Delitto a Holy island di L. J. Ross

Dopo l’ultima indagine, che è costata la vita di sua sorella, il detective Ryan si trova in congedo forzato sulla sperduta isola di Lindisfarne, detta Holy Island, in Scozia. Un luogo isolato e tranquillo, dove non succede mai nulla, fino al giorno in cui la piccola comunità viene sconvolta da un macabro ritrovamento: Lucy, una ragazza del posto, è stata brutalmente assassinata e il suo corpo nudo giace sulle rovine di un antico altare pagano, con un pentacolo tracciato sulla pelle. Poiché l’alta marea impedisce alla polizia di raggiungere tempestivamente l’isola, Ryan è costretto a tornare in servizio. Data la particolare natura dell’omicidio, ad affiancarlo nelle indagini c’è Anna Taylor, un’esperta in riti pagani, nata e cresciuta nell’isola. Insieme, i due cercano di decifrare i simboli che l’assassino ha voluto lasciare sul cadavere della povera Lucy. Ben presto, però, Ryan scoprirà che scavare nella vita e nei segreti di una piccola comunità può portare alla luce orrori inimmaginabili…

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (12 maggio 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 320 pagine

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

Siamo a Holy Island, un’isola sonnacchiosa dove proverbialmente non succede mai nulla. È un posto sacro che reca in se le tracce di una cultura millenaria, in realtà mai dimenticata, tant’è vero che ancora vi si celebrano riti pagani che ricordano un passato in cui erano i druidi a radunare fedeli e non gli attuali pastori. In questa cornice apparentemente idilliaca si muovono i numerosi turisti che approdano sul posto in diversi momenti dell’anno, attirati sia dalla bellezza del luogo che dalle rovine di una fortezza con annessa un’abbazia millenaria, ma anche dalla prospettiva di trovarsi in luoghi in cui anticamente si celebravano determinati riti.

Maxwell Charles Finley Ryan si trova sull’isola in seguito al congedo forzato dalla polizia del Northumberland. Qualche mese prima, in seguito alla cattura di un noto serial killer, ha perso sua sorella proprio per mano di quest’ultimo dunque, sconvolto dall’accaduto e roso dai sensi di colpa, è stato considerato momentaneamente psicologicamente inadatto a dover affrontare il lavoro di tutti i giorni, così, necessitando di una pausa soprattutto per fare pace con i suoi demoni, si trova sull’isola proprio nel momento in cui accade qualcosa di inquietante.

È il 21 dicembre, giorno del solstizio d’inverno, quando i neopagani si riuniscono per celebrare le notti che si accorciano e i giorni che si allungano, una donna che porta a spasso il cane sulla spiaggia nei pressi delle rovine si imbatte nel cadavere di una ragazza del luogo, Lucy Mathieson. La giovane è stata colpita alla testa e poi strangolata, i suoi abiti sono scomparsi e il suo corpo è stato lavato da capo a piedi. Dato il luogo, considerato sacro, in cui è stata rinvenuta, e la data della morte che risale a poche ore prima del ritrovamento, è chiaro che si tratti di un omicidio a sfondo rituale, qualcosa che prima di quel giorno sull’isola non era mai accaduto.

“L’omicidio rappresentava una novità assoluta”.

Ryan si propone di guidare le indagini e, nonostante le sue condizioni psicofisiche, dall’alto gli viene accordato il permesso di poter ricominciare a lavorare, così mette in moto la macchina delle indagini sulla quale oltre agli ispettori, gli agenti e la guardia costiera del luogo, sale anche la dottoressa Anna Taylor, docente universitaria esperta in culti pagani e religioni dell’antichità, nonché nativa del luogo. Grazie al suo supporto dovrebbe essere più semplice capire meglio il profilo del killer, soprattutto riguardo la scelta bizzarra di inscenare, o compiere realmente, una sorta di sacrificio pagano.

“Aveva purificato lo spirito di Lucy, l’aveva offerta alla Madre sul suolo consacrato”.

In base alle testimonianze di chi è nato e cresciuto sull’isola, è vero che i neopagani vi si radunano in momenti topici dell’anno, ma è altresì vero che non sono soliti compiere sacrifici o atti di crudeltà, generalmente le loro riunioni si limitano a incontri sulla spiaggia dove si balla e si beve smodatamente davanti ad un falò consumando qualche spinello, quindi ciò che è accaduto rappresenta davvero una novità assoluta.

Ma mentre tutti gli inquirenti sono occupati a riflettere sulla gravità dell’accaduto e a controllare gli alibi dei residenti, avviene un altro inquietante omicidio. Una giovane donna che lavora nell’unico pub dell’isola, Megan Taylor, sorella della dottoressa peraltro, viene rinvenuta cadavere in un lago di sangue sulla sommità dell’edificio nel quale abita, gettata lì senza alcuna pietà su di un cumulo di spazzatura. Nonostante il luogo del ritrovamento non sia compatibile con il precedente omicidio, anche la morte di Megan presenta elementi riconducibili a quella della prima vittima, in quanto anche il suo corpo è stato accuratamente lavato e cosparso di olio. 

“Una ragazza era stata trovata su un suolo sacro, l’altra in cima a un mucchio di spazzatura. C’era forse un significato simbolico?”.

Dall’autopsia eseguita sui resti delle vittime, inoltre, si evince che sono presenti tracce di una sostanza allucinogena presente in natura, nota come LSA, facilmente reperibile in alcune piante specifiche quali le belle di giorno. Ma nel mentre che le indagini vanno avanti e si procede con il fermo di un abitante dell’isola che sembra aver avuto una relazione sentimentale con entrambe le vittime, viene rinvenuto un terzo cadavere, questa volta di un uomo, carbonizzato su di una sorta di pira funeraria. Anche in questo caso le modalità con le quali il giovane è stato ucciso sono riconducibili ad una morte di tipo rituale, è noto infatti che i druidi celtici costruissero contenitori in vimini dentro i quali rinchiudevano le loro vittime per poi bruciarle vive. Questa pratica era solitamente riservata a chi era deviato sessualmente, ai traditori e ai ribelli.

“La persona che stai cercando dev’essere molto confusa. Usa simboli cristiani accanto a quelli pagani, poi ci aggiunge l’adorazione del diavolo usando il pentacolo capovolto”.

Inoltre, le ferite inferte alle vittime sembrano tutte riconducibili alla lama di un particolare pugnale rituale, detto athame, che simboleggia il fuoco, dunque la purificazione. La faccenda per il nostro investigatore si complica quando la dottoressa Anna Taylor riceve una sorta di avvertimento, rinviene una pietra nera lucida sulla soglia del suo cottage, un’onice, sulla quale è inciso in bianco un passo del vangelo di San Giovanni. Bisogna agire subito e con lucidità prima che questa congrega di pagani omicidi possa mietere l’ennesima vittima.

Ho trovato questo thriller molto interessante per i continui colpi di scena che si susseguono durante la narrazione. Nel corso della lettura ci si illude più volte di essere giunti ad una soluzione plausibile del rebus, ma poi invece gli eventi aprono tutt’altri scenari. La componente ritualistica con la quale vengono organizzati gli omicidi rende tutto più misterioso, insieme anche all’ambientazione, un’isola che conta pochi abitanti, un luogo considerato sacro, un posto dove, come i migliori true crime ci insegnano, non può succedere nulla di male, mentre invece puntualmente diviene teatro di mostruosi omicidi.

Il finale, che non rivelo ovviamente, spiazza e fa anche un po’ riflettere su quanto, a volte, il male sia più vicino a noi di quanto possiamo immaginare, e soprattutto su quanto il fanatismo di un culto, che in questo caso è una sorta di paganesimo misto a satanismo, possa accecare completamente un individuo, o un gruppo che dir si voglia, spingendolo a compiete gesti estremi, quali privare un altro individuo della vita, in nome di un qualcosa che, di fatto, non esiste se non nella sua mente deviata.

“Egli costringe tutti noi a presentargli delle offerte e, in cambio, ci inonda di fortuna. Io sono il Maestro in forma umana”.

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