Chimere – Sara Vallefuoco

È la notte di San Silvestro, l’ultima dell’Ottocento, e Roma saluta l’arrivo del secolo nuovo. Dopo il distaccamento in Sardegna, non privo di giorni dolorosi, il vicebrigadiere Ghibaudo ha accettato la proposta di Amelia di trasferirsi a Roma, dove un matrimonio di facciata può garantire a lei la possibilità di iscriversi alla tanto desiderata facoltà di Medicina, e a lui di continuare a nascondere il suo segreto. Ma ciò che in teoria è la soluzione perfetta non sempre regge la prova della vita, e anche a causa di una società in cui la parità di genere è un orizzonte remotissimo, bugie e non detti si sono infilati negli interstizi della loro quotidianità, minandone le basi. Il destino torna a bussare alla porta di entrambi quando una giovane sposa viene ritrovata morta nella vasca da bagno, all’apparenza affogata. Si tratta di una tragica fatalità o di un indecifrabile omicidio? Ghibaudo inizia a indagare insieme al collega Moretti, sempre più appassionato alle nuove tecniche investigative, senza sapere che tutto sta per cambiare, dalle sue convinzioni professionali alla relazione con Amelia, complice l’entrata in scena di un giornalista che sembra conoscerlo come mai nessuno prima.

  • Editore ‏ : ‎ Mondadori (21 marzo 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 360 pagine

Recensione a cura di Fabiana Farina

Chimere è il secondo libro di Sara Vallefuoco che dà continuità a Nero inchiostro il suo bellissimo primo giallo pubblicato circa 2 anni fa. 

Dopo le vicende di Neroinchiostro narrate e ambientare in Sardegna ci troviamo a Roma dove il brigadiere capo Moretti, appassionato delle nuove tecniche investigative, il brigadiere Ghibaudo uomo con un segreto personale che li corrode l’anima e Amelia una ragazza sarda che l’ha sposato (il loro è un matrimonio di facciata, per lei significa poter iscriversi alla facoltà di medicina e trovare la tanto agognata emancipazione e per Ghibaudo serve a nascondere il suo temutissimo segreto). 

“La virtù viaggia controcorrente.” 

È l’ultima notte del 1899, tutti e tre sono preso la famiglia Moretti a festeggiare l’arrivo del nuovo secolo quando Nina, una modista, si presenta tutta impaurita in cerca di Amelia chiedendo aiuto per una sua cliente alla quale doveva consegnare un abito che però al momento della consegna trova senza vita annegata nella vasca da bagno. 

Nessuno dei 3 è convinto che la morte sia accidentale ma allo stesso tempo niente fa presumere che si sia trattato di un omicidio. 

Le indagini si effettuano nel buio più totale fin quando non fa la sua comparsa Santacroce, giornalista dell’Avanti! il quale non solo farà confrontare questo delitto con un altro successo poco prima e che presenta le stesse caratteristiche ma che porterà scompiglio nella vita di Ghibaudo. 

“La mente è un labirinto di cui non troveremo l’uscita neppure tra cento anni…” 

Questo nuovo libro forse è un po’ meno incisivo rispetto al primo. Risalta soprattutto la perfetta descrizione dell’ambientazione storica della Roma del nuovo secolo con i suoi pro e i suoi contro, una Roma che cerca di trovare il giusto equilibrio tra il suo ricchissimo passato e la voglia di diventare importante anche a livello mondiale. Roma è come le donne protagoniste del racconto. Donne piene di aspettative, che sognano l’emancipazione ma che rimangono impigliate in vecchie ideologie sociali, donne considerate dai più niente più che oggetti da maritare. 

Donne come Amelia che accetta di sposare un uomo tormentato come Ghibaudo consapevole che non la renderà felice e solo per poter inseguire il suo sogno, sogno che ben presto andrà in frantumi. 

“Il bene per tutti, la libertà per tutti, la giustizia per tutti. Cose che si allontanano come l’orizzonte quando corri pensando di raggiungerlo. E tuttavia, devi muovere ogni passo possibile verso l’orizzonte, anche se sai che non lo raggiungerai mai. Devi essere capace di cambiare. E per cambiare devi imparare a convivere con il dubbio. Non c’è giustizia definitiva, mai. Chi pensa di avere giustizia in mano sono per il ruolo che ricopre è arrogante, intollerante, conservatore. La giustizia è sempre relativa, perché deve contemplare anche la possibilità di sbagliare. Io voglio per me la possibilità di sbagliare. Amen.”

Ma non sono solo le donne quelle penalizzate, basta vedere Moretti, il visionario della scientifica che ama una donna che non può avere o lo stesso Ghibaudo intrappolato per i pregiudizi. 

La Vallefuoco va al di là della scrittura di un giallo, ha la maestria di immergersi nei personaggi facendoli apparire reali. Se soffre uno, soffri pure tu, se uno è inquieto lo sei anche tu lettore. Questa capacità permette che il libro entri a far parte di ognuno di noi, sono quei libri che diventano subito dei preferiti e che si portano nella mente e nel cuore con affetto come se fossero dei vecchi amici. 

“Non mi interessa risolvere il caso. Quello lo lascio a te. A me interessa alzare l’attenzione sulle donne. Non è stata l’acqua a uccidere, è stato qualcosa di più sottile, insidioso, malato, malvagio. Il credere di poter essere accettate solo con un uomo accanto. Il sottomettersi al volere di un marito per farsi guidare un ogni scelta, perché la società vuole così. La Chiesa vuole così. Queste idee sono un’epidemia indegna da portarsi nel ventesimo secolo… “

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