I pasticci di Leonardo di Simona Bertocchi

Recensione di Paola Nevola

Gradireste gustare dolci rinascimentali? Scoprire antichi e singolari sapori? E’ quello che accade leggendo questo romanzo.

Conosciamo tutti, chi più chi meno, il genio poliedrico di Leonardo, la sua straordinaria vita e sappiamo che amava scrivere e annotare le sue idee, le sue scoperte, i suoi pensieri e sensazioni su taccuini e fogli.

Simona Bertocchi ha avuto l’incredibile e splendida idea di prendere spunto da un ipotetico taccuino e dalla supposizione che il patrigno di Leonardo l’Accattabriga possa essere stato un bravo pasticcere.

Passiamo ai giorni nostri, al protagonista della vicenda, Ascanio un pasticcere che durante un trasloco rinviene un antico libricino in un vecchio casolare che si reputa sia appartenuto alla famiglia di Leonardo come forno.

Con l’aiuto della compagna Sara e due storiche eccentriche, le sorelle Bastogi, si sviluppa l’interpretazione del libricino che si svela per essere un ricettario di dolci del grande Maestro. Ascanio inizia così la sua avventura decidendo di abbandonare il suo vecchio lavoro per realizzare con un pizzico di follia una grande ambizione, quella di creare una pasticceria rinascimentale.

I Pasticci che ha inventato il Genio del Rinascimento non sono semplici dolci è un’alchimia segreta, una combinazione ben calibrata di ingredienti, consistenze, spezie, profumi, colori, forme esoteriche. Un’orchestra che sprigiona emozioni, sensazioni; un’esperienza per il palato, gli occhi e l’olfatto, per chi ha l’onore di assaggiare i suoi dolci capolavori.

“Il gusto e l’olfatto stimolano l’affettività, il rifiuto, l’attrazione, la pace e anche la rabbia. Se mangiate un dolce pasticcio e vi si scioglie in bocca un nettare irresistibile non vi state solo riempiendo la pancia, state ingerendo emozioni e ricordi. Come fate, amato zio, a non capirlo? E come fate a non capire che alcuni ingredienti possono alterare le emozioni? C’è la scienza nella pasticceria. Ecco perché mi appassiono a quello che voi chiamate arte poco nobile!”

L’autrice con la creazione dei dolci rivela un Leonardo più intimo, ripercorre così i momenti più salienti della sua vita a cui ad ognuno è dedicato un capitolo e un pasticcio: l’amicizia con il Magnifico, il soggiorno a Milano e il Moro, il suo legame con Salaì, i suoi allievi, la creazione dei suoi capolavori come Il Cenacolo, la Monna Lisa, il suo peregrinare ecc… fino in Francia ad accompagnarlo per il suo ultimo viaggio.  Nel prodigioso taccuino si trova anche un riferimento sul rapporto di Leonardo e il sultano ottomano Bayezid II, una pagina mancante nasconde un dolce arcano che Sara e Ascanio cercheranno di svelare.

Vorrei descriverli tutti i Pasticci di Leonardo ma toglierei il gusto alla lettura, definizione che calza a pennello in questo caso. Quindi ho deciso di sceglierne uno, e anche qui è difficile perché sono tutti straordinari, mi sento di citare il primo quello che ricorda l’infanzia e la madre di Leonardo:

La sua infanzia aveva il sapore dei dolci gonfi e soffici coperti di glassa bianca ed essenza di lavanda: Le nuvole di Caterina, così le aveva chiamate. Leonardo diede alle sue nuvole una forma ben precisa, erano piccole sfere della stessa dimensione che si incastravano e si proiettavano fulgide e scintillanti verso ogni direzione. Il cuore delle dolci sfere si scioglieva in bocca e il sapore vellutato dei frutti di bosco, riempiva i sensi, la polvere della cannella pizzicava il palato e il profumo della lavanda avvolgeva tutto l’impasto. Leonardo ingoiò zucchero e ricordi, ne prese ancora un morso, la crema di fragole e mirtillo gli colò sul mento, lesto infilò in bocca tutto il dolce, morse la pasta calda e friabile e avvertì un leggero sapore di terra che la nepitella sprigionava.

Tornando al nostro Ascanio lo seguiamo districarsi tra i problemi famigliari con la figlia, la ex moglie, l’avvio della sua impresa e il suo ex datore di lavoro che cerca in ogni modo di mettere i bastoni fra le ruote.

Il taccuino fa gola e per la sete di denaro c’è chi è disposto a tutto pur di sottrarlo ad Ascanio e alle sorelle Bastogi, fino ad arrivare a commettere un omicidio. La narrazione si fa suspense si freme per il timore che finisca nelle mani sbagliate o vada perduto. Riuscirà Ascanio a trovare il giusto equilibrio nella sua vita, a tutelare il prezioso taccuino e a realizzare la prelibata pasticceria?

Il romanzo dallo stile brillante denota una grande passione che ha portato l’autrice ad uno studio molto approfondito e ricercato su Leonardo e il Rinascimento. Un connubio tra il vissuto storico e l’incantesimo del genio Leonardesco che esalta, come già descritto, i suoi pensieri, intuizioni e sentimenti. 

“Fu un visionario, un alchimista, un uomo di grande evoluzione spirituale che avvertiva le vibrazioni cosmiche e le applicava nella sua arte”

Mi è rimasto il desiderio di gustare la raffinata pasticceria rinascimentale che effettivamente è stata realizzata. Ora non resta che offrire a voi la scoperta della creazione dei Pasticci di Leonardo.

Eretico, falsario, esoterista, spia, pittore, scienziato, architetto: su Leonardo da Vinci se ne sono dette molte. Forse perché la sua biografia è costellata di enigmi non ancora risolti. Di certo sappiamo che fu eclettico, al limite della schizofrenia, estremamente curioso e che annotò qualunque cosa gli passasse per la testa. Nel disporre le proprie volontà, il genio toscano indicò nel giovane Francesco Melzi l’erede del suo tesoro più prezioso: tutti et ciascheduno li libri che possiede, ossia decine di migliaia di fogli con appunti manoscritti e disegni sugli argomenti più disparati, accumulati nel corso di un’intera vita. Inizia così la storia dei codici di Leonardo che nel corso dei secoli si disperdono in tutto il mondo. Uno di questi, il più anomalo e anticonvenzionale, viene ritrovato, nel corso di un trasloco, da Ascanio Righi, pasticcere a Vinci, nei locali in cui secondo la leggenda sarebbe stato ubicato il forno e il mulino di famiglia di Leonardo. Si tratta di un taccuino ingiallito le cui pagine, seppur ridotte a un velo, sono ancora leggibili. All’interno sono annotati pensieri confusi, conteggi delle entrate e delle uscite, disegni e diverse ricette di dolci. Ricette ben strane! Secondo chi scrive infatti avevano poteri taumaturgici e forme originali. Sono l’occasione per Ascanio di rimettere in discussione tutta la sua vita fino ad aprire una linea di pasticceria rinascimentale: I pasticci di Leonardo. Coadiuvato da due storiche e dalla donna che gli ha ridato serenità affettiva, Ascanio deve anche rispondere a domande inquietanti: quale collegamento ha il taccuino di Leonardo con l’antico sultanato ottomano di Bayezid II? E soprattutto quali sono i veri poteri dei dolci del Maestro?

  • Editore : Giovane Holden Edizioni (30 aprile 2019)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina flessibile : 256 pagine
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