Furore di John Steinbeck

#letturacondivisa

I nostri commenti:

Marco De Luca Per me Furore è una storia dannatamente attuale.Furore è una storia maledettamente poetica quanto dolorosa.Furore è la storia del progresso che deprime e non ti fa evolvere, dalle banche e dagli uomini che si dimenticano di essere uomini.Furore è la storia di poveri che odiano altri poveri.Furore è una storia di speranza, ma di quella speranza disperata, che rende gli ultimi ancora più ultimi.È una storia di migrazione interna, quella più triste, ma è anche una storia di solidarietà, quella di cui sono capaci gli ultimi nelle situazioni più disperate.Steinbeck ha raccontato questa storia senza fare sconti al lettore, in maniera cruda e diretta, puntando dritto allo stomaco e forse anche alle coscienze.Trenta capitoli dai quali ho fatto fatica a separarmi, trenta capitoli dove anche il paesaggio è un personaggio.Trenta capitoli che sembrano scritti “ieri” per i temi trattati, ed è forse questo che mi ha fatto arrabbiare.Furore ti lascia un mondo dentro, ti smuove e, può sembrare esagerato, ma ti cambia qualcosa nella testa.Dopo aver letto Furore, per me, anche la polvere non è più solo polvere._______________Tom disse: “Okie? Che roba è?”.”Prima Okie voleva dire che venividall’Oklahoma. Ora vuole dire che seiun lurido figlio di puttana, che sei loschifo dell’umanità. Di suo non vuoledire niente, è il modo come lo dicono.Ma non ve lo posso spiegare. Doveteandarci… “

Isabella NovelliUn bellissimo libro che racconta una realtà triste che vissero gli americani negli anni della grande depressione. Una storia avvincente con personaggi indimenticabili come Ma o come Tom che restano impressi nella memoria. Una vicenda commovente con un finale che mostra un esile filo di luce e di speranza verso il futuro . Un libro sempre attuale per i temi che tratta e per la morale di cui è intriso. Un inno alla fratellanza tra i più deboli, una lotta per la sopravvivenza e contro un destino avverso che Steinbeck riporta e narra in tutti i suoi libri.Un autore che amo molto e di cui ho letto parecchi libri, tutti bellissimi, che narrano un pezzo d’America in maniera cruda e terribilmente realistica, tanto da venire molto spesso messo all’indice. Un grande libro che ho riletto volentieri in questa bellissima condivisa.

Lia Fiore Angy Da tanto tempo desideravo leggere questo libro, ma ne ero un po’ intimorita… Avevo paura che tra quelle pagine ci fosse una storia troppo dura, cruda, pesante da mandare giù e forte come un pugno sullo stomaco.E, in effetti, lo è.Steinbeck, con uno stile diretto, asciutto e senza orpelli, ci parla di povertà; di fame; di gente che vede la propria casa ridotta ad un cumulo di macerie; del lavoro sottopagato, che si è costretti ad accettare, perché l’alternativa è far morire di stenti i propri figli. Un tema molto attuale quest’ultimo, come tanti altri presenti in questo romanzo, e l’attualità di certe situazioni e problematiche ha reso perticolarmente coinvolgente e toccante la lettura.”Furore” è una lettura dal forte impatto emotivo, ma che trasmette speranza e racchiude messaggi positivi. Il messaggio più importante che ho colto tra le righe è che il nostro bene più prezioso, oltre ai legami familiari (la famiglia è un altro tema centrale), è l'”humanitas”, l’umanità, l’empatia, la solidarietà verso gli altri. Non importa quanto la vita ti abbia duramente colpito o ti abbia portato via; se sei riuscito a conservare la tua umanità, nonostante tutto, hai vinto. Questo ci dice Steinbeck.I personaggi di questo grande capolavoro mostrano una forza d’animo incredibile; i momenti di sconforto ci sono, ma si va avanti… Si deve andare avanti. Sono uomini e donne che hanno perso quasi tutto, ma hanno sempre qualcosa da dare agli altri; le loro mani sono sempre tese e aperte.I protagonisti che più ho amato sono Ma’ e Tom, perfette incarnazioni di tutti i valori racchiusi nel termine latino “Humanitas”.C’è stato un altro personaggio che sul finale mi ha molto colpita per il suo gesto “estremo” di carità e altruismo verso il prossimo, ma non posso aggiungere altro.Le pagine sono volate una dopo l’altra e, pur essendo un romanzo corposo, avrei voluto che ce ne fossero ancora tante altre da leggere…Sono passate alcune settimane da quando ho concluso la lettura, ma, ogni tanto, vado a rileggere le citazioni che ho evidenziato e trascritto. Leggerlo in condivisa è stata un’esperienza ancora più arricchente e le emozioni si sono amplificate.”Nell’anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini, e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia…”

Virzo Laura La lettura di questo libro mi ha molto invogliato a fare ricerche su quel periodo storico. Una storia epica, corale, che prendendo a protagonista la famiglia joad, ci racconta la grande crisi del midwest, perlopiù ignorata/nascosta, dal governo che avrebbe dovuto occuparsene in modo diverso. Migliaia di persone hanno sofferto e sono morte senza poter realizzare quella speranza di una vita decente che li aveva invitati a muoversi. Purtroppo il finale aperto lascia la bocca amara. Molto attuale!!!

Antonella Lanzo Vorrei ringraziare tutti voi per la lettura condivisa, “Furore” è un libro che non sarei mai riuscita a leggere da sola, sono andata avanti incoraggiata dai vostri post, e ne sono felice. Non sono brava a commentare, dico solo che questo libro è stato come un pugno nello stomaco.

Matilde Titone Un libro epico, un romanzo corale, un pezzo di storia americana che nessuno racconta resa paradigma universale del percorso degli esseri umani. Gli uomini e le donne di Steinbeck sono gli uomini e le donne di Tolstoj di Verga, di Omero e di Virgilio. Sono esseri umani nella loro grettezza quando odiano, e nella loro grandezza quando amano e danno speranza. Furore è la storia di un’umanità dolente e allo stesso tempo resistente. È tutto il contrario del grande mito americano e protestante del vincente e del perdente. Qui nessuno vince, neppure i ricchi californiani miserevoli nel loro mortificare l’essere umano togliendogli la dignità del lavoro, né le banche, mostri disumani, né l’americano medio gretto e provinciale nel definire Okie con accezione negativa semplicemente uno che arriva da un altro Stato USA, non vince nessuno… Forse solo Tom e Ma’ che invece hanno la capacità di vedere oltre il proprio piccolo orticello, loro riscattano la piccolezza umana. Lo stile martellante, penetrante, scolpisce non dipinge, fa pietre non fiori, ti sbatte dentro un mondo che non è l’olocausto ma gli somiglia. I bambini muoino di fame e di pellagra… Non c’è Hitler né Stalin dietro la morte, ci sono esseri invisibili, ricchi possidenti che lucrano sulla miseria, le banche che divorano tutto e tutti senza distinzione. C’è un’America mostruosa come non si vede spesso. C’è quell’America che mentre liberava l’Europa dal nazismo, lasciava prosperare il suo folle razzismo suprematista. Steinbeck non fa sconti al suo paese, ma poi da grande scrittore quale è supera i confini e rende il messaggio universale, il percorso umano sia individuale che sociale è un percorso duro, difficile, pieno di ostacoli, fatto di incontro tra bene e male spesso senza una linea netta di demarcazione. A me ha ricordato il viaggio nel deserto del popolo di Mosè. Un unico appunto ma vale solo per me:l’eccesso nella minuzia delle descrizioni, io non reggo… Mi rendo conto che serve al ritmo della narrazione ma per me è proprio troppo.

Paola Nevola Ho letto in un romanzo che l’epica è fatta di innumerevoli tragedie e questo è un romanzo epico e dagli accostamenti biblici.E’ l’esodo di tantissimi contadini con carette a quattro ruote dalle loro terre invase dalle nubi nere di polvere e sabbia, terre non più produttive per cui si sono indebitati con le banche e che le banche hanno preteso, imponendo il cambiamento produttivo, i trattori hanno soppiantato i mezzadri coi loro aratri.E’ una guerra imposta dal progresso, i trattori sono i carri armati del progresso, un evoluzione epocale; Steinbeck ci pone davanti ai mostri inarrestabili creati dall’uomo: la potenza economica, le banche, che nessuno può controllare e fermare.Questo fiume umano si sposta verso l’ovest la terra promessa, la California, un paradiso rigoglioso dove cresce frutta e verdura.Ma la terra promessa e il paradiso tanto agognati si rivelano un inferno, lì si frantumano i loro sogni, non c’è lavoro per tutti e tanta richiesta di lavoro equivale a sfruttamento e miseria e morire di fame per chi quel misero lavoro non ce l’ha.La famiglia Joad ne è la protagonista, esempio di tante, con personaggi indimenticabili: come Ma’ una donna di grande carattere, forte, decisa, saggia, la guida e colei che tiene unita la famiglia anche nei momenti più drammatici. Tom il figlio maggiore e la sua grande empatia, coraggioso, leale, ha la capacità di cogliere subito le situazioni.Il predicatore con le sue riflessioni spirituali che ci aiutano a capire che il mondo è una grande anima …… ““ ho pensato, ‘magari sono tutti gli uomini e tutte le donne che amiamo: magari è questo lo Spirito Santo…lo spirito umano… tutta la baracca. Magari tutti gli uomini messi insieme fanno una grande anima e ognuno di loro è un pezzettino’.””Questo capolavoro di storia umana è colmo di disperazione, una disperazione che scava il corpo, l’anima, il cuore, la mente e si trasforma in Furore.Il furore, di essere dei miserabili e sentirsi odiati, per le umiliazioni, per essere trattati non più come essere umani, ma peggio che animali, per la fame che uccide i bambini, per quel mostro economico che piuttosto che sfamare fa marcire il cibo. Il furore di quei morti di fame fa paura ai cittadini e la loro compassione si trasforma in rabbia e persecuzione .E’ una estenuante lotta per la sopravvivenza, per trovare il coraggio di andare avanti senza perdersi d’animo, la forza di restare lucidi anche quando tutto, la natura stessa vuole sopraffare, ma non mancano valori che sono fondamentali per restare umani, la solidarietà, l’amore e la speranza.Steinbeck con un’autenticità di scrittura pulita, sincera e cruda ci schiaffa in faccia la realtà, una realtà che è sotto i nostri occhi anche oggi, ci offre verità di vita e metafore che fanno riflettere.Un romanzo duro, struggente, straziante, che mi ha fatto pensare a quanto sono fortunata e come tutto nella vita può cambiare, come possono crollare anche le nostre sicurezze.Ringrazio per questa lettura che è stata un arricchimento enorme.

Cinzia Cogni Nonostante il titolo sia indicativo, mai avrei immaginato che “Furore” fosse un romanzo tanto crudo e reale quanto emozionante e sentimentale, e di certo non sapevo quanta disperazione ci fosse stata in America negli anni ’30 durante la Grande Depressione, che costrinse migliaia di famiglie a lasciare la propria casa e la propria terra perché le banche a cui avevano chiesto i prestiti, non rinnovavano i crediti.Incentrato sulla vita e sulle vicissitudini della famiglia Joad, costretta a lasciare l’Oklahomae a cercare fortuna in California,in realtà il romanzo è il pretesto per raccontare e denunciare la situazione disperata in cui versavano queste famiglie americane e le ingiustizie che subirono.Pubblicato nel 1939, ciò che veramente stupisce è la sua attualità, nonostante sia passato quasi un secolo, le tematiche e le amare considerazioni dell’autore, si incastrano ancora e perfettamente nella società di oggi.Non è una lettura semplice, non solo per la drammaticità degli eventi che colpiscono i protagonisti, ma proprio perché racconta una realtà che possiamo quasi toccare con mano quotidianamente, perché è lo specchio che mostra la nostra parte più “nera”, che ci ricorda che l’io ha sostituito il noi, che la povertà si nutre di odio verso chi li tiene in quelle condizioni, ma al tempo stesso è proprio lì, tra la fame e la polvere, che si può trovare ancora un briciolo di solidarietà e aiuto.È la contraddizione del sogno americano e il fallimento del progresso che ha allontanato le persone dai veri valori della vita.Il messaggio di speranza c’è, ma bisogna cercarlo tra le righe, tra gli innumerevoli altri messaggi che Steinback dissemina in ogni pagina …ed è una riflessione continua che ti cambia la visione del mondo, un capolavoro che dovrebbe risvegliare le coscienze e aiutarci a ricordare che “… il suo pezzetto di anima non serviva a niente se non stava con tutti gli altri pezzetti, e non faceva un’anima intera…”Grazie a tutte/i per questa bellissima condivisa💖

Sara Valentino Devo essere sincera e dire che “Furore”, comprato anni fa, l’ho iniziato due volte senza mai riuscire ad andare oltre il capitolo 2. Questa lettura condivisa mi ha fatto da sprone per abbattere quella barriera, ma mai avrei immaginato che poi non sarei riuscita più a staccarmene, a uscirne persino. Oggi ne scrivo e così oggi lo lascio andare, mi resta però nel cuore una delle avventure più belle e allo stesso tempo devastanti che io abbia letto in vita mia. Addirittura, cosa che capita ben di rado, ho avuto un blocco alcuni giorni, non riuscivo ad affezionarmi più a nessun libro. Steinbeck scrisse un capolavoro, un libro che è ambientato nei primi decenni del 1900, descrive la vita di una popolazione allo stremo, a cui tutto ciò che possiedono è stato portato via dal progresso, una popolazione che deve lasciare la propria dimora e viaggiare verso un futuro che pare luminoso a sentir parlare la gente, a leggere certi proclami, ma è tanto distante dalla certezza quanto più vicino a una inafferrabile normalità. “Le donne e i bambini sapevano dentro di sè che non esistevano disgrazie insormontabili se i loro uomini restavano saldi” In questo romanzo i protagonisti ci colpiscono tutti, ognuno con il suo carattere, la sua maniera di affrontare le difficoltà, ma la mamma e Tom sono certamente quelli che ho amato di più anche se poi un gesto d’amore immenso farà risaltare il cuore di una giovane donna colpita tanto duramente. La mamma è un punto fermo, saldo, è saggezza, quasi mi vengono i brividi a pensarla ora, occhi e mani per tutti, la capacità di spartire il poco cibo, lo spirito di pensare a essere presentabili e puliti, il decoro anche nelle peggio situazioni. Tom è un giovane uomo che vive di istinto e si paga per questo, si paga a caro prezzo il desiderio di giustizia. Il suo è un sacrificio enorme in nome dell’Amore per la sua famiglia. Tanto, tantissimo da scrivere e da dire. La rabbia esplosiva, il dolore per essere sradicati dalla propria terra e scacciati da un’altra come erba invasiva, ma anche altruismo e di quello vero, quello tra chi ha pochissimo. Un romanzo che se vogliamo è contemporaneo a noi, pensiamo a chi fugge dalla guerra, a chi cerca un luogo per i propri figli per dargli un futuro, non dico migliore, dico un futuro. “Quello che voglio dire è che se un tizio ha un po’ di roba da mangiare e un altro tizio ha fame… be’ il primo tizio non ha scelta”. Se ne esce diversi, ci si mette in discussione e ci si rende conto, se ancora non è accaduto con gli eventi che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, che nulla è scontato, nulla… e che le parole e i proclami sono tali, vengono usati per “usare” la popolazione e per spingerla a mettersi uno contro l’altro. “Vi diranno che uno ha tanta libertà quanta se ne può comprare.”

Fabiola Màdaro Non avevo mai letto nulla di Steinbeck e naturalmente i pareri sono stati sempre contrastanti. Ho letto queste pagine senza pormi aspettative, pur sapendo di essere al cospetto di un grande classico di quelli che “non può non piacere”. E quindi ho lasciato che le pagine facessero il loro corso, come un fiume… e come un fiume in piena mi ha travolto con la sua storia cruda, con la disperazione e la speranza sempre in bilico, così bilanciate tra loro che non danno tregua. Un libro di una forza spietata, che racconta la storia vera di migliaia di persone di allora e di oggi. Sì, di oggi! Perché questo libro, che racconta le vicende lontane della migrazione dei mezzadri americani dalle loro terre di origine verso la tanto agognata California durante la grande depressione (il SOGNO AMERICANO di chi americano lo era già) è anche la storia di tutti quelli che ancora oggi scappano dalla povertà, da una guerra, da un paese senza via di scampo… e trovano a destinazione ad attenderli odio, diffidenza, porte chiuse… e ancora fame! Un libro che mi ha commosso e mi ha straziato perché solo chi soffre è in grado di aiutare chi soffre come lui. Perché solo chi ha paura può trovare il coraggio di affrontarla. Perché “il crollo non c’era stato; e non ci sarebbe mai stato nessun crollo finché la paura fosse riuscita a trasformarsi in furore.”

Trama

Pietra miliare della letteratura americana, “Furore” è un romanzo pubblicato negli Stati Uniti nel 1939 e coraggiosamente proposto in Italia da Valentino Bompiani l’anno seguente. Il libro fu perseguitato dalla censura fascista e solo ora, dopo più di 70 anni, vede la luce la prima edizione integrale, nella nuova traduzione di Sergio Claudio Perroni. Una versione basata sul testo inglese della Centennial Edition dell’opera di Steinbeck, che restituisce finalmente ai lettori la forza e la modernità della scrittura del Premio Nobel per la Letteratura 1962. Nell’odissea della famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un’intera nazione. L’impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria “come un marchio d’infamia”. Al tempo stesso romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell’uomo contro l’ingiustizia, “Furore” è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi in tutta la sua bellezza.

  • Editore ‏ : ‎ Bompiani (6 novembre 2013)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 633 pagine
Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.