Fate con le ali

Tra tutti gli esseri del Piccolo Popolo, i più famosi sono rappresentate come esseri minuti, graziosi e affascinanti. Possono però anche diventare perfide se prese per il verso sbagliato.

Dipinto di Arthur Rackham. Oberon e Titania, re e regina delle fate si incontrano nell’oscurità del bosco

Lusmore e le fate

Molto tempo fa, nelle Midlands irlandesi viveva un pover’uomo con la gobba che si guadagnava da vivere intrecciando paglia e giunchi per fare cappelli e cestini. Nel suo cappello di paglia aveva un rametto di digitale, pianta detta anche “cappuccio delle fate”, e la gente del posto lo chiamava Lusmore. Una notte, mentre rincasava, Lusmore giunse al vecchio castello fatiscente di Knockgrafton, un luogo selvaggio e magico. Si sentiva affaticato, così si riposò accanto al fossato del castello, con il riflesso argenteo della luna sull’acqua. Fu allora che udì le note di una musica strana e celestiale, simile al suono di molte voci insieme. Le parole della canzone venivano ripetute continuamente e Lusmore ascoltava con tanta attenzione che dopo un po’ fu in grado di unirsi al coro. a cantare erano delle fate che, udendo la voce melodiosa di Lusmore, si rallegrarono molto. Lo circondarono, e una di loro fece un passo in avanti recitando queste parole: “Lusmore, Lusmore! non dubitar, non deplorar.La gobba che sopporti non esiste più. Guarda in giù e la vedrai, Lusmore!”

A quelle parole, Lusmore si sentì stranamente felice e, come in un miracolo, vide la sua gobba cadere a terra. Fu preso da un’estasi tanto grande che cadde in un sonno profondissimo. Quando si svegliò, era accanto al fossato, sotto un sole luminoso. Si toccò nervosamente la schiena e sentì che la gobba, era davvero sparita!

Tornò al villaggio e continuò a intrecciare pazientemente la paglia. MA la storia di come avesse perso la gobba arrivò lontano, fino  a Waterford, nel sud-est dell’Irlanda, dove viveva un gobbo malvagio e scaltro di nome Jack Madden, che ben presto giunse a Knockgrafton. Quando udì la musica fatata, anziché ascoltarla attentamente e unirsi a quei suoni armoniosi, vi si inserì con impazienza, stonato e fuori tempo. In un lampo, le fate si accalcarono intorno a lui e una recitò: “Jack Madden, Jack Madden! Le tue parole sono così stonate per la melodia che tanto ci rallegrava, che renderemo triste la tua vita: due gobbe per Jack Madden!” E in un istante Jack si ritrovò con due gobbe, la sua e quella di Lusmore.

Le fate di Cottingley

All’inizio del XX secolo, due giovani cugine, Frances Griffiths ed Elsie Wright, dissero di aver fotografato alcune fate a casa di Elsie a Cottingley, vicino a Bradford, in Inghilterra. Le foto mostravano creature dalle grandi ali simili a esseri umani in miniatura, con indosso veli trasparenti. Molte persone, tra cui lo scrittore Arthur Conan Doyle, autore delle storie di Sherlock Holmes, credettero che quelle foto provassero l’esistenza delle fate. Negli anni Settanta, si scoprì che le immagini erano in realtà foto ritagliate da un libro. Frances Griffiths continuò però a insistere per tutta la vita sul fatto che una delle foto fosse autentica.

Fonte: Creature fantastiche di Julia Bruce

 

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