Giallo interattivo: Has Jenniffer Parker been Killed? Or has she just disappeared?

 


Jennifer Parker è stata uccisa?
Oppure è solo scomparsa?

Parte Prima

Il sole era tramontato presto a Yellow Springs, succedeva sempre così durante il periodo invernale. Erano le cime delle montagne a nasconderlo anzi tempo facendo precipitare il paesino sottostante nel buio della sera. Poche migliaia di anime in tutto, destinate a crescere nei periodi di festa oppure durante le ferie estive. Riferito al resto dell’anno, non succedeva mai nulla di espressivo a cambiare la monotonia di sempre. Quel giorno però, un mercoledì, qualcosa d’insolito era accaduto. Un evento destinato a incidere sulla flaccida monotonia del sonnolento paesino di montagna. Da alcuni giorni a questa parte, di Jennifer Parker si erano perse le tracce.
Il negozio di libri da lei gestito nella main street, era chiuso appunto da mercoledì. Oggi era sabato, Jennifer era puntuale come un orologio. Alle nove apriva i battenti ed era pronta a ricevere il pubblico. Che cosa le era successo? Dopo la dipartita dell’anziana madre, morta di malattia, Jennifer abitava da sola la grande casa in cima al pendio, un po’ tetra e spettrale a dire il vero. Circondata dai pini selvatici che in parte la nascondevano allo sguardo dei passanti. Potrebbe darsi che Jennifer non stesse bene in salute, meglio se qualcuno l’avesse raggiunta per scoprire di che cosa avrebbe avuto bisogno. Questo aveva pensato e quindi deciso di fare la signora Marilyn Delroy. Quindi si era incamminata e aveva raggiunto il posto. Nessuno però, dall’interno dell’abitazione le aveva risposto. La grande casa appariva deserta. Attorno vi regnava un silenzio innaturale, quasi spettrale. Non un solo filo d’aria a muovere le foglie degli alberi del circondario. Mancava il cinguettio degli uccelli. La natura stessa sembrava che si fosse zittita intimorita da … che cosa? Un brivido gelido aveva percorso la schiena della signora Delroy. Il vuoto assoluto che circondava la costruzione, le aveva gelato il sangue nelle vene. Ma perché? Questo si era chiesto. La casa di Jennifer era simile a tante altre, o forse no? Grande, costruita interamente di legno. A sormontare i tetti a spiovente dalle tegole grigio scuro, i tre comignoli di pietra. Le finestre sembravano occhi cupi che scrutavano lo spazio circostante. Una costruzione imponente, troppo forse per una persona sola e chiusa in se come Jennifer Parker. Introversa e di poche parole. Nessuno a Yellow Springs avrebbe potuto vantarsi di conoscerla a fondo, allo stesso modo di come a nessuno era mai stato consentito di avventurarsi all’interno della sua abitazione. Jennifer disdegnava le visite e non favoriva neppure le amicizie. Solo frequentazioni occasionali e dilatate nel tempo. Venticinque anni, alta di statura, magra e dal viso sottile e allungato. I lunghi capelli neri le cadevano liberi sulle spalle. Lo sguardo era profondo, enigmatico, difficile da sostenere a lungo. La sensazione che ti scavasse dentro prevaricava ogni altra considerazione. Non vestiva abiti eleganti, non truccava il viso, disdegnava la compagnia dei coetanei. Una giovane davvero singolare nel piccolo agglomerato di Yellow Springs.
“Jennifer mi senti? Sei in casa?” il richiamo della signora Delroy era destinato a perdersi nel vuoto. Curioso davvero il battente alla porta d’ingresso. Un demone che puntava lo sguardo su chi stava bussando. C’era anche una mezza luna incisa lungo il muro perimetrale dell’abitazione, posta all’interno di un pentacolo.
“Jennifer rispondimi … sono la signora Delroy.” Silenzio e soltanto quello. Attimi di vuoto, poi un soffio gelido che sembrava essersi sprigionato dal nulla, investe la signora Delroy in pieno viso. Da dov’è spuntato? L’aria in cima al pendio è ferma, stagnante. Cupa e irreale. D’istinto la signora Delroy si trascina all’indietro. La paura le cresce dentro, ed ecco un grido scaturire dal nulla, squarciare l’aria.
“L’orrore … l’orrore.”
Chi è stato a lanciarlo? Non c’è nessuno attorno, lo spazio è vuoto. e ancora:
“L’orrore … l’orrore.”
Intimorita la signora Delroy serra le palpebre, un attimo appena. Quando le risolleva qualcosa è cambiato. C’è una figura ferma lì dove la cupa abitazione forma l’angolo sinistro. È un bambino, sette, otto anni in parte. Veste un completo bianco, camicia e calzoncini. L’espressione che la faccia tratteggia è cupa e sinistra allo stesso tempo. Cereo in viso, il pallore cadaverico gli circonda le orbite. Gli occhi neri come la notte fissano la donna. Non dice nulla. La guarda soltanto. L’inquietante visione paralizza la signora Delroy, il respiro è diventato un affanno. Il timore è cresciuto, adesso è diventato paura. Viscida, profonda, difficile da controllare. La signora Delroy serra ancora gli occhi, quando li riapre il piccolo è scomparso. Svanito nel nulla. Che fare questo punto? Questo si chiede la povera donna intimorita dentro di se.

Fuggire via dimenticando quel posto e i misteri che vi gravitano attorno?

Vincere il timore ed entrare all’interno dell’abitazione per scoprire che cosa vi si nasconde, cercando allo stesso tempo di far luce sulla scomparsa di Jennifer?

Raggiungere Yellow Springs, avvisare lo sceriffo e posare sulle sue mani la faccenda?
Trovandovi al posto della signora Marylin Delroy in che modo agireste? Qual è a vostro giudizio la prima ipotesi su ciò che sta realmente accadendo?

Attentiamo le vostre risposte. Energia alla mente e via col gioco …!!!

Fine prima Parte

Racconto e immagini di Ottavio Nicastro

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