma la regina, nonostante respinga ogni accusa, sa di essere colpevole, e inizia seriamente a temere per la sua vita:

“L’aveva abbandonata anche l’ultimo briciolo di razionalità. Era convinta che la visita del religioso fosse un cattivo presagio, così rimase in uno stato di frenesia, correndo in giro per la stanza in preda al terrore e cercando di uscire”.

L’arcivescovo torna di nuovo da lei e inizia ad incalzarla circa la fantomatica promessa di matrimonio di Dereham, circa la quale l’accusata dice la sua, che purtroppo non coincide con le leggi in merito:

“Una promessa di matrimonio seguita da copulazione è valida e vincolante quanto le nozze celebrate in chiesa”.

Per salvarsi Caterina accusa Dereham di stupro. A suo dire non era consenziente. Ma ormai non la crede più nessuno. Oltretutto successivamente le vengono anche fatte domande circa i suoi rapporti con Culpeper, che ovviamente lei nega fermamente. Viene quindi stabilito che la regina uscente in attesa di giudizio venga confinata nella residenza di Syon, e quando giunge a destinazione in compagnia delle sue dame, Lady Rochford inizia a dare segni di squilibrio, sragiona, ride come una pazza e confessa persino di essere stata lei ad accusare il marito e Anna Bolena di incesto, così da potersi sbarazzare di lui, un’accusa chiaramente senza alcun fondamento che aveva portato entrambi al patibolo. Caterina è sconcertata, soprattutto per il fatto che in piena farneticazione Jane Rochford viene convocata dal Consiglio per essere interrogata: pazza com’è potrebbe dire di tutto.

Purtroppo tempo dopo le viene comunicato che le sono stati annullati i diritti civili. La ormai ex regina, secondo il Consiglio, ha avuto in passato una condotta né pura né onesta, ha preso a suo servizio un vecchio amante e una donna che conosceva le sue malefatte (Jane Rochford), provando dunque che non era affatto pentita, inoltre in concorso con questa dama aveva cospirato per i suoi perversi scopi, ovvero incontrarsi segretamente con Culpeper. Apprende anche che sia Dereham che Culpeper sono stati condotti prima in carcere e poi giustiziati. Stando così le cose inizia ad essergli chiaro cosa le accadrà, e infatti qualche giorno dopo aver appreso della tragica morte di Tom le viene comunicata la decisione circa la sua sorte:

“A morte! La fine peggiore. Non riusciva a credere che stesse succedendo. Se non fosse stata seduta, sarebbe rovinata a terra. Era la resa dei conti, la punizione di Dio per la sua malvagità”.

Caterina, a soli 21 anni, viene condotta nella sua ultima dimora terrena, la Torre, dove attenderà il giorno dell’esecuzione. Purtroppo durante il viaggio su di una chiatta, al suo arrivo a Londra, la attende una visione orribile:

“Stavano passando sotto il London Bridge, di cui vide la torre sulla sponda sud. Poi guardò meglio e i suoi occhi terrorizzati rimasero inchiodati, perché su due lunghe picche erano infilzate due teste. Erano nere e già in parte putrefatte, ma le riconobbe all’istante: Tom e Francis”.

Caterina giunge ai suoi alloggi presso la Torre in stato di grande prostrazione. Ancora non è a conoscenza della data dell’esecuzione e tenta come può di prepararsi alla morte con dignità. Chiede persino che le sia portato il ceppo sul quale dovrà posare la testa durante l’esecuzione così da potersi preparare meglio. Quando viene condotta al patibolo riesce a mantenersi calma e serena, per quanto ci si possa mantenere calmi di fronte all’imminenza della propria morte.

Alison Weir la definisce, come da titolo, “la regina scandalosa”, e certamente rispetto alle precedenti mogli di Enrico Caterina lo è stata, ma nella sua personalità troneggia più che l’essere scandalosa una grande ingenuità e leggerezza. Chi avrebbe dovuto vigilare sulla sua persona, che già in giovinezza mostrava un carattere particolarmente predisposto al rifiuto della disciplina, non lo ha fatto nel modo più appropriato, e lei stessa ha sempre seguito i suoi impulsi e mai la ragione. Se l’è cercata? Forse si, o forse è stata semplicemente l’ennesima vittima degli eventi, anche se percorrendo la sua storia per intero non si può fare a meno di riflettere sul fatto che abbia agito molte volte con una leggerezza estrema che l’ha portata alla rovina, leggerezza presa sottogamba anche da chi ha tramato per farla sedere sul trono. 

Prima di morire, Caterina ha riflettuto sulle cause che la stavano portando a posare la testa su di un ceppo, attribuendone la colpa al fato, alla fortuna mutevole:

“La fortuna era così crudele, imprevedibile e mutevole! Con quanta rapidità girava la sua ruota!”.

Ma è pur vero che la ruota della fortuna non si muove da sola, necessita sempre di una nostra spinta, e quella di Caterina Howard è stata spinta troppo velocemente e verso la direzione sbagliata.

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