Has Jenniffer Parker been Killed? Or has she just disappeared?

(Jennifer Parker è stata uccisa? Oppure è solo scomparsa?)

Gentili amiche e amici di Septem Literary

Ringrazio di vero cuore tutti quelli che ci hanno manifestato il loro calore e affetto nell’ambito della spiacevole situazione domenica verificatasi. Lo stimolo da parte vostra a proseguire nel gioco ci ha infuso nuova energia che ha rafforzato l’impegno da parte nostra per offrire una parentesi di svago, buona a sollevarci, anche se per poco, dai tanti problemi che la vita ci riserva come compendio alla vita medesima. L’isola felice dei nostri sogni dove nulla di spiacevole accade e tutto quanto ci circonda è felicità, esiste appunto, soltanto nei nostri sogni. La vita, ahimè è un’altra cosa. Pur tuttavia è la nostra vita, pertanto è da considerarsi un dono prezioso quanto unico e raro, che Dio, nella sua immensa bontà, ha voluto concederci.
Bene, Jennifer Parker e Marilyn Delroy seguitano a muoversi all’interno della nostra cupa e misteriosa vicenda. Nella terza parte del nostro racconto breve abbiamo lasciato Marilyn davanti al negozio che un tempo, è appartenuto a Jennifer. Che cosa pensate che possa succedere adesso? Che cosa prospetta il futuro? Nulla di buono questo è certo. Oppure sì? A voi anticipare i lati oscuri della nostra storia.

Tutto ciò che i partecipanti hanno formulato fino a questo momento è stato azzerato, quindi si ricomincia da capo.

Queste le nuove e brevissime regole del gioco:

Chi partecipa, singolo; in coppia; oppure a squadra; dovrà inviare in sede la sua ipotesi di ciò che si appresta a succedere nella puntata successiva. La risposta tramite posta elettronica, va inviata all’indirizzo septem.literary@gmail.com. cercando di non superare il termine ultimo del giovedì sera successivo alla pubblicazione della nuova puntata.

L’ipotesi, anche se corretta, non prevede l’assegnazione di alcun punteggio e sarà pubblicata nella pagina apposita così com’è arrivata in sede, assieme alle altre, anche se errate, senza aggiunta o variazione alcuna del contenuto.

I partecipanti saranno così liberi di confrontare le loro ipotesi con quelle degli altri giocatori, traendo le giuste considerazioni dopo aver letto la nuova puntata appena pubblicata.

Chi ha ideato il gioco, commenterà le ipotesi arrivate in sede, e solo questo.

Al termine del gioco, al partecipante o al gruppo di persone che hanno azzeccato la giusta via da seguire, trovando la soluzione, Septem Literary regalerà un poster 20×30 centimetri, relativo al gioco, realizzato dall’autore, da incorniciare a appendere alla parete come ricordo.

Buon Divertimento a tutti.

Ottavio Nicastro
Alle amiche e amici di Septem Literary

In omaggio un racconto breve di Ottavio Nicastro

The Monster
Luigi, suo malgrado, si è trasformato in un assiduo osservatore di tutto quanto accade all’interno dell’abitazione della sua vicina di casa. Dentro di se la vergogna cresce sempre più, pur tuttavia non sa controllare la smania che da qualche tempo a questa parte, lo perseguita. Ma che cosa gli stava succedendo? Perché si comporta in un modo così fuori dalla regola comune? È una persona di sani principi, un lavoratore instancabile. Educato e rispettoso della privacy altrui, almeno così era stato fino a questo momento. Adesso però tutto è cambiato e in peggio. La vicina di casa, bella da morire, abita l’appartamentino dal lato opposto del cortile interno. Il condominio è a poca distanza dalla darsena che costeggia i navigli.
Alta, statuaria, provocante. Una grazia che di certo non passava inosservata. Un dono che l’Onnipotente aveva concesso agli uomini che avrebbero beneficiato di tale magnificenza. Capelli neri lunghi sulle spalle, occhi di uguale colore. Ti penetravano l’intimo, lasciandovi un segno indelebile. Viso finemente modellato. Che dire poi del fisico? Dio che magnificenza. Chiunque fosse stato a modellarlo, di certo Luigi ammirava l’opera di un grande artista. Nessun uomo, vedendola sarebbe stato capace di resisterle, e Luigi non era stato da meno. Anche lui al pari di altri, aveva ceduto alla sconvolgente bellezza della vicina di casa. Solo che a differenza di altri, mai l’aveva sfiorata con un dito e di sicuro mai lo avrebbe fatto nel tempo a venire.
La incontrava di primo mattino il momento in cui usciva da casa per recarsi al lavoro nel bar pasticceria di via Cairoli a due passi da Piazza Castello, gestito da un suo compaesano. Milano è una città davvero splendida, lui, però aveva faticato ad adattarsi al regime caotico che la caratterizza. Il luogo di origine era tutt’altra cosa. piccolo e contenuto nelle dimensioni; adesso anche scarsamente popolato. Una minuscola cittadina nel sud della Calabria, il cui nome; Baronia; era sconosciuto a tutti. Al pari di Luigi che adesso abitata nella metropoli lombarda.
L’alloggio, povero lui, gli succhiava metà dello stipendio, quello che restava era sufficiente per non morire di fame. Un giorno le cose sarebbero cambiate, questo si era detto. Quando quel giorno sarebbe arrivato, nessuno lo sapeva, ancor meno lui, che seguitava in quella vita di solitudine e privazioni, giacché di meglio, non era riuscito a trovare. Chissà che lavoro svolgeva la vicina di casa? Chi era, come si chiamava? Da dove arrivava? Anche lei al pari di Luigi, viveva da sola. Ma contrariamente a Luigi, le sue serate non trascorrevano all’insegna della solitudine.
Capitava spesso che si portasse in casa un partner occasionale. Sempre nuovo, sempre diverso da quello della volta precedente. Un giovane di bell’aspetto, temprato nel fisico. Forte e procace. D’abitudine agganciava lo spasimante lungo il naviglio, dove la Movida, era sempre animata e mai avrebbe cessato di esserlo. Lo trascinava con se. Tirata la tenda sull’apertura del balcone che fronteggiava l’appartamentino di Luigi, ecco che … niente. il resto era rivolto soltanto all’immaginazione del povero uomo. A ogni modo non ne occorreva tanta per supporre che cosa stesse accadendo nell’abitazione della vicina di casa.
Un giorno sarebbe toccato anche a lui il ruolo di protagonista del focoso incontro? Questo Luigi sognava a occhi aperti, e così una settimana di seguito all’altra, senza che la novità si presentasse, e forse mai sarebbe accaduto. Luigi seguitava a spiare la donna d’ineguagliabile bellezza, e la gelosia nei riguardi dei partner occasionali cresceva sempre più. Curioso … adesso che faceva mente locale, ne aveva visti davvero tanti entrare nell’abitazione dirimpettaia alla sua, ma nessuno di loro né era mai uscito. Neppure uno. Che fine facevano i frequentatori occasionali? Abbandonavano l’abitazione nel cuore della notte? Il momento in cui Luigi, stanco e prostrato, si arrendeva al sonno? Ma questo che importanza aveva? Nessuna. La vicina seguitava a godere degli abboccamenti occasionali, e Luigi trascorreva le sue notti insonni, rigirandosi nel letto fino a sfiorare lo sfinimento, mentre il desiderio sfrenato di possedere quella donna cresceva … e cresceva, sempre più, senza mai conoscere sosta.
Luigi non era bello. Era questa la verità. Piccolo e tarchiato, esile nel fisico, viso piccolo e smunto. Capelli ricci e rinsecchiti. Diverso rispetto ai frequentatori occasionali che la splendida donna prediligeva. Eppure qualcosa andava fatto, per troppo tempo Luigi era rimasto inerme, limitandosi a spiare. Quindi decide di agire.
Il giorno a seguire, di primo mattino, Luigi aspetta paziente che la vicina esca di casa e quando accade, anche lui lascia l’ingresso dirimpettaio simulando un incontro occasionale. Lei si muove con passo cadenzato, con sé ha un grosso sacco della spazzatura che trascina nella direzione del cassonetto della raccolta differenziata. Subito Luigi la raggiunge e dice:
“ Buongiorno. Dia a me, ci penso io a portarlo.”
“Grazie – lei risponde con tono suadente – non è il caso che si disturbi. Faccio da sola.”
“La prego, nessun disturbo da parte mia. Mi dia il sacco.” La vicina è indecisa, pochi attimi appena e allunga il voluminoso involto a Luigi.
“Se proprio vuole. La ringrazio, è davvero gentile.” Luigi prende il sacco. Accidenti. Pensa, è insolitamente pesante, ma che cosa contiene? Strano davvero, lui è costretto a mettere forza, la vicina invece lo sollevava con indifferenza.
“Mi chiamo Luigi Albanesi.”
“Io sono Caterina del Censo.”
“Lieto di conoscerla Caterina, vive a Milano da molto? Voglio dire … nel condominio si è trasferita da pochi mesi e …”
“Due anni, in parte siamo lì. Prima ho abitato un appartamentino nei pressi della stazione centrale, troppo rumorosa la zona, e anche affollata. Qui invece è tranquillo.”
“Vero. Questo angolo di mondo è adatto a chi ama pace e tranquillità.” Arrivati nei pressi del cassonetto, Luigi scarica all’interno il sacco della spazzatura.
“Grazie ancora Luigi – la vicina dice – adesso devo andare altrimenti rischio di far tardi al lavoro.”
“Lo stesso vale per me. Spero d’incontrarla presto Caterina.”
“ Capiterà sicuramente.”
Invece no, il tempo trascorre veloce senza che la nuova occasione si presenti. Luigi coltiva il sospetto che Caterina lo eviti di proposito, la scusa dell’incontro fortuito il mattino presto, ha funzionato una volta e solo quella.
Il futuro è il territorio inesplorato e Luigi guarda al suo con la tristezza nel cuore, il desiderio cresce a dismisura ma non sa in che modo quietarlo, presto diventa un’incontrollabile smania ossessiva.
Deve avere quella donna a tutti i costi, che si sia innamorato di lei? Ma no, nell’intimo desidera possederla allo stesso modo di come fanno i partner occasionali che Caterina seguita a recuperare ai navigli. Uomini belli e corpulenti, che lei sembra prediligere. Tutti tranne lui. L’amaro destino sembra perseguitare Luigi, condannato a spiare senza mai finire. E così di seguito fino a quando non arrivano i giorni della pioggia violenta. Da una settimana a questa parte il brutto tempo imperversa sulla città senza concedere sosta. Uscire di casa non si può se non per necessità o per recarsi al lavoro. La Movida lungo il naviglio subisce una sosta forzata. Caterina è impedita, non ci sono giovani partner da agganciare, niente di niente. almeno per il momento. Quando finirà il brutto tempo? A Luigi non sembra vero, quando in una di quelle sere di pioggia, Caterina, attraverso il balcone che si affaccia nel cortiletto, lo stesso usato da Luigi per spiarla, con un gesto eloquente della mano, lo invita a raggiungerla.
“ Non è possibile – il giovane si dice – il momento tanto atteso è finalmente arrivato?” Luigi contiene a stento sia la gioia sia l’emozione che rischia per davvero di travolgerlo. Subito afferra l’ombrello c con pochi e decisi balzi, raggiunge l’ingresso dirimpettaio. Caterina e sull’uscio di casa ad attenderlo. Luigi si avvicina è pronto a baciarla sulla bocca, le parole non servono, meglio passare subito all’azione. L’attesa si è protratta troppo a lungo nel tempo, adesso e finalmente arrivato il momento di agire. Ha iniziato a sbottonare la camicia quando Caterina spalanca la sua di bocca e … il povero uomo inorridisce nel vedere il tentacolo lungo e affusolato, uncinato alla punta, fuoriuscire dalla gola di Caterina per andare a conficcarsi nella sua. Non gli è possibile far nulla per impedirlo, lei l’ha avvinghiato stringendolo a se. E’ incredibilmente forte; decisa; impossibile resisterle. Il dolore è terrificante. L’uncino lo sta lacerando dall’interno. Luigi avrebbe voluto gridare, ma non può. Non è possibile con il tentacolo che gli si è conficcato nella gola. Mugola, questo soltanto riesce a fare.
Basta poco perché la donna o quello che in realtà sia, gli succhi la linfa vitale fino all’ultima goccia. Luigi sente che la vita sta fuggendo via. Veloce; inarrestabile. L’ultima cosa che vede prima di spegnersi, è il viso di Caterina contorcersi in una smorfia orrenda quanto mostruosa d’infinito piacere. Che fine ha fatto la sua bellezza provocante al punto da non sapervi resistere?
Pochi attimi ancora e quello che del povero uomo rimase, cade di peso sul pavimento impolverato. Null’altro che un mucchio di carne rinsecchita che ha perso la sua forma originale.
L’indomani, di primo mattino, a lasciar casa è soltanto Caterina e il suo capiente sacco della spazzatura che passando, infila nel cassonetto della raccolta differenziata.

Fine

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