CESARE. L’UOMO CHE CAMBIO’ ROMA di Antonio De Cristofaro

Recensione di Paola Nevola

Ciò che mi ha affascinata iniziando questo romanzo biografico è che la voce narrante è di Gaio Giulio Cesare, leggere le sue gesta come fossero raccontate da lui stesso è qualcosa di suggestivo e molto coinvolgente. Si mostra non solo per i suoi trionfi ma anche per la spietatezza, l’alterigia e la sete di potere. Già fin da giovanissimo appare subito la sua impavida determinazione e come si sentisse un predestinato protetto dagli Dei.

“Cesare l’invincibile! Cesare il protetto dagli dèi! Cesare il reggitore del mondo!” … “Mai nessuno avrebbe ottenuto tanta gloria quanta io ne avrei donata alla grandezza della famiglia Giulia, di me stesso e di Roma.”

Narrando illustra il sistema politico di Roma, le diatribe e le contese per la supremazia, soprattutto tra due fazioni: il partito popolare di cui fa parte e quello dei sostenitori della Repubblica. Per mantenere il suo status si indebita di cifre esorbitanti e fa in modo di stringere alleanze per ottenere una carica che lo renda immune e sfuggire ai suoi creditori.

Inneggia i suoi Trionfi nelle varie Campagne che lo hanno visto combattere in dure battaglie con le sue legioni: quella della Spagna Ulteriore dove fa incetta di bottini riuscendo così a saldare i suoi debiti e rafforzarsi. In Britannia, una terra considerata leggenda, il primo ad attraversare Oceano. Sbaraglia le tribù germaniche oltrepassando il Reno con un incredibile ponte costruito dai suoi genieri. Infine in Gallia contro l’eroico Vercingetorige sotto il quale si erano riunite tutte le tribù galliche. Varca il Rubicone intraprendendo una guerra civile per sconfiggere i suoi avversari interni in primis il glorioso Gneo Pompeo Magno.

 «Lo spargimento di sangue romano non è dipeso da me. Non ho avuto scelta; se non mi fossi battuto per difendere i miei diritti e la mia persona, io, Gaio Giulio Cesare, sarei stato alla mercé dei miei nemici. Condannato ed esiliato, se non addirittura ucciso. Potevo contare solo sulla fedeltà e sulla forza del mio esercito, dei miei legionari e di voi tutti. Così ho fatto, e così ho vinto! Giuro davanti agli dèi e a tutti voi che mai celebrerò un Trionfo in ricordo di questa battaglia fratricida!».

Le sue vittorie lo hanno condotto in Egitto dove mette fine alla guerra civile di Alessandria ponendo sul trono Cleopatra, per proseguire con la campagna di Ponto. Cesare traeva gloria dai suoi avversari, più erano grandi più si sentiva grande nel vincerli. Descrive il forte sodalizio coi suoi legionari, scendeva in campo con loro incitandoli in battaglia e promettendo bottini, denari, terra e lustro.

 

Racconta del rapporto con le mogli, dei matrimoni per convenienza, dell’adorazione per la figlia Giulia, e che mai nessuna lo ha affascinato come Cleopatra col suo carisma e la sua intelligenza facendogli dimenticare Roma con una seducente crociera sul Nilo, in lei vedeva incarnato il suo idolo Alessandro Magno.

Ottenuta la carica di dittatore a vita e altri titoli a sancire il suo potere assoluto, spiega di aver agito per il bene del suo popolo e di Roma, esaltandosi della grandezza e onnipotenza di Roma e di riflesso la sua. Aveva promesso di non defraudare i suoi nemici romani e in una memorabile seduta in Senato anche il grande Cicerone riconosce i suoi meriti “Tu hai avuto ragione perfino dello stesso concetto di vittoria, poiché hai restituito agli sconfitti ciò che essa ti aveva donato”.

Premonizioni, auspici, voci, Calpurnia in sogno vede la sua morte e cerca di fermarlo quel giorno delle Idi di Marzo mentre si reca in Senato, ma Cesare non si è curato dei suoi nemici e forse neanche della morte.

“Tu, Cesare, non conosci la malvagità degli uomini: più sono piccoli al tuo confronto, più alberga in loro l’invidia. Per una volta, ascolta la voce della tua devota moglie…

Avevo affermato, più volte, che avevo vissuto abbastanza a lungo da accumulare una gloria impensabile, per qualsiasi altro essere umano. Cosa avrebbe prodotto una morte violenta, se non la mia definitiva glorificazione?”

 L’autore offre una pregevole opportunità quella di farci scorgere l’autentica essenza di Cesare, con una prosa raffinata e scorrevole che si fonde sontuosamente col personaggio, evidenziando una ricerca profonda e accurata. Ho vissuto questo libro appassionandomi alla grandezza di Roma e del suo glorioso e leggendario artefice, ci sarebbe molto da raccontare ma per questo c’è il libro da assaporare.

 

 

Trama. 74 a.C. Un giovane rampollo della famosa gens Iulia diventa ostaggio di alcuni pirati nel suo viaggio verso Rodi. Da lì parte la più famosa scalata sociale mai avvenuta: seguendo le gesta di Caio Giulio Cesare e ripercorrendo la sua vicenda umana, politica e militare fino alla sua tragica fine, potremo assistere alla storia di un Uomo che ha lasciato una traccia indelebile nella storia del mondo occidentale.

  • Copertina flessibile : 166 pagine
  • ISBN-10 : 8831255819
  • ISBN-13 : 978-8831255813
  • Dimensioni : 14.4 x 1.8 x 21.4 cm
  • Editore : Santelli (15 ottobre 2020)

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