Cigni selvatici. Tre figlie della Cina  di Jung Chang #letturacondivisa

La storia vera di “tre figlie della Cina” (l’autrice, sua madre, sua nonna) le cui vite e le cui sorti rispecchiano un secolo di storia cinese, un tempo di rivoluzioni, di tragedie e di speranze: dall’epoca dei “signori della guerra” all’occupazione giapponese e poi russa, dalla guerra civile tra i comunisti e il Kuomintang alla lunga Marcia di Mao e alla Rivoluzione Culturale. Allevata come una “Guardia rossa”, Jung Chang raccoglierà infine l’eredità di dolore e di speranza di sua nonna e di sua madre, opponendosi al regime, che le deporterà i genitori in un campo di rieducazione e la esilierà ai piedi dell’Himalaya, fino all’insperata occasione di espatrio, nel 1978, verso l’Inghilterra.

  • Editore ‏ : ‎ TEA (15 novembre 2018)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 705 pagine

Sara Valentino Una lettura forte, potente, estrema! Una lettura per nulla semplice, in parte complessa, anche abbastanza pesante. Devo dire che forse da sola non sarei riuscita a finirlo, in compagnia invece mi è parso più sopportabile. Non avevo mai approfondito gli orrori di un secolo cinese così drammatico. Rivoluzioni, partito, credenze, sofferenza, devozione a discapito degli affetti: questo e molto altro l’autrice ci racconta. Il suo racconto inizia quando ancora non è nata sua madre, inizia con la sua cara nonna concubina. Man mano prendono vita tutti gli ingranaggi che hanno portato alla nascita di sua madre e poi di lei stessa. Le difficoltà, i lunghi stremanti viaggi. La rivoluzione culturale con la sua scia di sangue e soprusi, io non la conoscevo, sono nata nel 1976 ma in onestà non ne avevo mai letto. “Le conseguenze della Rivoluzione Culturale: templi abbattuti, statue rovesciate e vecchie città devastate. Dell’antica civiltà cinese era rimasto ben poco, ma la perdita era ancor più profonda: non solo la Cina aveva distrutto la maggior parte delle sue bellezze, ma aveva anche perso la capacità di apprezzarle e produrne di nuove” E poi c’è il tempo per cedere all’emotività, accade più volte nel corso della lettura, molte anche le frasi che ho sottolineato perchè mi hanno permesso riflessioni che vanno oltre quegli anni, sono moderne, modernissime. Un dio, un uomo, un nome, non si riesce a condannarlo nemmeno con il pensiero, così dice l’autrice, difficile distruggerlo eppure fu lui il vero responsabile, Mao. Lo scopo di vita, più importante di tutto, della famiglia, degli affetti, scelte a mio avviso incomprensibili e dannose, creatrici di grandi sofferenze. Oltretutto, come spesso accade, le leggi vennero applicate anche in mancanza di prove, persone orrendamente torturate solo per futili motivi personali, denunciate in maniera totalmente gratuita. Bentrovata umanità… che di umano ha solo e sempre il nome. Non è un romanzo, è una storia vera, un saggio comunque per la precisione storica con cui sono narrati gli eventi.

Cinzia Cogni Leggere la storia che racconta l’autrice Jung Chang in “Cigni Selvatici” non è stato semplice, forse perché è “maledettamente” vera e molti degli orrori che sono riportati li ha vissuti in prima persona, altri li hanno subiti i suoi genitori, sua nonna e il resto della sua famiglia.Dovrebbe essere una biografia, in realtà è un vero e proprio saggio sulla storia sociale e politica della Cina di tutto il ventesimo secolo, una denuncia verso tutte le ingiustizie subite dal popolo cinese che passa da una dittatura ad un’altra senza nemmeno rendersene conto.Attraverso i suoi aneddoti legati alla sua famiglia, l’autrice ci mostra uno scenario di vita sconvolgente, uno Stato che legittima violenze, soprusi, vendette, mancanza di umanità, instaurando la politica del terrore, dove non c’è più rispetto per nessuno e soprattutto dove “ribellarsi” non è ammissibile.Ma i genitori di Jung Chang hanno forti principi, non tollerano le ingiustizie e pur consapevoli delle conseguenze negative che sarebbero ricadute su di loro e sui loro figli, decidono di dissentire andando contro al sistema.Ho letto che ancora oggi questo libro è proibito e bandito dalla Cina, e anche nelle nostre scuole in Italia ,sui libri di storia, vengono riportati solo gli eventi più importanti di quel periodo; pertanto credo che ci sia voluto molto coraggio da parte della scrittrice, nel decidere di divulgare al mondo intero “la verità” sul suo popolo e su chi ha governato la Cina nel secolo scorso.È un libro intriso di cattiveria, dove il bene non ha spazio, eppure anche in quell’inferno c’è sempre qualcuno che non perde l’umanità e i suoi valori, ed è questo il messaggio che ho deciso di estrapolare da questa lettura sconvolgente… oggi più che mai c’è bisogno di speranza!

Isabella Novelli Sono a metà e desidero finirlo. Per me che sono vissuta sempre un po’ nel mito del comunismo di un certo tipo, è stata una lettura che mi ha enunciato tutti i limiti di un certo modo di pensare e di agire. Certo non doveva essere facile da gestire un paese così arretrato sotto alcune credenze e punti di vista, ma il comunismo cinese si è macchiato anche di crimini che dato le idee da cui era partito non avrebbe mai dovuto commettere per nessuna ragione al mondo. Una lezione di vita quella riportata in questo libro, tre vite diverse ed interessanti che fanno il ritratto di un paese che ho idealizzato per decenni e che forse avrei potuto analizzare con più realismo ed obiettività. Credo che lo finirò con molto interesse al più presto. Felice di averlo affrontato in condivisa.

Giovanna Cosatto Mi ha sconvolto!! tutto questo male…quando ero giovane per un po’ il pensiero di Mao ha fatto parte delle mie lotte per l giustizia….ho pianto durante la lettura..quando si soffre la fame ..tutto il resto viene dopo …ma la dignità dimostrata dal padre e dalla madre di Jung Chang …incredibili…la fame di potere di Mao e sua moglie ..vomitevole…la famiglia Ting.. quanto orrore ,quanta cattiveria!!Ho tanto pensato durante la lettura ….sono grata di vivere in uno stato (Che seppur tutti i problemi) libero..e quanta fatica è costata ai nostri avi questa libertà. Bellissima lettura. Grazie per la condivisa

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