Il libro dell’angelo di Alfredo Colitto

Venezia, maggio 1313. Mentre fervono i preparativi per la festa della Sensa, che culminerà con lo Sposalizio del Mare, l’acqua alta trascina in piazza San Marco i cadaveri di tre bambini crocifissi. Un anziano ebreo ingiustamente accusato dell’omicidio si toglie la vita in carcere, lasciando sul muro della cella una frase latina che non svela nulla. Ma allora perché si è dato la pena di scriverla con il sangue? La macabra scoperta sembra in qualche modo collegata al Sefer-ha-Razim, il Libro dei Misteri, dettato secondo la leggenda dall’angelo Raziel a Noè che lo trascrisse su una tavoletta di zaffiro. Questo è il mistero che Mondino de’ Liuzzi, medico anatomista dello Studium di Bologna, è chiamato a risolvere a Venezia. Ma subito Mondino si scontra con il nobile che ha ordinato l’arresto dell’ebreo, con la donna che ama, con quella che ha amato e forse ama ancora e persino con il suo amico Gerardo. Il giovane, che un tempo aveva fatto parte dell’ordine dei Templari, si rifiuta di aiutarlo, perché anche lui ha una missione da compiere: mettere in salvo la mappa per raggiungere le misteriose Terre Australi al di là dell’oceano, di cui qualcuno ha trovato traccia nel Liber Floridus di Lamberto di Saint-Omer. Ha inizio così una vicenda d’intrigo e di morte, in cui Mondino sfidando il potere di Venezia, e a rischio della sua stessa vita, dovrà sciogliere l’enigma di una stirpe di custodi che risale ai tempi del diluvio, in un’implacabile corsa contro il tempo.

  • Editore ‏ : ‎ Mondadori (12 aprile 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 368 pagine

Recensione a cura di Lia Angy fiore

“Secondo la leggenda, il Sefer-Ha-Razim era stato dettato dall’angelo Raziel a Noè, il quale lo aveva trascritto su una tavoletta di zaffiro.” 
Venezia, Maggio 1313. Nel pieno dei preparativi per la Festa della Sensa, questa città magica e suggestiva si trova a fare i conti con un raccapricciante delitto: l’alta marea restituisce i corpi di tre bambini crocifissi, ciascuno con una ferita nel costato.Ha inizio così la terza avventura di Mondino de’ Liuzzi, medico anatomista bolognese, realmente vissuto tra il 1270 e il 1326.Mondino riceve una lettera da Adia, l’alchimista da lui amata in passato. Si tratta di una disperata richiesta d’aiuto per salvare Eleazar, il mercante di stoffe ingiustamente accusato del terribile omicidio. La lettera gli viene recapitata da Davide, figlio di Eleazar, dal quale apprende che Adia è gravemente malata.
Mondino, in procinto di convolare a nozze con Mina, non ha altra scelta che partire per Venezia.Al desiderio di poter fare qualcosa per salvare la vita di Adia, si aggiunge un’altra ragione… C’è un segreto legato alle sue origini, qualcosa che non ha ancora rivelato neppure alla sua promessa sposa, ed è questo che gli fa ribollire il sangue quando Davide gli racconta perché suo padre è stato accusato.
Eleazar è un ebreo. Si sa, l’orrore, spesso, genera rabbia, sdegno, sfocia nella sete di vendetta, nel desiderio di trovare un capro espiatorio, ed è facile individuarlo in chi è diverso...”Subito era esplosa la cosiddetta ‘accusa del sangue’ contro gli ebrei: si diceva che bevessero il sangue di bambini cristiani per pacificarsi con il Messia che avevano ucciso.” 
Ma la scelta di Eleazar come colpevole non è legata solo alla sua fede religiosa. L’uomo, esperto di alchimia e della Kaballah, è il custode di un prezioso tesoro, un libro misterioso capace di dare accesso ad un potere immenso. Un tesoro che fa gola a Vettor Gradenigo, membro del Consiglio dei Dieci, che non esita a far leva su ciò che Eleazar ha di più caro al mondo per estorcergli il segreto. Il mercante di stoffe si troverà davanti ad una scelta molto difficile. Sarà la sua fede incrollabile a dargli l’unica risposta possibile. “Come poteva tradire un giuramento sacro? Era un giuramento che imponeva di difendere il libro a qualsiasi costo, sacrificando ogni cosa, tra cui la propria vita e quella dei propri cari, se necessario.”

 Poche enigmatiche parole tracciate col sangue, insieme ad un misterioso simbolo, saranno il suo testamento.
Le avventure di Mondino s’intrecciano con quelle del suo amico Gerardo e del cavaliere Templare Pietro da Bologna, noto come “l’avvocato dei Templari”. La loro missione consiste nel mettere in salvo un documento importantissimo. 
“Il libro dell’angelo” è un giallo storico avvincente, con un intreccio ricco e complesso… Tanti i misteri: l’antichissimo “libro dell’angelo”; una mappa segreta; il ruolo del negromante Fosco Trevisan in questa oscura vicenda; un gioiello ritrovato nella bocca di uno dei bambini crocifissi, le cui incisioni rivelano i risvolti esoterici del macabro delitto…”Era un pezzo di vetro liscio e chiaro a forma di goccia […] Ai due lati della rosa riconobbe un cigno e un pavone, e nella parte più larga della goccia un labirinto.” 
Ogni personaggio nasconde dei segreti, ha i suoi scheletri nell’armadio, e anche il glaciale Gradenigo ha il suo. “Tiene la moglie reclusa in un’ala dove possono entrare solo lui e le due ancelle mute. Ormai sono quattro anni”.  
Mentre nelle prime due avventure di Mondino de’ Liuzzi, Colitto conduce il lettore tra i vicoli rumorosi e colorati di una Bologna Medioevale; questa volta lo accompagna tra le calli ed i canali di una Venezia trecentesca, con le sue luci e le sue ombre, in un tripudio di colori, sapori e odori. L’autore, come sempre, non si risparmia nelle descrizioni, facendoci immergere a 360° nel contesto storico. Insieme al protagonista, ho assistito con stupore e meraviglia allo “Sposalizio del mare”, la suggestiva cerimonia che suggella il legame indissolubile tra Venezia e il mare.
Un filo conduttore del romanzo è sicuramente l’amore, nelle sue molteplici sfumature: l’amore tra un padre e un figlio, non sempre facile da capire e da dimostrare, ma non per questo meno forte; l’amore appena nato, che ha bisogno di nutrirsi di sicurezze e di fiducia per poter crescere forte e solido; l’amore che col tempo può trasformarsi, senza mai finire; l’amore che, a volte, si rivela in tutta la sua forza solo nell’esperienza della perdita; l’amore che fa perdere la ragione e sfocia nella follia… “Capì che alla base di tutto c’era un atto d’amore. Mostruoso, perverso, concepito da una mente sconvolta. Ma ciò nonostante restava un atto d’amore.”

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