Donnafugata di Costanza DiQuattro

Recensione di Isabella Novelli

La storia del barone Corrado Arezzo De Spucches e della sua residenza Donnafugata  situata a Ragusa Ibla, sul finire dell’800 e delle sue vicissitudini famigliari che si dipanano in un anno preciso, il 1895, ma vanno anche a ritroso nel tempo, quando Corrado era bambino, negli anni della giovinezza, nei suoi fervori rivoluzionari, sino agli anni della maturità, in una vita circondata da donne: la moglie, l’unica figlia, le nipoti in cui lui fa da perno e da faro per tutte le vicende e i trascorsi familiari. Un uomo arrivato al limite della sua vita dalla quale si definisce stanco:”«Sono stanco. In settant’anni ho visto tramontare epoche e sorgere speranze. Mi sono illuso e sono rimasto de-luso. Ho sperato nelle stelle, ho dato credito ai numeri, mi sono affi dato a Dio. Ho vissuto, ho gioito, ho pianto, ho ingoiato lacrime e rassegnazione. Ora sono stanco.”

Non ha amici e confidenti tranne il suo aiutante Micheluzzo a cui lo lega un’amicizia risalente agli anni dell’infanzia, anni in cui Corrado si lega da affetto filiale e sincero  anche alla balia Annetta che però perde improvvisamente a causa di una febbre improvvisa: “Carissimo figlio, so perfettamente, con questa mia, di darti un profondo dolore, ma la forza di un uomo passa anche dalle asperità della vita e tu sarai forte abbastanza per superarle. La scorsa notte Annetta ci ha lasciati. Una improvvisa e straziante febbre reumatica non le ha lasciato tregua per una settimana intera.”
Corrado attraversa così le avversità della sua vita, la morte della moglie, della figlia che ha sempre adorato sin dalla sua nascita e a cui è legatissimo anche se deve dire addio ad una discendenza che vuole solo femmine in casa sua «Voi entrate qui con questa faccia a lutto perché? Se mia figlia sta bene e la bambina anche, pensate forse che possa interessarmi qualcosa se è nata una femmina o un maschio? Ci sarà tempo, Vincenzina è ancora una bambina…» «Ecco, Eccellenza», disse il dottore quasi balbettando, «è proprio questo il punto. Vostra figlia non potrà più avere altri fi gli. Sono desolato.» Una vita piena di dolori e di rinunce che affronta con coraggio e rassegnazione, sino alla morte che lo accoglie con il sorriso sulle labbra.
Un romanzo che narra della nobiltà siciliana a fine secolo, che ha molto in comune con “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa o con i romanzi siciliani di Simonetta Agnello Hornby, pieno di atmosfere malinconiche e descrizioni accurate di un mondo andato ormai perduto. Un libro che narra dei moti rivoluzionari di Michele Amari e dei fervori  rivoluzionari del 1848 e del 1860. Un’ambientazione storica in cui la storia di Corrado si dipana in anni decisivi per la Sicilia e per l’Italia. Un ritratto di fine ottocento molto coinvolgente sia nelle descrizioni che nei personaggi, che fanno di questo libro una piccola perla nel panorama della nostra letteratura.
Trama. Donnafugata è un luogo, a due passi da Ragusa, tra carrubi secolari, muri a secco e campagna scoscesa. Donnafugata è un tempo, l’Ottocento, tra dominazione borbonica, moti di fierezza popolare e alba della dignità operaia. Donnafugata è un casato, tra i più antichi di Ibla, che di quella terra e quei giorni incarna gioie, patimenti e futuro. Alla sua testa c’è lui, il barone Corrado Arezzo De Spucches, di cui il libro è quasi un diario privato: da quando, ginocchia sbucciate e balia Annetta appresso, scappava bambino da don Gaudenzio e quella camurria del suo rosario; agli anni in cui, ragazzo, compie gli studi a Palermo e lì fa sua la voglia di rivoluzione; a quelli in cui, marito, padre e poi nonno, vive e invecchia «circondato dalle fimmini», amandole tutte teneramente e sopravvivendogli con il cuore spaccato. Prefazione di Giuseppina Torregrossa.
  • Peso articolo : 243 g
  • Copertina flessibile : 208 pagine
  • ISBN-13 : 978-8893883375
  • Dimensioni e/o peso : 14.6 x 2 x 21 cm
  • Editore : Baldini + Castoldi (10 settembre 2020)
  • Lingua: : Italiano
  • Link d’acquisto
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