Fulgore della notte di Omar Viel

Gordon Wilson non si sarebbe dovuto trovare in quella casa. Inebriato dal fascino di una giovane sconosciuta, così simile a sua moglie Una, dà inavvertitamente vita a un incendio e, dalle fiamme, scivola nella realtà la sinuosa figura di una tigre. Gordon fugge, lasciando la propria famiglia disorientata.
È un passaggio di testimone, quello con la figlia Liz, che da Bristol si reca a Londra alla ricerca del padre, per scoprire infine antichi prodigi e svelare i misteri degli Wilson. Passato e presente si intrecciano nella simbologia della specularità. Un viaggio fatto di incontri bizzarri con personaggi eterei, in equilibrio tra il mondo del visibile e quello dell’invisibile, tra l’universo tangibile e quello dell’immaginazione.
Un cammino esistenziale, fisico, letterario, con incursioni nel poetico.
Un romanzo composito nel quale si innesta un generoso tributo al Romanticismo inglese, che invita a lasciar andare gli ormeggi della ragione per abbandonarsi al dominio del possibile.

Copertina flessibile: 212 pagine
Editore: Adiaphora (18 settembre 2019)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8899593221
ISBN-13: 978-8899593223

Recensione a cura di Isabella Novelli

Il professor Gordon Wilson si trova a provocare un incendio in una strana casa insieme ad una donna che somiglia in maniera impressionante a sua moglie Una, quando misteriosamente si materializza l’immagine di una tigre del Bengala che apparirà più volte nell’arco del racconto.

” La tigre si confuse con la densità carbonifera di una nuvola di fumo, superò il turbine di ciò che a Gordon ricordava una freccia colossale di capelli e attraversò il varco della finestra, scomparendo nel giardino” e Gordon fugge terrorizzato.
Sarà una delle figlie, Liz, ad andare alla ricerca del padre a Londra, così come andrà alla scoperta dei misteri e dei prodigi della famiglia Wilson. Un amore infinito quello che ha sempre legato Gordon a sua moglie Una, narrato in una serie di lettere che i due si scambiano tramite una serie di piccioni viaggiatori sino al giorno del loro matrimonio in cui Una scrive a Gordon: “Forse faresti bene a considerarmi una strega, Gordon caro, oppure ad accettarmi per quello che sono, la figlia di una fata”.
Dialoghi epistolari che si ripeteranno anni più tardi tra le figlie di Gordon, Liz e Sidheag. Una serie di lettere che le due ragazze, gemelle, si scambieranno tra loro e che defineranno i loro caratteri: “Ho bisogno di parlarti Sidheag, ho bisogno di parlare al tuo spirito stralunato che asperge acidi apocrifi. Ho scritto stralunato? Mi sbagliavo. Tu meriti un aggettivo eroico che ti definisca oltre ogni ragionevole dubbio.”
Un romanzo quello che si snoda tra Bristol e Londra romantico e poetico che sembra un tributo al romanticismo inglese di scrittori come Coleridge che conduce il lettore in un mondo poetico e fantastico, onirico e coinvolgente.
Un libro particolare quello di Omar Viel che merita di essere letto per la sua unicità e le sue particolarità nel panorama letterario.

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