Il duca e il cortigiano di Luciana Benotto

Trama

In pieno Rinascimento si ripercorrono le vicende legate ai nomi della famiglia dei Borgia, alla conquista dei feudi dell’Italia Centrale, e a quella dei Montefeltro, duchi di Urbino, strenui oppositori alle mire di supremazia ordite dal papato. Ai continui giochi di potere, i contrasti, le strategie di espansione territoriale e i dettagliati resoconti dei fatti accaduti durante l’Italia di inizio Cinquecento, resiste l’ideale di giustizia e di un amor cortese che fa sperare in un futuro per cui valga la pena combattere. Circostanze, queste, che permettono a don Ferrante d’Aragona – figlio illegittimo di Alfonso I di Napoli e amico fidato di Guidobaldo da Montefeltro – e ad Aura Middelburg, giovane ceramista, di incontrarsi e innamorarsi. Una storia romantica nata dalla speranza di potersi ritrovare e che possa, questa, essere vissuta nonostante le circostanze sfavorevoli ai due. L’estrema attenzione alla verità storica e il frequente uso di aneddoti fanno de Il Duca e il Cortigiano un virtuoso esempio di romanzo storico che fotografa e restituisce al lettore un quadro fedele dell’Italia dell’epoca.

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Copertina flessibile: 324 pagine
Editore: La Vita Felice; Prima edizione (1 giugno 2015)
Collana: Contemporanea
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8877997338
ISBN-13: 978-8877997333

a cura di Sara Valentino

Per gli amanti del romanzo storico, quello vero, consiglio la lettura dei testi di Luciana Benotto, autrice che ho avuto il piacere di leggere in altre due sue opere.

Il duca e il cortigiano è ambientato nel rinascimento e proprio negli anni in cui il Valentino, Cesare Borgia, figlio di papa Alessandro VI occupa con l’inganno Urbino.

Il duca, Guidobaldo da Montefeltro, si deve riparare prima a Mantova e poi a Venezia. Questa storia si colloca proprio in questo lasso di tempo: prima che la storia del ducato si compia, come sappiamo, e che Urbino, con la morte di Rodrigo Borgia e la inevitabile crisi del figlio Cesare, torni nelle mani di Guidobaldo.

L’autrice che è una profonda conoscitrice della storia, nonché amante di arte e ne dà prova dipingendo alcune opere tra le pagine del romanzo, riesce a miscelare sapientemente la storia nella Storia.

I protagonisti sono indubbiamente don Ferrante d’Aragona e Aura Middelburg, lui fidato amico di Guidobaldo e lei ceramista ed esperta di erbe. Il caso volle che durante la fuga da Urbino i due chiedessero rifugio proprio nella di lei casa, il fato si sa tesse trame curiose; tra i due scattò subito una scintilla.

Intrighi, tradimenti inevitabilmente porteranno i due innamorati a stare lontani per lungo periodo senza sapere l’uno dell’altra e senza sapere se un giorno quel sogno che serbano nel cuore possa avverarsi.

Una scrittura fluida, un romanzo che può essere davvero annoverato tra quelli che parlano di antichi cavalieri, di amor cortese, di baci rubati all’ombra di giardini in fiore. Potremmo paragonarla alla storia tra Lancillotto e Ginevra o a quella tra Paolo e Francesca… invero direi proprio di sì.

“non era però sola a quell’ora notturna, davanti a lei c’era tutto un mondo animato: pipistrelli in cerca di insetti le svolazzavano dinanzi, grilli che frinivano come violinisti impazziti, assiuoli che li accompagnavano con il loro malinconico canto insieme ai gufi, che di tanto in tanto bubbolavano come fagotti di un’orchestra e poi, quando gli occhi le si furono abituati a quell’oscurità, vide anche le lucciole che, con il bagliore della loro luminescenza, cercavano di attirare le femmine”

Vi sono i sentimenti quelli buoni, che amo, di amicizia, amore e lealtà perché nel corso del romanzo non si può che affezionarsi anche alla storia tra Penelope e Mercuzio.

Una storia diversa da quelle a cui mi sono avvicinata solitamente perché vista dalla parte di chi ha subito i soprusi e i saccheggi di Cesare Borgia:

“Cesare Borgia è una canaglia, un traditore degli amici, assassino dei suoi stessi parenti, un senza Dio, e noi non possiamo permettere che gli vada sempre liscia. Dobbiamo iniziare a reagire nonostante ora egli sia l’uomo più potente d’Italia al punto che il suo stesso padre lo teme”

Trovo quindi un buon connubio tra le pagine lievi, in cui viene raccontato l’amore delicato, e quelle più forti dove invece si narra di conflitti, congiure e politica del tempo.

 

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