Has Jenniffer Parker been Killed? Or has she just disappeared?

Jennifer Parker è stata uccisa? Oppure è solo scomparsa?

Parte Terza
La sorpresa aveva rubato il fiato a Marilyn Delroy facendola precipitare nello sgomento. Dunque da qualche parte esisteva per davvero una Jennifer Parker, il foglio pubblicitario appena letto lo testimoniava in modo inequivocabile. Non poteva essere una coincidenza e di certo non lo era. In aggiunta Marilyn non credeva nelle concomitanze. Ma com’era possibile questo? Lei l’aveva sognata e … il negozio di libri, Yellow Springs … era dunque in quel posto che l’avrebbe potuta trovare? Chi? Forse la Jennifer Parker protagonista del suo incubo. La casa in cima al pendio, anche quella sarebbe stata possibile incontrarla a Yellow Springs? Ma dov’era quest’angolo di mondo di cui mai prima di adesso aveva sentito il nome? Confusione e solo questo. Marilyn posa il foglio sopra il tavolo e lascia la cucina. L’ambiente domestico, adesso, si mostra in altro modo. Cupo e tenebroso al pari del sogno che l’aveva spinto ad alzarsi. C’era qualcosa di strano attorno a lei. La percezione era nitida, chiara. Avvertiva un’oscura presenza aleggiare nell’ambiente. Si guarda intorno, la casa è deserta, così almeno si mostra. Sarà vero? Il silenzio è pesante, irreale. A un tratto un rumore cupo e sordo arriva al suo orecchio:
“Aah …” Marilyn ha un sussulto, i nervi sono a fior di pelle. Che cosa è stato? Si chiede. Il tonfo, perché di questo si è trattato, era arrivato dallo studiolo. Con passo incerto lo raggiunge accende la luce e …
“Mio Dio …” le esce dalla bocca. Il crocefisso appeso al muro è … impossibile da credere. È a rovescio. Il Cristo in croce è a testa in giù. Subito il sangue le ghiaccia nelle vene. D’istinto Marilyn si trascina all’indietro.
“Chi c’è in casa? Mostratevi … chiamo la polizia.” Nessuna risposta arriva al suo orecchio, neppure il più fievole rumore si sente dentro l’appartamento. Il silenzio è totale. Cupo; pesante. Curioso, non avverte neppure il ticchettio della vecchia pendola che pende dal muro del salottino. Incuriosita Marilyn lascia lo studiolo e raggiunge la stanza, accende la luce e posa lo sguardo sull’orologio. Si è fermato. Segna le tre il momento in cui si è destata dall’incubo. Subito l’apprensione la coglie. Veloce percorre i vari ambienti della casa alla ricerca degli altri orologi. Quello della cucina che aveva appena lasciato, è ugualmente fermo alle tre. Lo è pure la sveglietta sopra il comodino accanto al letto. Non è possibile. Persino l’orologio del cellulare segna le tre e non si muove. Dio del cielo ma che cosa significa questo? A un tratto l’odore acre di zolfo bruciato la ruba alla riflessione. È forte; irritante; difficile da sopportare. Marilyn ha un rigurgito, è sul punto di vomitare. A grandi passi raggiunge il bagno. Accende la luce e ficca la testa nel lavabo. I conati arrivano subito dopo, dalla bocca, però fuoriesce soltanto del muco filante e appiccicoso. Reagisce, s’imprime forza e riprende il controllo di se. Solleva la testa e osserva la propria faccia riflettersi nello specchio dell’armadietto posto sopra al lavabo. Non è bella a vedersi. Le emozioni dell’ultimo momento hanno lasciato il segno sul viso della giovane. Il mal di testa compare subito dopo. Presto il dolore cresce, è difficile da sopportare. Marilyn apre l’armadietto alla ricerca delle compresse per combatterlo. Il momento in cui lo richiude lo specchio riflette …
Aaah …” il viso che vede specchiarsi non è il suo, ma quello di … non è possibile. È la giovane che ha appena sognato, lo stesso volto raffigurato nel foglietto pubblicitario che ha posato sopra il tavolo della cucina: Jennifer Parker.
“Aaah …” ancora un grido. Le compresse le cadono dalle mani e Marilyn si trascina all’indietro fino a battere la schiena contro il muro alle sue spalle. E mentre lei si muove anche la giovane riflessa nello specchio, si comporta allo stesso modo, ricalcandone le movenze.
“Mio Dio …” Marilyn è stravolta. Corre via. Nel corridoio la lampadina sul soffitto gracchia, minaccia di spegnersi. Il bagliore è intermittente. C’è la specchiera nei pressi della porta d’ingresso. Rallenta il passo, gira lo sguardo e lo posa sullo specchio. L’orrore subito la coglie. Dal lato opposto c’è un differente ambiente. Inorridita si trascina all’indietro fino a poggiare le spalle contro il muro. Sembrerebbe … sì. È un negozio di libri. Antico, ricco di volumi posti nelle adatte rastrelliere. Manoscritti datati e di valore. La giovane donna serra le palpebre, l’attimo in cui li riapre si ritrova immersa in quel nuovo ambiente. “Questo non è possibile.” Si dice. “Sto sognando ad occhi aperti.” Se davvero di sogno si tratta e talmente reale da poter essere scambiato come vero. Allunga il braccio e sfiora una di quelle mensole. Subito ritrae la mano. La mensola è vera, la sente. Avverte anche l’odore della polvere misto al vecchio che si sente nell’aria. Capire che cosa le stia succedendo si mostra come la cosa più impossibile di questo mondo. Fuggire invece e subito, è la scelta appropriata, abbandonando quel posto da incubo che tanta paura le fa sentire dentro. Prima però è necessario trovare la via di fuga. Veloce Marilyn inizia a muoversi lungo i corridoi formati dagli scaffali, messi in fila uno di seguito all’altro, come in una sorta di labirinto inestricabile. E ancora fino a quando girato l’ultimo angolo qualcosa o meglio qualcuno le sbarra il passo.
“Aah …” ancora un grido da parte della giovane donna. Di fronte a lei c’è Jennifer Parker che le ha chiuso la via di fuga. Immobile la fissa col suo sguardo vitreo e spento. L’aspetto è allucinante. La pelle del viso dal colore cadaverico sembra luccicare nella penombra che avvolge l’ambiente. Le pupille riflettono il buio più profondo. Non muove un muscolo, il tempo stesso sembra che si sia fermato. Marilyn è paralizzata, non riesce ad articolare una sola parola. Ma ecco che l’inquietante figura solleva il braccio e lo allunga nella sua direzione. Le sta mostrando un libro, Marilyn però non sa capire di che cosa si tratta. Dovrebbe guardarlo da vicino, cosa che non fa. Attimi di vuoto assoluto prima che le labbra di Jennifer Parker si muovono per lanciare un grido:
Liberabis vos ex Inferis … Liberabis vos ex Inferis.
“Aaah …” cui fa seguito l’urlo di Marilyn. Un sussulto e si desta dall’incubo a occhi aperti. Adesso è nell’ambiente di casa. Il negozio di libri antichi, la sinistra e inquietante figura e tutto quanto a essa legato, è svanito perdendosi nel nulla. Marilyn respira dentro di se. Dopo si lascia cadere nella sedia accanto. Dio del cielo che cosa le sta succedendo? Chi è l’inquietante ragazza che la perseguita? Perché si comporta in quel modo? Domande e nessuna risposta ad affiancarle. Il tremolio l’ha presa in tutto il corpo. Che cosa fare a questo punto? Marilyn è confusa e prostrata allo stesso tempo. S’impone di reagire e in parte ci riesce. Poco dopo raggiunge lo studiolo e accende il computer. Si collega in rete, la prima cosa di cui cerca la spiegazione è la frase che ha udito dalla bocca di Jennifer. Liberabis vos ex Inferis. Pochi attimi e la traduzione latina si mostra sullo schermo. Salvatevi dall’Inferno. Marilyn avverte un brivido gelido serpeggiare lungo la schiena. La paura è tornata. Che spiegazione affiancare a questo? Una esiste? Cancella la schermata e inizia una nuova ricerca. Jennifer Parker negozio di libri antichi. Nessuna risposta. Quindi non esiste. Il foglio pubblicitario allora? Non si arrende, cerca Yellow Springs. Anche questo è un luogo sconosciuto. Non è possibile, eppure da qualche parte deve pur esistere. Rimane da capire com’è possibile trovarlo. Un momento … Marilyn ha una folgorazione. Modifica il motore di ricerca. Accede ai comunicati informativi della polizia aperti al pubblico, con particolare riferimento alle foto segnaletiche delle persone scomparse. Ultimi cinque anni, Jennifer Parker. Niente. ultimi dieci anni, sempre Jennifer Parker. Niente. non si arrende. Ultimi venti anni. Ancora nulla. Venticinque. Non c’è. Trenta anni e la foto segnaletica si mostra sulla schermata. È lei, nessun dubbio al riguardo. Jennifer Parker la giovane che ha visto in sogno. Venticinque anni, originaria di Whitefish, una cittadina nello stato del Montana. Segue la descrizione della ragazza e del caso a essa legato. Un mercoledì mattino della seconda metà del mese di febbraio del 1989, di Jennifer si erano perse le tracce e nessuno l’aveva più vista. Che cosa fare a questo punto? Questo sembra chiedersi Marilyn Delroy. La risposta è una soltanto, raggiungere Whitefish e cercare traccia della giovane svanita nel nulla. A trent’anni dalla scomparsa sarebbe stato ancora possibile recuperare un indizio?
Due giorni dopo.
Il lungo viaggio è finito. Marilyn Delroy ha raggiunto la meta. Adesso si trova a Whitefish, davanti a ciò che rimane della bottega che stava cercando. L’insegna sopra l’ingresso lo testimonia in maniera chiara e inequivocabile.
Jennifer Parker negozio di libri antichi.

Fine Parte Terza

Bene, abbiamo compiuto un altro passo all’interno della nostra cupa ed enigmatica vicenda. Che cosa succederà adesso? A voi il compito di segnalare la linea guida che Marilyn Delroy seguirà per far luce sull’episodio di cui, suo malgrado, è protagonista. Quindi olio di gomiti ed energia alle cellule grigie del vostro cervellino.
Attendiamo fiduciosi le vostre risposte.
A presto.

Racconto e immagini di Ottavio Nicastro
E se volete conoscere chi è e cosa scrive l’autore del misterioso giallo di Jennifer ecco un assaggio delle sue ultime opere!

Il Ghaladon

La vicenda abbraccia due differenti piani temporali uniti da un comune destino. Ad annunciare la profezia è l’omicidio, cruento, di un sacerdote all’interno di una basilica romana. Il corpo nudo posato sopra a un Pentalfa, presenta cabale oscure incise a fior di pelle.
A occuparsi del caso è Attilio Brancati, commissario della squadra omicidi. Ancora uccisioni, un fremito scuote il mondo cattolico, le cabale misteriose annunciano una catastrofe? La soluzione passa attraverso il mistero che gravita sull’ordine dei cavalieri Templari.
Antiche e misteriose abbazie: camere segrete; enigmi da risolvere. L’arduo cammino da Roma si spinge in Spagna, poi in Francia e ancora in Italia, dove la vicenda si chiude. Creature demoniache minacciano i personaggi principali alla ricerca del santo Graal per evitare all’umanità l’apocalisse annunciata da san Giovanni apostolo.
Riferimenti storici; luoghi; citazioni; sono reali. Soltanto le figure di spicco sono frutto di fantasia. Una corsa frenetica per battere sul tempo l’annientamento del genere umano.

La battaglia di Anghiari

 

Il genio di Leonardo da Vinci non ha eguali. Artista, scienziato, inventore, progettista, e altro ancora. Com’era possibile che sapesse fare tante cose e bene?
L’anno è il 2139, le guerre corporative hanno spinto l’umanità sull’orlo dell’estinzione. Alla Pegasus una nave spaziale capace di attraversare un Wormhole, è affidato il compito di raggiungere Goliath un pianeta con caratteristiche simili alla terra, che orbita nella costellazione di Proxima Centauri.
La nave si perde nel nulla.
Il 2019. Una violenta tempesta di sabbia flagella la parte nord orientale del deserto Sahariano, la forza del vento sposta una duna e riporta alla luce un’astronave aliena sepolta da lungo tempo. Gli americani inviano sul posto una spedizione al comando della dottoressa Ludovica Pennington. Il computer di bordo, all’improvviso, si riattiva e minaccia la sicurezza del pianeta. Bisogna fermarlo, come?
Si scopre che il codice di disattivazione è celato nel quadro della Gioconda. Inizia una corsa frenetica contro il tempo, il rebus da Monna Lisa si sposta alla Battaglia di Anghiari, il dipinto perduto di Leonardo da Vinci. Avventura; mistery e un finale a sorpresa.

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