Cent’anni di Giuseppe Bordonali

Solo da orfano Arturo scopre la tragedia che l’ha privato dell’amore materno. Trova quindi nelle donne l’affetto negato: la sensuale Costanza è croce e delizia, Elena la madre dei suoi figli, Laura la compagna della vecchiaia. Pilota di D’Annunzio durante la Grande Guerra, Arturo scopre a Fiume idee rivoluzionarie: il voto alle donne, l’habeas corpus, il divorzio, la libera omosessualità e le droghe. L’euforia e la libertà della città vengono però stroncate nel Natale di Sangue. Arturo mal sopporta il Ventennio per il pessimo rapporto con un gerarca e poi, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, segue con ansia i bollettini dall’Africa Orientale, dove il figlio Andrea è pilota. Il gerarca gli fa credere che Andrea sia morto e ad Andrea, prigioniero in Africa, fa comunicare che i familiari sono deceduti durante un bombardamento. Solo dopo vent’anni la menzogna viene scoperta. Arturo conosce poi Canepa e la rivolta indipendentista siciliana, quindi racconta la sua vita sino al lancio di monetine su Craxi, dinanzi al Raphael.

Copertina flessibile: 384 pagine
Editore: Castelvecchi (24 gennaio 2019)
Collana: Narrativa
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8832824906
ISBN-13: 978-8832824902

Link d’acquisto

Recensione a cura di Cinzia Cogni

Quando ho iniziato a leggere “Cent’anni” pensavo fosse una storia d’amore ambientata fra le due guerre mondiali, dove la parte storica era solo lo sfondo per dar vita a questo romanzo.
Mi sbagliavo! L’autore ha creato una bellissima storia, emozionante, ricca di sentimenti, ma con l’intento di raccontare il XX secolo ,a partire dalla prima guerra mondiale fino al crollo del muro di Berlino, fondendo fantasia e realtà storica in modo perfetto.

“Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò infine in guerra contro Austria, Germania e impero ottomano.
Qui inizia la storia della mia guerra.”

Il protagonista, Arturo, è l’io narrante ed è attraverso le sue parole ed i suoi occhi, che il lettore viene trasportato indietro nel tempo e accompagna i personaggi di questa storia fra gli eventi più drammatici e significativi del ‘900.
Arturo è siciliano e questa terra di pescatori e contadini, popolata da gente semplice e fiera delle proprie radici, diventa l’epicentro di tutto il romanzo: nelle difficoltà, ovunque si trovi, ad Arturo basterà ammirare o ricardare quei panorami mozzafiati, per ritrovare la serenità ed affrontare le avversità della vita.

“Sedetti con le spalle al senso di marcia per guardare, sinché potevo, il mio mare e la mia terra: vidi così con dolore Ortigia e il Plemmirio sparire e, quando il vagone s’infilò tra le rocce di Targia, un dubbio si fece strada nella mia mente: sarei più tornato?”

La trama è complessa, ricca di eventi storici significativi, con personaggi realmente esistiti come Gabriele D’Annunzio, protagonista accanto ad Arturo nella prima guerra mondiale, piloti ed amici che condivideranno diverse avventure, fino alla fatidica impresa di Fiume.

“Poiché le nostre missioni divennero quotidiane, colui che già iniziavano a chiamare “il vate” aveva fatto scrivere in rosso, sulla prua del nostro aereo
Repetita juvant
…D’Annunzio era senza dubbio un trascinatore d’uomini, un comandante per cui sarebbe valsa la pena morire.”

Mentre gli eventi storici si susseguono, la vita di Arturo è piena di colpi di scena, più dolori che gioie a dire il vero, e la maggior parte dei suoi dispiaceri sono causati dalle donne.
Figlio di una donna francese e di un padre siciliano, Arturo capisce ben presto che fra loro non c’è amore, la madre infatti si rifiuta di parlare italiano ed è fredda, anafettiva, chiusa in suo mondo impenetrabile. Cresciuto senza amore lo cercherà nelle donne che il destino gli farà incontrare, a partire dalla bella figlia del notaio Modica,
Costanza, che incarna il fascino delle donne siciliane:forte, tenace e soprattutto sensuale, di quelle che basta uno sguardo per far cadere un uomo ai suoi piedi.
La guerra però, cambierà il loro destino ed Arturo dopo varie imprese epiche col suo aereo da guerra, verrà abbattutto e ricoverato in un ospedale nei pressi di Bolzano come prigioniero di guerra. Qui conoscera’ due infermiere, Adalgisa ed Elena, che riusciranno a nasconderlo nel loro appartamento fino alla fine della guerra. Fra Arturo ed Elena scoppia la passione, lei non ha la bellezza prorompente di Costanza, ma è dolce, sensibile, intelligente, e per un breve periodo lui dimenticherà la Sicilia e gli affetti.

” Evidentemente era rosa dalla curiosità, o forse anche un po’ gelosa. Presi il portafogli, ne trassi fuori la fotografia di Costanza che custodivo, e gliela porsi.
Elena inarcò le sopracciglia osservandola…quindi sussurrò: se è anche intelligente, nessun’altra donna potra mai competere con lei per averti…solo una donna ancora più intelligente potrà riuscirvi.”

La storia prende una piega inaspettata e dovranno passare alcuni anni prima che Arturo ritrovi Elena e la sposi, da lei avrà due figli, Andrea e Claudia,mentre Costanza nel frattempo rimasta vedova, si risposerà con un uomo molto più vecchio di lei.
Passano gli anni e stavolta saranno i figli dei protagonisti, ormai cresciuti, a combattere la seconda guerra mondiale, che stravolgera’ completamente la vita di tutti, lasciando vedovo sia Arturo che Costanza e con entrambi i figli maschi dispersi in guerra.
È sempre una donna, Carmela, ad essere causa di alcune sue sciagure: respinta da Arturo prima di sposare Elena, conserverà questo rancore fino allo scoppiare della seconda guerra mondiale e trovera’ il modo di vendicarsi, grazie alla sua appartenenza al movimento fascista.
A fine guerra, ormai invecchiato, Arturo ritrova un minimo di serenità con Costanza, accanto a lei riscopre l’amore e la passione, ma si sa, le cose belle durano poco e di nuovo questo uomo dovrà affrontare un nuovo lutto.
A sorpresa un ultima donna, Laura, diverrà sua moglie, è l’amore maturo, quello giusto per affrontare la vecchiaia, la solitudine, mentre il mondo intorno continua a cambiare,ad evolversi, ma Arturo sente di non appartenervi più, ormai la sua vita è scandita dai ricordi che lascerà ai posteri, per ricordare il sacrificio suo e di tanti connazionali che volevano un Paese migliori, che ardevano di ideali.

“La nostra vita, le nostre azioni e i nostri desideri, svaniscono presto nell’oblio della morte. Nulla rimane nel tempo delle nostre ansie, dei nostri dolori, della nostra lotta continua. Che vita sarebbe però la nostra, se non avessimo un ideale e una speranza per cui impegnarci, rendendola in tal modo degna d’essere vissuta, e d’esempio per chi vivrà dopo di noi?”

“Cent’anni” è un romanzo storico che trasmette valori importanti, scritto con una passione tale da far pensare che l’autore abbia davvero vissuto queste esperienze; a renderlo ancora più vero la scelta di usare il dialetto siciliano in diversi dialoghi che contrasta con le frasi in latino citate spesso da Arturo, un protagonista colto, raffinato, amante del bello, poetico, che si inizia ad apprezzare in giovane età, quando arde di voglia di vivere e si continua ad amare durante la sua crescita. Nonostante i duri colpi della vita, Arturo, non si scoraggia, va avanti, apprezza tutto ciò che di bello ancora lo circonda, fino alla fine dei suoi giorni.
Consiglio questo libro a chi ama i classici, a chi ha voglia di leggere una storia originale, a chi ha voglia di fare un tuffo nel passato e ritrovare pregi e difetti del nostro Paese e a chi, ancora, ha voglia di emozionarsi. Perché “Cent’anni” di Giuseppe Bordonali è davvero tutto questo!

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.