I giardini di Ilvana – Roberto Cherillo

Bagnoli, inizio degli anni Ottanta. Durante una rapina, perpetrata da un commando delle Nuove Brigate rosse ai danni di un furgone portavalori, resta ucciso un membro dell’equipaggio. Diversi anni dopo, partirà l’inchiesta privata che vedrà il figlio della vittima mettersi ostinatamente sulle tracce del commando brigatista, con l’unico scopo di vendicarne la morte. Attraverso un “esame di ammissione” preparato con cura maniacale, sotto finte spoglie, il giovane Santiago, spinto dalla Nemesi della vendetta, riesce a infiltrarsi nello stesso gruppo di fuoco responsabile dell’assassinio del proprio genitore. Durante la sua militanza, si imbatterà nei folli motivi che hanno spinto giovani ragazzi a tentare di cambiare il mondo con le armi in pugno, e affronterà un turbinio di sentimenti contrastanti, tra cui il rancore scaturito dal lutto interiore, l’insofferenza verso le idee postulate dalla rivoluzione proletaria e un soffocato sentimento di amore che proverà per una delle “compagne”. Roberto Cherillo firma un romanzo le cui vicende si snodano sullo sfondo di una Napoli cupa, segnata da spargimenti di sangue che hanno scritto la triste Storia italiana nell’arco temporale che va dagli anni Ottanta al Duemila, e accompagna il lettore in squarci di realtà difficili da comprendere, spesso frutto di contraddizioni e fragili debolezze.

  • Editore ‏ : ‎ Graus Edizioni (6 ottobre 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 210 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Chi mi conosce sa anche che non ho una particolare predilezione perla storia recente. Ecco perchè leggo pochissimi libri di narrativa storica contemporanea.

Grazie alla Casa editrice Graus, che mi ha gentilmente inviato una copia, ho potuto leggere e conoscere “I giardini di Ilvana” di Roberto Cherillo.

Siamo a Bagnoli, un quartiere della periferia di Napoli e un commando delle Brigate Rosse, durante un’azione armata, uccidono una guardia. Si tratta di un padre di famiglia e questa ne resta, ovviamente, devastata. Ilvana, la moglie, non si riprenderà e resterà persa nei suoi pensieri a curare un giardino, quasi forse che tra quei fiori ritrovasse il povero marito. Il giovane Sanrtiago, figlio della vittima coverà nel cuore un solo grande desiderio: vendetta!

“Per mia madre Ilvana, morta ancora prima di morire davvero. Per suo padre, distrutto dal dolore per essere sopravvissuto al giovane marito di sua figlia, che per lui era più che un genero. Ma soprattutto, per tutti quelli ammazzati dal piombo delle loro armi, in esecuzione al mandato di un “tribunale del popolo. E per tutti quelli che erano stati giustiziati… … Per la sola colpa di aver indossato una divisa”

Si preparerà scrupolosamente, studiando fino a tarda sera i nomi di chi ha fatto grande questo movimento, le azioni, le propagande tutto ciò che avrebbe potuto permettergli di entrare a fare parte dell’organizzazione. Ci riesce, si finge un adepto convinto che la lotta armata possa essere l’unica soluzione contro il capitalismo.

Attraverso il libro di Cherillo entriamo a piedi scalzi tra le fila del gruppo terroristico che ha portato la paura in Italia, alcune azioni sono rimaste impresse nelle nostre menti. Scopriamo dunque come si organizzavano, i nomignoli che utilizzavano, nessuno si serviva del nome vero e i fatti privati era meglio restassero tali.

Santiago si ambienta molto bene, nessuno sospetta alcunchè, anche perchè la sua arma farà fuoco su un bersaglio dell’organizzazione. Man mano prosegue nella sua personale “inchiesta” per scoprire la mano che ha armato l’arma mortale verso il suo genitore.

Brevi intervalli nel corso della narrazione sono i pensieri di Santiago quando ormai tutto è compiuto in una sorta di flashforward.

“Ma quante stanze vuote ci sono nel mondo? Tante, ancora tante, finchè nell’uomo vive sempre il demone della guerra. qualsiasi tipo di guerra. Se vuoi cambiare il mondo, e sconfiggere tutto ciò che ti sembra ingiusto, devi usare solo il cuore e una profonda intelligenza, senza mettere nel tuo pugno una pistola o una mitraglietta, andando in giro ad ammazzare le persone come ho fatto io”

Nel corso delle vicende che seguiremo, gli eventi si concateneranno in modo tale che per Santiago avrebbe potuto esserci posto anche per l’amore. Quell’amore che non è corrisposto o quell’amore che ti segue da vicino ma che tu non vedi nemmeno.

“Perchè un uomo che, come me, aveva scelto di camminare sulle strade della vendetta, aveva già da tempo smarrito il suo cuore”

Ho amato molto il personaggio protagonista perchè ha messo in evidenza le luci e le ombre dell’animo umano. attraverso i suoi pensieri, il suo peregrinare, le sue buone azioni così come le pessime ha raccontato l’uomo di ieri. Che non è dissimile da quello di oggi, cambiano gli anni solamente. Sono entrata in empatia con la sua sete di vendetta ma mi ha fatto anche riflettere su come questa non rechi poi con sè alcun reale beneficio.

“Ma il mondo girava muto nella sua eterna e quieta apparenza. La sua cosmica indifferenza trainava nel sua potente forza gravitazionale anche quella degli uomini”

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