Cicuta – Conium maculatum e l’ombra di Socrate

Per la rubrica “erbario” oggi parliamo di Cicuta.

Ho voluto utilizzare la fotografia di Giorgia Anella come madrina. L’ha scattata in occasione del contest #scattaloradelmistero sul gruppo Facebook.

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Conosciuta come uno dei più potenti veleni è chiamata anche “cicuta di Socrate”, per il noto episodio della morte del filosofo greco.

Era presente tra le piante delle streghe quale ingrediente delle pozioni del “viaggio”, perchè accentua la sensazione di essere sospesi, anche se il suo veleno può provocare la paralisi dei muscoli. Nella pianta è presente un alcaloide detto “coniina”, sostanza oleosa che determina la paralisi respiratoria, la cui azione  si esplica sul midollo spinale, producendo un effetto eccitante, prima di provocare la morte. E’ il veleno delle streghe del Macbeth di Shakespeare, che all’atto IV sono intente a preparare con essa una pozione magica.

Originaria della Bretagna, appartiene alla famiglia delle Ombrellifere. E’ una pianta dal fusto eretto, che può raggiungere il metro di altezza, e presenta delle caratteristiche macchie rosso ruggine nella parte inferiore. Si trova tra i ruderi e lungo le siepi, ha foglie grandi e piccoli fiori bianchi dall’odore nauseabondo, simile all’urina dei topi.

E’ diventata il simbolo della Malvagità, perchè dietro l’aspetto innocuo e grazioso cela la sua natura venefica e mortale. Era detta, anche per questo, “prezzemolo del diavolo”, la somiglianza con l’erba usata in cucina ha causato sovente avvelenamenti non voluti.

Chi muore del suo veleno si riconosce per la pelle chiazzata, quasi che la pianta, maculata alla base del fusto, volesse imprimere il suo segno.

Nel 399 a.C.: il filosofo ateniese Socrate, all’età di circa settant’anni,  venne accusato e condannato per empietà e per la corruzione dei giovani ateniesi.

La condanna del filosofo, che si difese per l’ingiustizia, fu di bere la cicuta.

“…è meglio subire un’ingiustizia piuttosto che commetterla…” e “la morte non è un male perché o è un sonno senza sogni, oppure dà la possibilità di visitare un mondo migliore…”

E così se ne andò per sempre con la massima coerenza rispetto a quanto aveva predicato per una vita intera fino a quel momento, l’uomo più giusto tra i comuni mortali, il filosofo che aveva portato tale disciplina dal cielo in terra.

Si pensa che fu introdotta quale pena di morte in occidente intorno al V sec. a.C. In origine era riservata ai condannati politici che andavano eliminati senza fare troppo rumore.

Il veleno sembra non avere effetti su tutti gli animali: capre e montoni possono nutrirsene tranquillamente, così anche i piccoli uccelli. Diventa però letale per l’uomo che si ciba di questi animali. Gli asini si addormentano di un sonno simile alla morte, racconta Castore Durante che i contadini trovando gli animali “morti” iniziarono a scorticarli e videro questi risvegliarsi terrorizzati.

Plinio però, nonostante la tossicità, ne decanta l’utilizzo per attenuare gonfiore e dolore. Veniva consigliata alle ragazze per avere seni turgidi, per le affezioni oculari e per asciugare il latte delle mammelle. Si diceva anche che un sistema per contrastare il veleno della cicuta fosse bere vino tiepido.

Oggi si utilizza come: Estratto fluido (g 1 = XLVIII gtt).; Estratto molle acquoso (1 p. = 3 parti circa di droga); Tintura al 10 % di droga.

Per quanto l’impiego per uso interno di questa droga sia stato sempre ostacolato dal suo elevato coefficiente tossico si possono usare i preparati di Cicuta in alcune forme spastiche specialmente dell’apparato respiratorio, nell’asma e vennero anche impiegati nel trattamento sintomatico del tetano, della corea, dell’epilessia, dei tic dolorosi della faccia e nel parkinsonismo post-encefalitico.

ATTENZIONE

L’avvelenamento da Cicuta o da conina, si manifesta con un breve periodo iniziale di eccitazione dominato da convulsioni e da contrazioni cloniche, cui segue rapidamente la paralisi generale che va sempre più progredendo sino alla morte. La terapia dell’avvelenamento consiste nel provocare la rapida espulsione della sostanza tossica mediante lavaggio gastrico, emetici e purganti, tannino, eccitanti, pilocarpina.

Fonti

Le erbe delle streghe – Rosella Omicciolo Valentini

https://interventi.net https://www.torrinomedica.it/

 

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