Gli sterminatori di eserciti. Storie dell’alternanza di Miki Ciavarella

Le Sette Terre sono attraversate da confuse notizie di fenomeni inspiegabili: per alcuni giorni, l’acqua diventa nera, la terra trema, gli animali impazziscono. Sono i segni premonitori di un evento cruciale, che un’antica leggenda chiama «Alternanza»; ma è una storia ormai quasi dimenticata, e pochissimi ne conoscono giusto qualche frammento. Tra questi c’è il vecchio e burbero Hidarlion, che si sposta di regno in regno e recluta sette compagni d’avventura dalle qualità eccezionali: diversissimi l’uno dall’altro per caratteri e storie, dovranno seguirlo in una misteriosa impresa, anche a costo della vita. Saranno coinvolti in uno scontro di forze ancestrali che si ripete dall’alba dei tempi ogni cinquemila anni, e che trascende infinitamente la loro comprensione e le loro vicende; una battaglia in cui la realtà stessa del mondo, come hanno imparato a conoscerla, verrà messa in discussione.

Copertina flessibile: 501 pagine
Editore: Bookroad (5 settembre 2019)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 883322015X

Recensione a cura di Sara Loiacono

Oggi voglio parlarvi di questo nuovo fantasy che mi è capitato per le mani.
“Gli Sterminatori di Eserciti” appare subito come un fantasy di genere epico, un nuovo mondo con ambientazione simil-medievale, vi sono creature e arti magiche, animali inventati, battaglie all’ultimo sangue, cattivi molto malvagi e un mondo da salvare. Alla ricetta di base non manca quasi niente, la straordinarietà è nel come questi ingredienti sono stati assemblati, reggendo alla grande il confronto con opere ben più conosciute. In questa storia ogni cinquemila anni il mondo subisce un fenomeno chiamato Alternanza, ovvero la lotta tra i fratelli Re Ordine e Lord Caos, quello che prevale avrà il dominio per i cinquemila anni che verranno. Il mondo da salvare è ormai diventato quasi un clichè nel fantasy, ma il viaggio che i nostri personaggi intraprendono per poter realizzare il loro piano è davvero interessante.

“<<Vi sembra giusto? Non vuole neanche dirmi di cosa si tratta. Sono certo che ci saranno pericoli da affrontare” la sua voce era ormai diventata un falsetto. “ Più di quanti tu ne abbia mai corsi in tutta la tua vita” fu laconica la risposta del vecchio. “Vediamo se ho capito. Nessuna informazione, tanti pericoli, e scommetto nessun bottino, dico bene?” “Indovinato>>”

I protagonisti sono otto, il loro capo, se così vogliamo chiamarlo, è Hidarlion l’Antico, l’incantatore del ciclo, l’unico destinato a vivere da un’alternanza all’altra per poterne serbare la memoria e aiutare gli uomini che dovranno affrontarla. Elania, nipote adottiva di Hidarlion, venne salvata da bambina e portata nella Città dei Maghi dove il Primo Mago la cresce come una figlia. Siblyss, ciambellano della Regina del popolo Rettiliano e avvelenatore del regno. Il furfante Sarek, imbroglione e scaltro trova sempre le risorse per cavarsela in ogni situazione.Targus invece è un montagna di muscoli dalla pelle nera, come ultimo superstite del suo popolo il suo unico scopo è la vendetta. Kalib-Asar è un membro del popolo delle sabbie, da bambino gli venne strappata la lingua quindi comunica con i gesti, ma il suo udito è straordinario, come la velocità nel maneggiare le sue armi. Alavar è un giovane maestro di Lame, considerato il miglior spadaccino dei sette regni. Infine troviamo Corrin, un ragazzino che viene venduto dal padre come schiavo che però ha il potere di guarire le persone. Le diversità fisiche, di etnie o di abitudini non impediscono a questi personaggi di instaurare dei rapporti, che siano queste ovvie relazioni o improbabili amicizie. Ho apprezzato molto questo aspetto del racconto, che personalmente mi ha fatta molto riflettere, per questo lo consiglio anche ad un pubblico più giovane.

“<<Per cinquemila anni ho cercato di non affezionarmi a nessuno per non doverne piangere, in seguito, l’assenza. Ma lasciatemi dire che sono fiero e orgoglioso di potervi chiamare in un modo con il quale non ho mai voluto, o potuto, chiamare nessuno: amici!>>”

Altro fattore che ho immensamente apprezzato sono state le descrizioni. Spesso nel fantasy ci ritroviamo dinanzi a descrizioni di luoghi o personaggi decisamente ridondanti, mentre qui riusciamo ad avere ben chiari nella testa come sono fisicamente, il loro carattere e anche cosa pensano senza subire rallentamenti. La lettura pur essendo ricca risulta scorrevole e fluida, e senza accorgermene mi sono ritrovata a leggere con avidità una pagina dopo l’altra, assaporando ogni azione come se fossi stata presente sulla scena senza distrazioni inutili.

“Per lunghi secondi i due girarono in tondo, come in una lenta danza che, a occhi inesperti poteva apparire casuale. Invece era finalizzata a preparare il miglior angolo d’attacco possibile. A ogni passo dell’uno, l’altro si posizionava in modo da opporre, a difesa, una direzione contraria.”

Ciliegina sulla torta l’epilogo finale.
Bello, bello, bello raramente un autoconclusivo di questo genere narrativo riesce a lasciarmi tanto, ma io che amo le saghe e la continuità; spero che l’autore, che ha saputo così tanto rapirmi, decida di continuare con una nuova, e inevitabilmente diversa, Alternanza.

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