Il Bargello di Carlos Pérez Casas (Autore), Alice Croce Ortega (Traduttore)

Sinossi
Una storia di odio e compassione ambientata tra i più umili nella Spagna medievale.
Aragona, inverno del 1134.
Estranei al succedersi di re e corone, gli abitanti dei villaggi vivono le loro semplici vite. L’inverno non porta solo il freddo e la fame, ma anche la morte. Un gruppo di infami briganti, conosciuti come “gli albari”, si è accampato nei pressi di Lacorvilla e progetta di attaccare il villaggio.
Sancho il Nero è un povero carbonaio che cerca di sopravvivere meglio che può. Non condivide l’entusiasmo dei suoi compaesani all’idea di seguire il bargello nella lotta contro gli albari; non crede nella vittoria né nell’uomo che ha giustiziato suo padre. L’odio è reciproco, sono anni ormai che il bargello cerca un modo di scacciare il carbonaio dal paese. A qualunque prezzo.
Nel bel mezzo di questa lotta per la sopravvivenza, un misterioso cavaliere arriverà al villaggio proclamandosi eroe e salvatore delle sorti del villaggio, ma in realtà vuole appropriarsi di quello a cui alcuni tengono di più. Cosa succederà quando scopriranno le sue intenzioni? Come andrà con i briganti? E quale sarà il ruolo delle donne, decise a non restare nell’ombra?

Alfonso I El Batallador, 1073-1134 (da Wikipedia)
Alfonso I El Batallador, 1073-1134 (da Wikipedia)

Bio
Carlos Pérez Casas è nato a Saragozza nel 1989, figlio di un padre ossessionato dai libri e di una madre che lo spingeva a studiare. Tra Saragozza e Dublino studia storia, gioca con la fisica e la politica e in seguito decide di diventare insegnante. Il suo primo romanzo, El Señor es mi pastor (2015), è la prima puntata di una distopia futuristica in cui l’ingegneria genetica determina l’aspettativa di vita alla nascita. Il suo secondo romanzo, El Alguacil (2016 – ora disponibile in italiano con il titolo di “Il Bargello”) ci porta nell’Aragona del XII secolo, dove gli abitanti di un villaggio dovranno sopravvivere alla minaccia dei banditi e risolvere vecchi rancori nel sangue. Nel 2018 ha visto la luce El Cirujano, il seguito di El señor es mi pastor. E ha molti progetti per il futuro

Estratto
“Immagino che prima dell’arrivo di Eva fosse Adamo ad occuparsi di tutte quelle faccende che ci avete affibbiato, come i mestieri di casa, far da mangiare, svuotare le latrine, comprare quanto ci abbisogna, scegliere le sementi, prenderci cura dei vicini malati…”

Castello di Yéquera, fine XII secolo

“Sono faccende di poco conto” tagliò corto Jimeno. “Un uomo potrebbe fare tutto quanto ma il suo tempo è troppo prezioso per queste cose. Ci sono cose più importanti.”
“Come giocare ai soldatini? Anche una donna potrebbe farlo!”
Jimeno raddrizzò la schiena.
“Vi mancano le palle.”
“Ce le abbiamo più grosse. Si chiamano tette.”
All’inizio Jimeno fece una faccia scandalizzata, ma si ricompose subito ed assunse un’espressione sdegnosa.
“Non sono tutte grosse.”
“Bisognerebbe vedere le palle di qualcuno” replicò Arlena.
A quel punto Jimeno si offese davvero: fece un passo in avanti e alzò un pugno, furioso. Aveva la faccia viola per la rabbia e occhi assassini. Arlena afferrò le pinze del caminetto e le alzò davanti a suo marito. Una minuscola scintilla si staccò dalla punta.
Jimeno non disse niente. Ansimava infuriato come un toro che sta per caricare. Fece un passo indietro e poi un altro. Abbassò il braccio e arretrò fino alla parete, dove c’era la sua spada. Arlena strinse i pugni intorno alle pinze così forte che le nocche diventarono bianche.
Non oserà, si diceva, non arriverà a tanto…
Il bargello prese la spada e se la mise alla cintura, lo stesso fece con il pugnale e andò verso l’uscita.
“Dove vai?” Non ottenne risposta. I passi dell’uno e dell’altra li portarono verso la porta di casa. “Non mi lasciare qui. Jimeno! Jimeno! Sto parlando con te!”
“Stai solo urlando come una pazza. E tuo marito ha cose più importanti da fare.” Aprì la porta. Arlena aveva ancora le pinze in mano. “Vuoi fare qualcosa di utile? Continua a distillare liquori, li berremo quando avremo vinto la battaglia.”
E sbattendo sonoramente la porta, uscì di casa.

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