CECILIA – Annie Garthwaite

La pira eretta sulla piazza di Rouen sembra già emanare il calore delle fiamme, quando la sedicenne Cecilia Neville, insieme al suo sposo Riccardo Plantageneto duca di York, vi giunge per assistere alla brutale esecuzione di una donna appena più grande di lei. Giovanna, meglio nota come Giovanna d’Arco, ha avuto coraggio nella vita e ora deve averlo anche nell’ordalia che l’aspetta. Davanti al rogo che sprigiona un soffocante fumo nero, Cecilia non può fare a meno di nutrire un sentimento di ammirazione per la vittima. Lo spettacolo è crudele. Ma la sposa del duca di York non distoglie lo sguardo. Tutti devono poter vedere come il suo casato assiste alla fine dei nemici del re. L’epoca è grama. La guerra con la Francia si trascina da cento anni tra alleanze e tradimenti che si susseguono senza sosta. Enrico VI, re d’Inghilterra e ora anche di Francia, è un bambino di dieci anni incline piú alla preghiera che alla guerra. Il corteo della nobiltà, e dei funzionari assetati di potere che l’accompagna, semina sospetti e dubbi su chiunque, soprattutto su chi, come Riccardo, avrebbe di che avanzare diritti di sangue su quel trono così assediato. Occorre essere guardinghi, allontanare per ora ogni vaga accusa di infedeltà, avere intuito politico. Facoltà che non mancano a Cecilia Neville. Decisa a salvare la sua famiglia, la giovane duchessa di York sa che, prima di armarsi, una donna deve essere ben sicura di vincere. La fine della Pulzella d’Orleans gliel’ha insegnato. Dovrà chiamare a raccolta astuzia, sfrontatezza e coraggio per assolvere il suo compito. Anche a costo di infrangere ogni regola e tabù che abbia mai osato immaginare. Anche a costo di contemplare, alla fine, il tradimento.
Ridando vita a una figura femminile straordinaria per la sua modernità, una donna destinata a diventare madre di due re, Cecilia è un romanzo palpitante, dai toni ora elegiaci e delicati ora potenti e suggestivi; un’opera che mostra come la Storia, e i suoi capitoli decisivi, come la Guerra delle due rose, siano impensabili senza il ruolo decisivo delle donne.

  • Editore ‏ : ‎ BEAT (25 ottobre 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 336 pagine

Recensione a cura di Lia Angy Fiore

“Noi donne non abbiamo spade, operiamo con le parole.”

Siamo a Rouen, in Francia, nel 1431. È una giornata di fine Maggio e una ragazza di sedici anni assiste all’esecuzione di una giovane donna, condannata al rogo con l’accusa di eresia e di aver sostenuto il re di Francia contro il sovrano inglese. La giovane condannata a morte è Giovanna d’Arco e la ragazza che osserva i suoi ultimi istanti di vita è Cecilia Neville, da otto anni moglie di Riccardo Plantageneto duca di York. Cecilia, nel suo abito di velluto nero, ci appare impassibile; non abbassa lo sguardo davanti al terribile spettacolo della carne che brucia. Solo lei è a conoscenza del sudore che le scorre lungo la schiena e dello stomaco che si contrae. Fredda, imperturbabile… È questa l’immagine che ho avuto di Cecilia dalla prima all’ultima pagina, ed è forse questo il motivo per il quale non sono riuscita ad entrare in sintonia con lei, pur riconoscendone i meriti.

Dalla brutale esecuzione di Giovanna, trae un insegnamento che terrà bene a mente per tutta la sua lunga vita: “prima di armarsi, una donna deve essere ben sicura di vincere”.

Ultima di dodici figli, Cecilia ha imparato da sua madre che la fede e il coraggio vincono su tutto, e che bisogna sempre essere preparati a giocare le partite che la vita ci pone davanti e alle quali non ci si può sottrarre.

Un’altra cosa che ha appreso, sin da bambina, è che le opportunità vanno colte, oppure bisogna crearsele.

Il matrimonio con Riccardo è un’unione combinata tra due sposi-bambini.

Riccardo, figlio di un padre condannato a morte per tradimento, dopo essere stato a lungo sballottato come un fardello fastidioso e indesiderato, conosce il calore di una casa e di una famiglia grazie a Ralph, il padre di Cecilia, che decide di fare di lui un suddito del re e lo sposo di sua figlia. Un matrimonio imposto, dunque, ma dal quale nascerà un amore vero e solido, fatto di poche smancerie e di tanta complicità. Riccardo e Cecilia sono alleati uno con l’altra, guardano insieme nella stessa direzione, pianificano insieme per raggiungere gli stessi obiettivi, “hanno intravisto la possibilità di trovare un posto nel mondo e hanno unito le mani per afferrarla”.

Cecilia segue Riccardo in quasi tutti i suoi spostamenti, in Inghilterra, in Francia, in Irlanda, e lui la coinvolge sempre nei suoi stratagemmi, nei suoi progetti, nel decidere gli incarichi di ufficiali e comandanti.

Riccardo è il servitore devoto e leale di Enrico VI, un re-bambino capriccioso, lamentoso, volubile, e facilmente influenzabile da chi ha attorno. Sarà proprio quest’ultimo difetto di Enrico a procurare dei grossi problemi a Cecilia e alla sua famiglia.

Da donna scaltra e perspicace, lei ha sempre messo in guardia il suo sposo, soprattutto da quando il re ha sposato Margherita d’Angiò, che da ragazzina spaventata, costretta a lasciare la sua patria e a sposare un uomo sconosciuto per sancire la pace tra l’Inghilterra e la Francia, si è trasformata in una donna assetata di potere e senza scrupoli. Margherita ed Edmondo Beaufort, forse amanti, riescono a instillare il sospetto del tradimento nella mente di quel re fragile e manipolabile. Riccardo è accusato di essere un “traditore”, la stessa parola per la quale suo padre era stato condannato a morte.

Cecilia è costretta a piegarsi, a implorare misericordia… Non lo fa per il marito, perché è disgustata dalla sua ingenuità e pensa che si sia messo da solo in quella situazione, sottovalutando i suoi nemici. Lo fa per i suoi figli. Nel corso della sua esistenza, partorirà ben tredici figli, e saprà anche cosa significa perderli prematuramente. 

“La vita di un figlio è incerta e io ne ho seppelliti tanti quanti ne ho curati.”

Cecilia ha già perso troppi figli e non è disposta a perderne altri.

In ogni circostanza, anche la più terribile, ciò che conta è che i suoi piccoli siano salvi e vivi. Sarà questo il suo pensiero anche dopo aver assistito, dalla finestra della Torre di Mortimer, alla distruzione di Ludlow e al massacro dei suoi domestici ai quali lei stessa aveva ordinato di restare in attesa disarmati. In cuor suo sa di essersi resa responsabile del loro brutale sterminio, consegnando Ludlow nelle mani dei nemici, per ricevere in cambio la salvezza per se stessa e per i suoi bambini.

Tra il personale di servizio, si salva soltanto Annette, la balia. È il personaggio che ho amato di più. Annette è una donna forte, sincera, leale, diretta e saggia. Dopo aver perso suo marito e il suo unico figlio, ha deciso di donare tutto il suo amore ai figli di altre donne. Per Cecilia è una fidata confidente e consigliera, che sa come riportarla alla ragione nei rari momenti in cui la sua lucidità sembra venir meno.

Il ritratto di Cecilia tratteggiato da Annie Garthwaite è quello di un’abile stratega; di una donna ambiziosa, razionale e calcolatrice, che colpisce soprattutto per la sua modernità. In tempi in cui le donne erano spesso subordinate agli uomini, Cecilia Neville sembra avere un’incredibile libertà d’azione e un ruolo paritario con il marito. La vediamo impegnata in prima persona a sostenere la carriera politica di Riccardo, a curare gli interessi della famiglia e a tessere una fitta rete di relazioni sociali necessarie per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Negli ultimi capitoli, vediamo che il suo primo obiettivo, l’ascesa al trono del marito, fallisce, ma non si dà per vinta e, trovando il coraggio di rialzarsi, riesce nel suo intento di far salire sul trono Edoardo, il suo figlio prediletto. Ed è con questa vittoria che il romanzo s’interrompe. L’autrice ci fa soltanto intravedere il futuro di Cecilia; un futuro luminoso, come quel sole che lei stessa ha voluto come blasone e simbolo del suo regno, e che la vedrà ancora al centro della scena. Quando suo figlio lascia la città per tornare a combattere, è a lei che affida la gestione del regno e il comando assoluto del casato.

Non è un romanzo di facile lettura per chi non conosce dettagliatamente il periodo storico, così denso di avvenimenti (la Guerra dei Cent’anni, la Guerra delle Due Rose…) e di personaggi. Il fulcro della narrazione sono i giochi di potere, le guerre, le alleanze e gli intrighi, molto più della vita privata e degli affetti. Nel complesso, è stata una lettura appassionante, che mi ha permesso di conoscere una protagonista a tutti gli effetti della storia dell’Inghilterra, alla quale va riconosciuto il merito di aver dato vita a una dinastia. Credo che questa citazione finale racchiuda la vera essenza di Cecilia Neville…

“Quando mai mi sono tenuta a distanza dal cuore delle cose?”

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