Figlia di Roma di Adele Vieri Castellano

Adele ci porta nella antica Britannia al tempo della regina Boudicca, che mira a unificare le tribù britanniche pur di sconfiggere Roma. 

Il personaggio attorno a cui ruota principalmente la storia è Valeria, figlia di Marco Quinto Valerio Rufo, che si ritrova a dover combattere per ritrovare ciò che di più caro al mondo, ma accanto a lei ci sarà un uomo che cambierà il suo destino. 

“Il dolore è la strada che porta all’amore” 

Senza dubbio una frase molto evocativa, che ben si addice a Valeria. La giovane ha perso tutto ma non si da per vinta, non vuole abbandonarsi alla sconfitta e si ritrova ad aver bisogno di un uomo che l’aveva conosciuta da bambina, ma che ora scatena in lei sentimenti contrastanti. 

“L’espressione fredda, penetrante, libera da qualsiasi sentimento o emozione, la mise a disagio, le fece scendere i brividi lungo la schiena.” 

Lui infatti è un personaggio forte, brutale, che sa mostrarsi freddo quando è necessario. Al tempo stesso l’attrazione tra i due cresce e la tensione emotiva è palpabile durante i loro confronti. 

” Quell’uomo era pericoloso, accendeva in lei una sorta di allarme, emozioni contrastanti di cui non riusciva a spiegarsi la natura”. 

Dunque da una parte freddezza e dall’altra emozione pura, questo Ritroviamo nel protagonista maschile e questo agita il cuore tormentato di Valeria. 

L’ambientazione di questo romanzo è a dir poco affascinante, le descrizioni dei luoghi sono precise e dettagliate così come lo è la ricostruzione storica, ma avendo già letto altri libri di Adele non avevo nessun dubbio. 

I personaggi sono ben delineati, con caratteri forti, che ci trascinano nelle loro avventure in un mondo così lontano da noi, ma che da sempre affascina proprio per quell’alone di mistero che lo avvolge.