Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach

Jonathan Livingston è un gabbiano che abbandona la massa dei comuni gabbiani per i quali volare non è che un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo e impara a eseguire il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia. Diventa così un simbolo, la guida ideale di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore; di chi prova un piacere particolare nel far bene le cose a cui si dedica. E con Jonathan il lettore viene trascinato in un’entusiasmante avventura di volo, di aria pura, di libertà.

  • Copertina flessibile: 112 pagine
  • Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli; 1 edizione (22 maggio 1977)
  • Collana: Best BUR
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8817061158
  • ISBN-13: 978-8817061155
Recensione a cura di Sara Valentino


Si tratta per me di una rilettura, mi è capitato che una persona molto cara mi abbia regalato questo libro pochi giorni fa. Non è mai un caso che i libri giungano a noi al momento più propizio.


La storia del gabbiano Jonathan, da cui è stato tratto anche un film, la conosciamo più o meno tutti. E’ una favola molto bella che Richard Bach ci racconta in questo breve libricino, è la metafora ideale per affrontare la vita e le sue paure.


I temi che vengono affrontati da un gabbiano che si rifiuta di volare solo per sopravvivere, ma che vuole volare per il gusto di farlo e per ricordare a se stesso che è libero, sono molteplici e di grande aiuto nei momenti di scoramento.


“Egli imparò a volare, e non si rammaricava del prezzo che aveva dovuto pagare. Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia a rendere così breve la vita di un gabbiano”


Dobbiamo ritrovare il nostro gabbiano, quel Jonathan che vive dentro di noi dai primordi, ma che è ingabbiato in catene invisibili e non si, e ci, permette di vivere. 


Jonathan viene cacciato dal suo stormo, viene esiliato come reietto, perchè è diverso, perchè si discosta dalle regole, dalla massa. “A me preme soltanto di sapere”

Uno degli insegnamenti migliori che questo libro ci regala è quello di ricordarci di vivere Qui e Ora, il tempo e lo spazio non hanno valore. E soprattutto che bisogna credere sempre nelle nostre possibilità e visualizzare il nostro traguardo.


“Ricordati, Jonathan, il paradiso non si trova nè nello spazio nè nel tempo, poichè lo spazio e il tempo sono privi di senso e di valore. 
Per volare alla velocità del pensiero verso qualsivoglia luogo tu devi innanzitutto persuaderti che ci sei già arrivato”

Jonathan viene esiliato in un posto molto lontano, conosce un gabbiano che potrebbe essere il suo spirito guida, gli insegna a credere nel volo, in se stesso e poi anche negli altri, anche in quelli che lo hanno deriso. Jonathan diviene esso stesso una guida per giovani gabbiani. 


“Via, non essere duro con loro, Fletcher, esiliando te, è a se stessi che hanno fatto del male. Un giorno i loro occhi si apriranno. E allora vedranno come te. Perdonali, e aiutali a capire”

Viene celebrato l’impegno a disfarsi di catene e corde, a credere di potercela fare, bisogna scavalcare tutto ciò che ci limita e lasciarlo andare. Spezzare le catene che imprigionano il nostro pensiero. Rimanere liberi di andare a scoprire chi siamo.


“…come fai ad amare una tale marmaglia di uccelli che hanno tentato addirittura d’ammazzarti?” ” .. non è mica per questo che li ami! E’ chiaro che non ami la cattiveria e l’odio, questo no. Ma bisogna esercitarsi a discernere il vero gabbiano, a vedere la bntà che c’è in ognuno, e aiutarli a scoprirla da se stessi, in se stessi. E’ questo che io intendo per amore”


Un libricino da leggere e rileggere ogni tanto per ricordarci a non guardare solo con gli occhi che sono limitati, ma anche e soprattutto con il cuore.
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