Il giardino di Magdala – Paola Bizarri

“Vedo Maria Maddalena camminare nei suoi infiniti giardini e voglio continuare a vederla così, mentre la cerco al mio fianco come fonte d’ispirazione, per il viaggio interiore che ognuno di noi è chiamato a percorrere, verso la via della Luce. Il titolo del libro mi arrivò improvvisamente in visione mentre, in profonda meditazione, salivo alla grotta della Sainte Baume un paio di anni fa; non mi spiegavo perché proprio avrei dovuto citare il giardino… ma quella parola era insistente e da lì non se ne andava. È così che, oggi, posso descrivere in questo libro (in alcune parti autobiografico), le motivazioni profonde che mi legano al Giardino di Magdala, il giardino che ha aperto in me la dimensione dell’amore puro e della verità, il giardino della gioia e del gaudio, perché è il Giardino di tutta la vita di Maddalena…”. L’autrice accompagna il lettore nel viaggio iniziatico che Maria Maddalena ha percorso nella sua vita terrena, per approdare all’incontro con Gesù nella Dimensione Divina, vivendo nuovamente le stupende meraviglie del Giardino dell’Eden.

Editore: Edizioni Segno
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 10 luglio 2019
Pagine: 256 p.
EAN: 9788893184595

Recensione a cura di Sara Valentino

Cosa mi resta dopo aver chiuso questo libro? Amore, amore allo stato puro, ciò che esprime Maria Maddalena.

L’autrice, attraverso una meravigliosa ricerca, che include i suoi viaggi al Magdala center: il centro di pellegrinaggio che sta sorgendo sulla sponda settentrionale del lago di Tiberiade sul sito del villaggio di Maria Maddalena, che fu distrutto dai Romani tra il 66 e il 67 d.C.. Circa dieci anni fa alcuni scavi hanno portato alla luce una sinagoga del I secolo, all’interno della quale è stato ritrovato un altare scolpito su tutte le facce visibili secondo uno schema decorativo che lo ha fatto ritenere una riproduzione in miniatura del Tempio di Gerusalemme.

Non è facile raccontare questo testo, ci sono alcune parti, quelle centrali, che non sono molto scorrevoli, dovuto al fatto che si tratta di un saggio, uno studio. La ricerca però è davvero meritevole perché è il racconto del viaggio di Maria Maddalena, dopo la crocifissione di Gesù, verso l’Europa.

Foto della pietra della sinagoga di Magdala con la rappresentazione della menorah. Photographic credit: Moshe Hartal, Israel Antiquities Authority.

L’autrice ripercorre il viaggio analizzando le tracce che ci sono rimaste, i culti che tutt’oggi sono dedicati a questa donna.

Sainte Baume è una regione della Provenza, in questo luogo Maria Maddalena ha probabilmente ritrovato il luogo delle sue origini. Cercava la sua foresta, per timore delle persecuzioni o perché cercava il silenzio, lei amò profondamente questo luogo. Si tratta di una striscia rocciosa, la sua foresta è originale e il pellegrinaggio uno dei più antichi e rinomati. La Santa Grotta dove Maria Maddalena è vissuta per trent’anni è un intreccio di natura, mistero, storia, leggende e spiritualità.

Il viaggio prosegue verso Vezelay e la sua Basilica con una torre campanile dedicata all’arcangelo Michele. Un luogo ipnotico per i pellegrini, un fascino con un’attrattiva magnetica. Soprattutto nei pressi del Monte Scorpione dei Celti.

“Tutto ciò che troviamo dentro la basilica ci fa da specchio, fa da specchio a noi che siamo entrati e, che in qualche modo, abbiamo voluto arrivare fin qui..” molto bella la simbologia e il nesso con il segno zodiacale dello scorpione. La Maddalena qui non è mai stata, ma ci sono passate le sue reliquie nell’882.

Prima di scrivere questo libro Paola Bizzari giunge anche a Glastonbury e qui si rende conto di essere arrivata nell’antica isola di Avalon. Leggende, misteri.. un mito affascinante. Nemmeno qui La Maddalena passò, ma alcune strade sono a lei dedicate dunque un nesso è possibile. Ma quale? Aleggia un’ipotesi, quella del matrimonio tra Gesù e Maddalena e naturalmente la parentela con Giuseppe d’Arimatea che invece arrivò proprio in questa zona. A Glastonbury c’è un giardino meraviglioso: Chalice Well, un giardino speciale dove si trova l’omonimo pozzo che si dice custodisca il sacro calice.

“Le molte tribù celtiche della zona, druidi, di allora, la protessero fortemente e le permisero di continuare la sua opera. Continuò ad imparare l’uso delle varie erbe del nuovo territorio provenzale…”

Anche in Italia vi sono molte tracce e probabilmente, secondo gli studi dell’autrice, vi passò durante il suo viaggio per mare e nel testo emerge la relazione o correlazione con Matilde di Canossa. 

Come un filo di Arianna l’autrice conduce il lettore all’interno di questo viaggio, sviscerando sempre le supposizioni.

“Imparò che ciò che molti chiamerebbero magia è solo la legge naturale dell’Universo”

“Insegnavano alla gente, a fare attenzione a ciò che si pensava, perché i pensieri potevano manifestarsi poi sotto forma di malattie e di problemi. Se i pensieri operano sulle frequenze, sono i pensieri che mantengono il corpo sano. Allora era necessario calmare la mente e tenere quieto il corpo.”

Il messaggio che resta è un messaggio di amore e speranza, che non passa necessariamente attraverso una religione, ma che riguarda tutti noi. Un insegnamento che viene da lontano, togliere la maschera e tornare al nostro centro, essere alla ricerca della bellezza.

Vi parlerò in un articolo a parte, perché l’argomento è vasto e deve essere trattato con più attenzione, del fiore della vita che è raffigurato sulla pietra a forma di Tempio ritrovata durante gli scavi.

“Poi da uno stato di coscienza molto alto, siamo caduti nel buio dimenticando chi siamo” L’antico Segreto del fiore della vita di Drunvalo Melchizedek

 

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