Excalibur. La spada nella roccia tra mito e storia di Francesco Marzella

La spada nella roccia è il simbolo per eccellenza della leggenda di re Artú. Eppure la storia del prodigio che consacra il giovane sovrano «per grazia di Dio» – entrata nell’immaginario collettivo fino a confondersi con la leggenda di Excalibur – non figura nei testi piú antichi che raccontano le imprese del mitico re e dei suoi cavalieri ed è attestata per la prima volta solo nel Merlin di Robert de Boron, un’opera scritta intorno al 1200 la cui fonte di ispirazione era rimasta fino ad oggi sconosciuta. Questa indagine prende le mosse da un confronto fra il celebre episodio arturiano e un racconto molto piú antico, incentrato su un pastorale infisso in una pietra tombale, che risale al tempo di Edoardo il Confessore, re d’Inghilterra e santo. Dai romanzi cortesi alle saghe nordiche emergeranno numerose storie di elezione che hanno per protagonisti giovani di stirpe regale in cerca di legittimazione, pronti a sfidare anche le forze oltremondane per conquistare magnifiche spade e completare la loro iniziazione eroica. Sarà cosí ricostruita una fitta trama di rimandi che restituirà uno scenario tanto piú attendibile quanto piú intricato, utile a gettare nuova luce sulla genesi di uno degli episodi piú celebri di tutta la letteratura medievale.

  • Editore ‏ : ‎ Salerno (3 marzo 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 176 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Ero poco più che bambina e già la storia e le avventure di Re Artù in cartone animato mi stavano affascinando, poi è venuto il momento de “La spada nella roccia” e successivamente di leggere romanzi con note anche fantasy. Arriva un tempo in cui vuoi conoscere le radici di ciò che ti ha tanto entusiasmato e affascinato e ho iniziato a leggere testi che parlano della leggenda di Merlino e di Artù e naturalmente della spada Excalibur.

In questo testo, l’autore, che è un esperto di letteratura medievale e nello specifico di testi arturiani, si pone come giornalista che indaga sulle origini di questo simbolo che è poi il titolo del suo saggio: “Excalibur. La spada nella roccia tra mito e realtà”. Lo stile è curato ma non così ostico come tanti altri saggi di difficile comprensione.

Prima della spada vi fu un pastorale, il bastone simbolo del mistero episcopale, infisso in maniera miracolosa nella tomba di un re anglo-sassone. Secondo la leggenda solo un uomo fu in grado di estrarlo: Wulfstan di Worcester, fu un vescovo inglese, l’ultimo di quelli nati prima della conquista normanna dell’Inghilterra; è venerato come santo.

Questo evento precede di alcuni decenni la storia della spada nella roccia, l’analogia tra queste leggende è uno dei cardini su cui poggia l’indagine che abbiamo tra le mani, fondata sull’analisi di numerosissimi testi che potete trovare tra le note del saggio.

C’è un parallelismo con la mitologia norrena, la “spada nel tronco” di Sigmundr e la “spada nella grotta” di Boovarr Bjarki; si fa strada dunque l’ipotesi che il ciclo arturiano si sia formato come un canale di raccolta tra molte e diverse tradizioni anche estranee al mondo celtico.

Non possiamo non menzionare la nostra San Galgano, che aimè non ho ancora avuto la gioia di visitare, ma che è nella mia lista di luoghi da vedere. La sua storia è veramente affascinante non meno di ciò resta oggi da poter visitare. Della giovinezza del Santo si sa pochissimo, nacque nel castello di Chiusdino, non si conosce la data esatta ma sicuramente a metà del XII secolo, la morte invece avvenne nel 1181.

“Le tappe del cammino di conversione di Galgano sono segnate da alcune esperienze oniriche che spingono il giovane a comprendere gradualmente la sua chiamata alla vita eremitica.”

Nel testo trovate tutta la sua meravigliosa storia, quella delle visioni, dei sogni, del suo arrivo a Montesiepi e di come scese da cavallo con un grande desiderio di pregare, riconoscendo il luogo che gli era stato portato in sogno, sguainò la spada e “poichè non era in grado di fare una croce col legno, subito infisse la spada stessa nella terra, come croce”

Il richiamo alla leggenda arturiana sta nel nome “Galgano” che ricorda Galvano, nipote di Artù. Le somiglianze sono pochissime, unico punto in comune resta che per un prodigio divino nessuno è in grado di rimuovere la spada di Galgano.

Di racconto in racconto l’autore giunge infine a conclusione mettendo in parallelo la letteratura arturiana, anche fantasy, dopo il Medioevo e naturalmente l’avvento di Excalibur al cinema.

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.