Cimiteri Abbandonati Vol. 1 Piemonte, Lombardia e Liguria – Maggy Bettolla e Andrea Lobbia

Abstract:

“Camminando sulla terra umida e fra le lapidi sbilenche di un antico cimitero in rovina, non si potrà fare a meno di chiedersi quale fosse la storia dei morti ivi sepolti, quali fossero state le vicende che interessarono quel camposanto e cosa portò al suo abbandono. Procedendo con la conoscenza si scopriranno poi, nelle vicinanze, i resti di un paese fantasma o di una chiesa sconsacrata, episodi di monache e frati incestuosi, una storia d’amore finita male oppure un villaggio operaio, perla dell’archeologia industriale italiana.
Un percorso che si sviluppa in tre regioni, Piemonte, Lombardia e Liguria e che visita 70 cimiteri abbandonati, dimenticati, particolari e, in alcuni casi, irrinunciabili. 70 mete che in realtà danno origine al viaggio, un viaggio ben lontano da quello del turismo di massa, un’esperienza che aspira alla catarsi e alla presa di consapevolezza rispetto al patrimonio storico che si sta sgretolando sotto ai nostri occhi, alla memoria che sta volando via e alla morte.
Per ogni cimitero, una scheda tecnica con coordinate del luogo, il “come arrivare” quando la meta è di difficile localizzazione e una trattazione storico/descrittiva che imprima nella carta il “qui ed ora” di un luogo che a distanza di poco potrebbe non esistere più.”

Luogo di edizione: La Spezia
Anno di edizione: 2018
Categoria generale: guide
Numero di pagine: 296
Argomento: luoghi abbandonati, cimiteri, cimiteri monumentali, cimiteri abbandonati
IBSN: 9791220030526
Prezzo di copertina: 19,90 €

Esiste da sempre una segreta fascia di tessuto nero che blocca il nostro pensiero nel momento in cui cerchiamo una spiegazione per la nostra esistenza. La fascia si stringe sempre di più quando il pensiero viene spinto in direzioni a noi non concesse e ne traiamo un pugno di mosche e la gola stretta dalla morsa dell’ansia.
Come il significato di infinito non è per noi contemplabile se non attraverso concetti matematici, il concetto di morte ci mette di fronte ad un blocco cognitivo irrisolvibile dato che la morte (essa) non è traducibile in alcuna esperienza. Possiamo avere conoscenza della morte solo tramite la morte altrui.
Il trapasso diventa quindi l’incognita per eccellenza, una consapevolezza che si palesa nel momento del sonno per gli infanti, quando la distinzione fra riposo e dipartita è flebile, per gli adulti quando la si vive da vicino e, infine, per gli anziani, quando diventa uno scomodo inquilino che vive al piano di sopra e sovente picchia il suo bastone sul pavimento.
La dipartita, da sempre momento cardine di culture e religioni, diventa nel corso dei secoli un momento sociale od uno privato a seconda dei rituali che gli sono stati cuciti addosso, così come sono state e sono attualmente variegate e differenziate nel mondo le tradizioni legate alla morte e al lutto nonché i luoghi in cui il defunto viene deposto o i trattamenti al quale il corpo è sottoposto.
In Italia le consuetudini e le usanze riguardante la tematica della morte subirono in particolare un considerevole mutamento il 5 settembre 1806 quando, anche nel Regno d’Italia, con l’editto Della Polizia Medica, l’editto di Saint Cloud datato 2 giugno 1804 entrò in vigore portando una ventata di novità che soppiantò radicalmente le vetuste usanze funebri.
Con la caduta dell’impero napoleonico, il rigido impianto cimiteriale imposto dall’editto decadde in parte: si mantennero i luoghi di sepoltura fuori dai centri abitati ma si tornò alla sepoltura singola (il cimitero ideologico promosso dall’editto era una sorta di fossa comune), alle lapidi o statue monumentali per attestare il ceto sociale del defunto o della famiglia, e alle cappelle private.
Da questi due momenti storici derivano quelli che sono i nostri cimiteri attuali, tra i quali quelli abbandonati che sono qui trattati.

All’interno di questo volume il concetto di “abbandono” diviene una categoria ampia e sfaccettata che racchiude all’interno molteplici concezioni.
Le 70 schede contenute nel libro raccontano infatti di cimiteri che versano in condizioni molto diverse l’uno dall’altro e che, a causa della loro storia e/o della loro ubicazione, sono oggi ancora ben curati oppure lasciati all’oblio.
In generale siamo partiti da un criterio chiave per la selezione dei cimiteri da inserire nella pubblicazione, ovvero che dovessero essere cimiteri in disuso dove non si seppellisce più. Partendo da questo principio, la ricerca (durata più di un anno) ci ha portati alla scoperta tanto di cimiteri completamente dimenticati ed abbandonati nel bosco quanto di luoghi abbastanza conservati, magari a margine della città oppure in una sezione del cimitero cittadino.
A questi cimiteri poi ne abbiamo aggiunti altri che, anche se ancora in uso, abbiamo reputato essere di grande interesse dal punto di vista storico o architettonico e quindi degni di menzione.

L’idea di raccogliere e documentare i cimiteri abbandonati e dimenticati presenti in Italia nasce dalla consapevolezza che “noi siamo il prodotto del nostro passato” e perdendo il nostro passato perdiamo anche la consapevolezza di “chi siamo e da dove veniamo”.
“Cimiteri Abbandonati” diventa così un libro della memoria: pagine di racconti e storie faticosamente raccolte nonché fotografie di luoghi che oggi esistono ma che a distanza di pochi anni potrebbero scomparire.
“Cimiteri Abbandonati” diventa un promemoria: conoscere le nostre origini per incamminarci verso un futuro più consapevole.

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