Il convento dei segreti  di Giada Trebeschi

Catania, 1669. Ancora giovanissima, Agata è costretta dalla famiglia a entrare in un convento di clausura. Poco importa che non abbia alcuna vocazione: le sue suppliche restano inascoltate ed è obbligata a prendere i voti, diventando suor Immacolata. Il suo temperamento ribelle è motivo di diffidenza da parte delle altre monache, e Immacolata si trova presto isolata e malvista. Neppure sua cugina Elisabetta, educanda in attesa del matrimonio, rappresenta per lei motivo di sollievo: la ragazza non perde occasione per denunciare la cugina alla badessa, che le infligge punizioni severissime. Solo l’improvviso arrivo in convento di Maria Grazia, esperta pasticciera, riesce a cambiare qualcosa nella triste monotonia della vita claustrale. Tra lei e Immacolata nasce infatti un’insperata complicità, che si trasforma, giorno dopo giorno, in una vera e propria amicizia. Le due ragazze cominciano a confidarsi, raccontandosi i rispettivi segreti. Ma sono segreti pericolosi. Perché Maria Grazia non è chi dice di essere. Gli eventi tragici e inconfessabili del suo passato potrebbero mettere a rischio la sua vita. E non solo la sua…

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (3 marzo 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 320 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Lei chiusa lì dentro, imprigionata, privata del suo corpo, intrappolata nell’ombra eterna mentre fuori la luce abbagliante della vita la chiamava a gran voce. Assisteva da viva al suo funerale”

Inizia così “Il convento dei segreti”, con un funerale, una morte alla vita potremmo dire. E’ il 1669 e Agata Maria Paternò della Bruga, giovanissima, viene immolata alla sua omonima Santa, viene rinchiusa in convento,

Accedeva spesso negli anni di cui stiamo parlando, ma per molti secoli è stato così, alcune bambine venivano mandate in convento già a pochi mesi di vita, per loro sarebbe stata la morte alla vita, nessuna vocazione, un obbligo, una ferita inferta da chi dovrebbe difendere, amare, la propria famiglia.

Così Agata, diviene suor Immacolata, sebbene sia stata violentata nell’animo lei non si abbatte, combatte dentro, sogna ancora una vita diversa, sfonda i muri di chi le impedisce anche le più misere libertà all’interno del convento.

Chi semina vento raccoglierà tempesta, e il suo grano non avrà frutto. Attenta a te cugina, non te lo dirò una terza volta”

Ecco perchè questo romanzo ha una potenza estrema, è moderno, Agata rappresenta ogni donna, ogni emarginato, ogni infelice che rialza la testa, che crede nelle sue possibilità, che non si crogiola nel ruolo di vittima o di inferiore che gli è stato disegnato addosso, soprattutto pone attenzione sul potere del maschilismo che ancora oggi è un involucro nella nostra cultura, ma anche sul desiderio della donna di volere sul serio togliere questo velo.

“Un odio che avrebbe usato per sopravvivere all’interno del chiostro”

Sarà con l’arrivo di una nuova suora, Maria Grazia, pasticcera del convento, che suora Immacolata troverà un’amica, una “sorella”, una confidente e questo sarà reciproco. I segreti di Maria Grazia sono pericolosi, vanno custoditi, il destino saprà ben trovare il modo di mettere sullo stesso cammino due anime affini. Vedrete le sbarre della grata in parlatorio divenire liquide per la tanta passione, elettrica, che trapassa le pagine persino, che si consuma nelle anime di quella stanza.

“Avrebbe vissuto il resto della sua miserevole vita aggrappandosi a quell’unico momento in cui aveva sentito l’anima salire a fior di labbra”

Il turbinio di emozioni che mi ha regalato la lettura ha toccato livelli molto alti, oggi queste le ho depositate e quindi ho deciso di scriverne, di lasciare a voi questa storia di amicizia, di onore, di fratellanza, ma anche di odio e paura, le bassezze di cui è capace l’uomo da sempre. La storia di chi scopre l’amore e con esso il senso vero della vita, la storia di chi conosce il valore della parola “libertà”, perchè l’amore vero lascia liberi e non costringe, non è possesso non è obbligo.

L’autrice offre una ricostruzione storica impeccabile, tutto è realmente accaduto storicamente, oltre alla vita nei conventi, gli usi, i costumi del tempo, ci troviamo a vivere il terremoto che distrusse buona parte delle cittadine siciliane nel 1693, veramente possiamo respirare la polvere, cogliere i gemiti, soffrire scavando a mani nude tra le macerie, terribile. Ma la speranza, quella rimasta per ultima nel vaso di Pandora, la dobbiamo sempre tenere con noi, perchè è da lì che si trova la forza di andare ancora avanti e camminare.

“Il mare scioglieva l’odio nel cuore di lei, il cielo lo vide e si commosse lasciando cadere le prime gocce…”

A tratti il romanzo è poesia, ma troverete una sorpresa, una parte che offre la possibilità di divenire sensoriale, attraverso un QRcode potrete ascoltare una serenata che lo fu davvero negli anni che furono, a testimonianza della cura per i dettagli che ha Giada Trebeschi. Alcune parti in dialetto danno ancora maggior forza alla narrazione e calano il lettore perfettamente nel luogo in cui è ambientato il romanzo.

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