Dietro la tenda – Maura Maffei e Rónán Ú Ó Lorcáin

Irlanda, 1746. Sullo sfondo maestoso del Connemara, due famiglie di antica nobiltà sono coinvolte in un avvenimento inaspettato: il ritorno in patria di alcuni irlandesi che hanno lasciato Vienna. Chi sono? Lavorano in una strana falegnameria che sorge in mezzo alla campagna e che appartiene a Hugony Newman, il pastore anglicano del villaggio. Eppure celano sotto i panni rozzi di carpentieri ben altra identità. Un falegname in particolare, dal carattere fiero e impetuoso, conquista il cuore di Labhaoise, figlia dell’odiato Colla Clare, sulla quale anche l’astuto reverendo Newman ha posato gli occhi. Per entrambi, tuttavia, si tratta di un amore impossibile, perché un atroce delitto riemerge dal passato e, mentre tutto si complica, pretende vendetta. Maura Maffei e Rónán Ú. Ó Lorcáin narrano al lettore una storia indimenticabile, ricca di colpi di scena, che è anche un fedele affresco dell’Isola di Smeraldo all’epoca delle famigerate leggi penali.

 

Copertina flessibile: 620 pagine
Editore: Parallelo45 Edizioni (22 maggio 2019)
Collana: Secondo millennio
Lingua: Italiano

Recensione a cura di Sara Valentino

“Dietro la tenda”, titolo parecchio intrigante davvero! Scoprirete leggendolo di che tenda si tratta e cosa si “nasconde” dietro di essa. Il romanzo, edito precedentemente in tre volumi separati : “La fragilità della farfalla”, “L’ala del corvo”, “L’astuzia della volpe” sono una trilogia che in questa nuova accattivante edizione è riunita. Scritta a quattro mani da Maura Maffei, profonda conoscitrice della cultura irlandese e da Rónán Ú Ó Lorcáin, nato in Irlanda e appassionato linguista che crede nell’irlandese per il bene e il progresso della sua nazione.

E’ stata per me una lettura molto evocativa dal punto di vista personale per il messaggio di speranza, per il raggio di sole che bisogna trovare anche quando le nostre nuvole si addensano all’orizzonte. Un romanzo sicuramente di amore, di amicizia e di lealtà. Forse anche di velata vendetta, umanamente comprensibile ma che viene dissipata presto dal grande cuore che scaturisce dalle menti di chi ha una fede immensa in Dio. Anche il lutto, una delle più grandi prove che ci troviamo ad affrontare nella vita, viene frapposto alla fede, riesce a mettere in discussione le più forti convinzioni. “L’amore è travolto, sbriciolato, annientato dalla morte”. Qualsiasi sia la religione, e in questo caso ci troviamo proprio nel periodo storico, il 1746, in cui in Irlanda si scontrano la religione cattolica e l’anglicana, il messaggio è un messaggio di amore, gioia, speranza.

“Che potrei fare con una gamba sola? il mendicante?

Perché no, se Dio te lo chiedesse? Finchè tu cercherai di eliminare tutti gli ostacoli, per ottenere una vita perfetta, non riuscirai a comprendere la volontà di Dio. Ama, piuttosto le croci che ti vengono concesse. Io non ti chiedo di cercarle, perché questa non è la tua vocazione. Tuttavia, amandole, ti rifugerai nel cuore di Gesù Crocifisso e non avrai più paura”

Siamo nel Connemara, descritto tramite parole poetiche, ogni capitolo è una finestra che si apre su un paesaggio rigoglioso e verdeggiante, la natura viene esaltata in tutta la sua magnificenza e splendore, portando così il lettore a immedesimarsi sin dalle primissime pagine nell’ambientazione.

L’inizio è già commovente, vengono presentate al lettore le due famiglie protagoniste della nostra storia, dai due capostipiti nati lo stesso giorno dello stesso anno, il 1656: Cian O’Cléirigh e Bran O’ Brolchàin. Negli anni in cui il cattolico Giacomo Stuart e il protestante Guglielmo d’Orange si diedero battaglia per il possesso della corona si videro a rendere l’Irlanda un campo di battaglia. Bran non vestì le armi ma restò a guardare mentre Cian si dimostrò valoroso in battaglia. E poi quella nave… la partenza, la separazione, il dolore grande..

“E la sua adorata mamma… colei che era come una bimba e che occorreva proteggere, non c’era più. Era annegata, il mare l’aveva ingoiata e i pesci, presto, avrebbero smembrato a morsi il bel biso da bambolina. Il mondo gli era stramazzato addosso, senza concedergli il lusso di piangere”

Le leggi penali irlandesi furono apparentemente approvate per sostituire il Cattolicesimo quale religione di maggioranza in Irlanda. Fra le tante discriminazioni che Cattolici e i dissenzienti dovevano subire a causa delle Leggi penali irlandesi vi erano:
Esclusione dei cattolici dalla maggior parte dei pubblici uffici (dal 1607), bando che dal 1707 fu applicato anche ai presbiteriani;
Divieto di matrimonio dei cattolici con protestanti; abolito nel 1778;
I matrimoni presbiteriani non erano legalmente riconosciuti dallo stato; oltre al divieto per un cattolico di detenere le armi.

Ecco che i nostri protagonisti: Labhaoise e Bran giovani innamorati avranno purtroppo ostacolato il loro sogno d’amore perché si trovano coinvolti in questa “guerra”.

C’è poi il reverendo Newman, che ho amato davvero in maniera particolare, caratterizzato in maniera perfetta e l’emblema di quello che è il messaggio di amore e speranza di cui parlavo poc’anzi. Un amico, un confidente, un uomo che ha sofferto e saputo trasformare le sue sofferenze oppure un uomo che traccia oscure trame, mentitore, doppio e ipocrita?

“Le cose che accadono, mo chailìn, ragazza mia, ci impediscono di stupirci dell’apparenza”

E poi c’è quella strana falegnameria, nel cuore verde del paesaggio…

Un romanzo che consiglio perché coinvolge il lettore a tutto tondo, la storia d’amore rappresentata sul palcoscenico di un’Irlanda in lotta. Bugie e verità si confondono, un giallo resta sullo sfondo e sarà alla fine svelato, colpi di scena che trascinano il lettore a voler voltare le pagine per scoprire cosa accadrà. Emozioni, commozioni, cullati tra le righe di un romanzo che è intervallato da parole in irlandese a rendere tutto molto più che reale.

“Nei sogni siamo eroi, capaci di impugnare il destino al cospetto di qualunque avversità; nel dipanarsi dei giorni, invece, siamo foglie disperse dal vento d’autunno che tremano, che si scontrano le une con le altre, che vengono portate lontano da un refolo più violento…”

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