Dracul di Dacre Stoker e J. D. Barker

Colpi alla porta. Sempre più rapidi, sempre più forti. Barricato in cima alla torre abbandonata, Bram Stoker prega che i cardini tengano e, nel frattempo, si prepara. Appende crocifissi e specchi alle pareti, carica il fucile e attende. Infine, temendo di non, arrivare vivo all’alba, prende carta e penna e inizia a scrivere tutto quanto è accaduto fino a quel momento… La storia comincia quando Bram ha cinque anni. È un bambino cagionevole, spesso costretto a letto, che passa gran parte del tempo con la sorella Matilda. L’unica persona in grado di farlo stare meglio è Ellen, la giovane tata. Eppure c’è qualcosa di strano in lei, nei suoi modi enigmatici, nella sua carnagione pallidissima. All’inizio è solo una sensazione, poi Bram si rende conto che, da quando Ellen lo «cura», ha una strana ferita al polso, due forellini che non si rimarginano mai. Inoltre spesso Ellen esce di nascosto di notte e, quando capita, al mattino le pagine dei giornali riportano la notizia di brutali omicidi avvenuti a Dublino. I sospetti di Bram e Matilda si fanno sempre più concreti, ma poco tempo dopo, all’improvviso, Ellen sparisce. Gli anni passano. Miracolosamente guarito, Bram continua gli studi al Trinity College, mentre Matilda parte per Parigi. Al suo ritorno, corre da Bram con una notizia inquietante: ha visto Ellen, ancora giovane e bella come quando loro erano bambini. I due fratelli non lo sanno, ma quello sarà l’inizio di un incubo: l’incontro di Bram con una creatura allo stesso tempo spaventosa e affascinante, un incontro che, anni dopo, darà vita a un «romanzo» destinato a diventare leggenda…

Copertina rigida: 467 pagine
Editore: Nord (20 giugno 2019)
Collana: Narrativa Nord

Recensione a cura di Sara Valentino

Faccio una breve introduzione: il mio libro preferito, letto ben cinque volte, è Dracula di Bram Stoker. Letto in ogni tempo della mia vita che richiedeva un momento di introspezione. Non è un romanzo semplicemente parlando, ma racconta molte delle nostre paure, i nostri lati nascosti, il male e il “bisogno” di male che è insito in noi.

Dunque quando ho saputo che Dacre Stoker pubblicava il suo “Dracul” ho avuto un momento di stasi prima di decidere se acquistarlo o meno.

“Come tutto ebbe inizio…” ecco riassume in maniera decisamente interessante il romanzo che vi andrò a raccontare, non ha nulla a che spartire, e non vuole essere una rivisitazione del celebre capolavoro gotico sul conte Dracula.

Sulla base dei diari di Bram e dei documenti di famiglia si basa la storicità su cui questo romanzo viene alla luce.

Torniamo indietro, molto indietro nel tempo la fine del 1800 quando viene pubblicato “Dracula”, il suo autore credeva veramente a quella storia, i personaggi di cui parla sono vissuti realmente. Stoker credeva quindi che questo grande male esistesse veramente?

Tornando al nostro “Dracul”, vi invito a entrare in questa storia, che sarà raccontata anch’essa sotto forma di diario, ma la paura vi garantisco che sarà palpabile. Lo stile narrativo è naturalmente moderno e contemporaneo e questo garantisce che la tensione sarà viva dall’inizio alla fine, non solo in realtà: avrete voglia di viverci sempre dentro, catturati.

Il piccolo di Bram e la sua famiglia hanno una tata, Ellen, che si occupa dei bambini e della casa. Bram è un bambino molto malato e non si ha la speranza che sopravviva; inspiegabilmente, miracolosamente, un giorno guarisce e diviene anche molto forte, indenne a qualsiasi tipo di malanno. I bambini però, si sa, sono molto curiosi e così Bram e la sorella Matilda, scoprono un segreto che non avrebbero mai dovuto conoscere. Da questo momento saranno in pericolo, un pericolo nascosto nell’ombra, al buio delle notti. Notti di lupi mostruosi, di sangue e di occhi rossi che scrutano nel buio alla finestra.

“Quando tata Ellen ritrasse il dito, era rosso di sangue, il mio. -Ti fidi di me?- Mi chiese. Anuii con fatica, incapace di parlare. – Non dovresti-, rispose”

Le parti del romanzo si alternano dunque tra i giorni in cui Bram è fanciullo e l’oggi in cui si appresta a scrivere quanto gli sta accadendo, a resistere perché la forza oscura che lo vuole portare con sé desista.

“Di nuovo la mano dell’ombra fa per allargarsi sulle pareti, richiudendosi sull’intera stanza, accerchiandolo. Le punte aguzze degli artigli avanzano inesorabili, strisciando indistintamente sopra ogni superficie, specchio e croce, fino a ricoprire ogni centimetro di spazio. Bram si precipita alla finestra e chiude le imposte. Poi corre alla lampada e spegne la fiamma con un soffio, gettando la stanza nel buio totale, un buio così fondo che nessun’ombra può abitarlo”

La storia però si complica, le avventure per i nostri amici non finiscono, ma sono solo al principio. Parte della famiglia verrà messa in pericolo e coinvolta in un orrendo gioco. Una figura molto pericolosa sta tornando per riavere ciò che crede suo.

“Mi sono smarrito in quegli occhi, soltanto a fissarli. Erano ipnotici: era come guardare un pozzo interminabile, così fondo da attraversare i reami infernali e sbucare dall’altro lato della terra. Erano fatti di mare tempestoso, di onde alte e impetuose che s’infrangevano in una notte senza luna”

Non abbiate paura del buio, ma vi consiglio di tenere con voi aglio e acqua santa…

 

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