I pretini di Nino Caffè e Fabio Failla

a cura di Samanta Casali

Nino Caffè è un pittore abruzzese noto per essere stato il pittore dei pretini. Egli raffigura questi sacerdoti in maniera buffa mentre giocano, svolazzano, spettegolano noncuranti della loro carriera ecclesiale. I dipinti di Caffè sono ironici, colorati e grotteschi ma in realtà nascondono un messaggio: l’uomo è pieno di difetti e sono maggiori i suoi vizi che le sue virtù. Nello sfondo dei suoi quadri sono presenti le cupole di Roma che rappresentano le crepe della chiesa.
Caffè coglieva il vissuto delle persone e lo riproponeva a suo modo attraverso il mondo dei simpatici pretini, realismo e teatralità sono i punti chiave della pittura di Caffè nella Roma anni 50. L’idea dei pretini è nata ad Urbino ma è nella città di Roma, dove la Chiesa è il simbolo, che le sue scene dal sapore surreale hanno avuto vita. I pretini ritratti da Caffè non hanno mai atteggiamenti liturgici ma sono spensierati in un ambiente esterno come il parco, la spiaggia, sulla neve e rappresentati sempre con i loro immancabili ombrellini.

Fabio Failla è un pittore toscano, anche lui nella sua carriera ha dipinto pretini ma è meno conosciuto per questo soggetto rispetto a Caffè dato che egli ha ampliato le sue vedute dipingendo altri soggetti come fiori e nature morte. Si innamora della città di Roma e del suo spazio tanto da esserne la sua ispirazione. Notiamo nei suoi dipinti figure che tornano più volte: pretini neri e rossi e monachine. Questi personaggi mostrano scene di vita quotidiana accanto agli scorci romani. Pretini che salgono la scalinata o sostano tra i colonnati.
Failla offre vedute e monumenti romani, il suo stile è architettonico e i suoi quadretti sono come cartoline che ci mostrano la bellezza della città eterna, la capitale, Roma.
In Failla c’è l’esaltazione della luce e del colore. La differenza rispetto a Caffè è che guardando le opere di Failla si ha la sensazione di calma e pacatezza (suorine e pretini come piccole presenze vicino a maestosità monumentali) mentre in Caffè abbiamo goliardicità e movimento.
Failla pone i suoi personaggi in uno spazio tranquillo dove si scorgono mura imponenti lontane dalla confusione di una Roma caotica e piena di vita.
In Caffè si ha una percezione vivida delle urla e delle risate dei pretini pazzerelli.
L’analogia di questi due artisti è che usano il medesimo soggetto (il pretino) nel medesimo contesto (Roma).

Un altro fattore che accomuna questi due pittori è che entrambi hanno vissuto gran parte della loro vita nelle Marche. Caffè si trasferì prima ad Ancona e poi a Pesaro dove vi rimase fino alla morte mentre Failla soggiornò nella città di Pollenza per lunghi periodi della sua vita dato che in questa città aveva la casa materna.
Sono venuta a conoscenza delle opere dei due artisti proprio in queste città marchigiane: Caffè alla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro presso Palazzo Montani Antaldi e Failla durante una mostra organizzata a Pollenza (Mc) dallo storico Alvaro Valentini in occasione del centenario dalla sua nascita.

Per le immagini si ringrazia: https://ninocaffe.it/gallery/

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