Cuore di ferro di Alfredo Colitto

Bologna, 1311. Un discepolo dello Studium trascina a notte fonda il cadavere di un uomo fino alla porta del suo maestro Mondino de’ Liuzzi, medico e anatomista. L’uomo è stato ucciso in modo orrendo e nel torace, aperto con una sega, il cuore è stato trasformato in un blocco di ferro. Sedotto dalla possibilità di scoprire il segreto che ha consentito una simile trasmutazione, Mondino decide di aiutare il giovane che, proclamandosi innocente, gli rivela la sua vera identità. Il suo nome è Gerardo da Castelbretone e, come il suo confratello assassinato, è un cavaliere templare, che si è nascosto sotto i panni di studente di medicina. Per coprirlo, il medico è costretto a mentire all’inquisitore Uberto da Rimini, feroce accusatore dei Templari, che non tarda a bussare alla sua porta. Quando però un secondo cadavere viene ritrovato nelle stesse condizioni, Mondino e Gerardo capiscono che arrivare all’assassino prima dei domenicani è l’unica speranza che hanno per scagionarsi da qualsiasi accusa e sfuggire alle torture con cui, una volta arrestati, Uberto saprebbe far confessare loro anche ciò che non hanno mai commesso.

  • Editore ‏ : ‎ Mondadori (12 aprile 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 448 pagine

Recensione a cura di Claudia Renzi

Cuore di ferro è il primo episodio della saga che vede protagonista Raimondino de’ Liuzzi, medico e anatomista realmente esistito, considerato pioniere se non proprio ideatore dell’anatomia moderna. Sin dalle prime pagine Alfredo Colitto, con grande dovizia di particolari sugli usi e costumi della professione medica dell’epoca, catapulta il lettore nell’affascinante cornice della Bologna del 1311.

Colitto fa parte di quella categoria di scrittori di thriller storici che sanno destreggiarsi tra finzione e realtà riuscendo a rimanere comunque credibili: alcune inevitabili e anzi doverose licenze letterarie permettono ai suoi personaggi di vivere avventure che coinvolgono il lettore anche oltre la soglia della rigida verosimiglianza. 

Nel cuore della notte uno degli studenti di Mondino si presenta dal magister nell’inusuale compagnia di un… defunto. Ma ancor più inusuali sono le condizioni del corpo: il torace segato mostra incredibilmente il cuore tramutato in ferro. Chi può aver mai fatto una cosa simile?  L’irritazione verso lo studente diventa ben presto invincibile curiosità. 

Alla sua mente scientifica era evidente che la trasformazione del cuore di Angelo da Piczano non era dovuta al fumoso incantesimo di una strega, ma alle arti molto più concrete dell’alchimia. […] Se solo avesse potuto conoscere la formula e applicarla a un cadavere, tutto il percorso dei vasi sanguigni attraverso organi e muscoli del corpo umano, che si sottraeva caparbiamente a ogni tentativo di venirne a capo con il coltello da dissezione, sarebbe stato rivelato con grande chiarezza, come una mappa perfetta fin nei dettagli. e lui avrebbe potuto copiarla nel trattato di anatomia che andava preparando, a beneficio della scienza medica e di tutti i medici del presente e del futuro. 

Il giovane Gerardo non è tuttavia uno studente qualsiasi e nel suo passato e nella sua vera identità si cela la chiave del suo enigmatico comportamento. Qualcuno è già sulle sue tracce, e l’incendio che ha creato come diversivo per portare al magister quell’inusuale materia di studio non distrarrà i segugi in eterno.

Mondino pare non essere disposto per nulla al mondo a gettare alle ortiche il suo lavoro e la sua carriera, ma l’amore per la scienza che lo anima lo spingono, contro qualunque logica, assieme alla convinzione che il giovane non sia il responsabile di quella morte raccapricciante, a coprire il fuggiasco divenendo così di fatto suo complice. In cambio, pretende di vederci chiaro e sapere cosa esattamente sta succedendo. Il giovane, come la vittima del clamoroso delitto, è un Templare. 

Ben presto l’inquisitore Uberto da Rimini si mette sulle tracce del magister Mondino e di quello che, ne è convinto, è il criminale che il medico sta coprendo.

«So benissimo chi siete. Colui che ha corrotto l’arte medica introducendo la pratica di sezionare corpi umani, in aperta violazione di una bolla papale. Non mi meraviglia che siate così insolente con chi diffonde la parola di Cristo.»

«La bolla De sepulturis proibisce di smembrare e bollire i cadaveri, non di sezionarli a scopo scientifico.» ribatté Mondino «E’ stata promulgata soprattutto per evitare il commercio di false reliquie e ossa di santi.»

Quando cominciano a comparire altri cadaveri mutilati nello stesso clamoroso modo, le cose si complicano al punto che l’illustre medico è costretto a ricorrere alla consulenza, perfino all’aiuto, di un’affascinante e sapiente donna araba, Adia, l’unica in grado di decifrare un enigmatico messaggio rinvenuto sulla scena di uno degli efferati delitti che paiono dover sconvolgere la città. 

«E voi come sapete queste cose?» fu l’unica frase che Mondino riuscì a dire. Trasecolava di sorpresa in sorpresa. Quella donna non parlava come una fattucchiera di campagna. Anzi, non parlava neppure come una donna. 

Un personaggio femminile abbastanza ben delineato quello di Adia, dal carattere indipendente, che fa da contraltare all’altra figura muliebre del romanzo: la sveglia ma remissiva Fiamma, che il giovane Gerardo, che conduce ormai un’indagine parallela a quella del docente Mondino, conosce nella casa del banchiere Remigio Sensi. 

Fiamma reca infatti in volto i segni di un passato doloroso: una vistosa cicatrice sul viso è perenne ricordo di un evento tragico; tuttavia il giovane Templare e la graziosa scrivana sembrano essere irresistibilmente attratti l’uno dall’altra. 

Forse i Templari, come si mormorava da più parti, avevano scoperto in Terrasanta dei segreti che contraddicevano la storia ufficiale della chiesa. 

Un susseguirsi di avventure incalzante, nel quale non manca ironia e buona scrittura, che consente di leggere una mole non indifferente di pagine con notevole facilità, fino al colpo di scena finale, decisamente inaspettato. 

«Non capisci cosa metteresti in moto? Uomini avidi e potenti si scannerebbero per possedere il segreto togliendolo agli altri, perché per gli avidi il potere è tale solo se posseduto da pochi. e se si sapesse che è stato scoperto i morti aumenterebbero. Forse ci sarebbe persino una guerra, alla quale, non dubitarne, parteciperebbe anche la Chiesa. Davvero vuoi tutto questo?».

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