Il mercante di Venezia di Riccardo Calimani

Recensione di Sara Valentino

Come sapete, cari amici lettori, è da alcuni mesi che sto letteralmente divorando libri, romanzi e saggi su Venezia, la Venezia storica. In una precedente lettura ho sfiorato le vicende del ghetto ebraico e mi ero ripromessa un approfondimento sulla sua nascita.

“Il mercante di Venezia” di Riccardo Calimani è un romanzo storico, dove le vicende sono quanto più verosimili possibili alla realtà del tempo, la ricerca è poderosa. Del resto non mi aspettavo di meno dall’autore, esperto di ebraismo con al suo attivo un cospicuo numero di opere di saggistica sulla storia di Venezia e sul ghetto ebraico. Scoprirete di più nell’intervista che ci ha rilasciato gentilmente, un grandissimo onore.

L’unico neo, se mai si può trattare di appunto, è proprio questa caratteristica dello scrittore di saggistica che emerge in alcuni capitoli, quelli dedicati in particolar modo alla politica, portando la narrazione su un piano più concettuale. Resta comunque un romanzo ovviamente di un livello interessante per le nozioni storiche e che permette al lettore di comprendere le situazioni e le ragioni che hanno portato alla creazione del ghetto. Vi sono parti che hanno smosso la mia avida coscienza di lettrice in cerca di emozioni, inoltre le caratteristiche del protagonista sono molto ben delineate, ma soprattutto lui, Moses Conegliano, è una grande persona dalla saggezza immensa e portatore di lezioni di vita estremamente importanti, ne farò tesoro.

Siamo a Venezia tra il 1508 e il 1553, la nostra avventura inizia proprio con l’arrivo di Moses Conegliano a Venezia, accompagnato dalla numerosa famiglia e dalla figlia del suo amico, purtroppo quest’ultimo non potrà essere con loro, e futura moglie, Sarah.

La loro è una famiglia di mercanti e proprio questa condizione sarà radicalmente cambiata una volta che saranno rinchiusi nel ghetto.

“La morte arriva quando vuole. silenziosa e improvvisa, a volte” Così si apre il palcoscenico de “Il mercante di Venezia”, con alcune morti improvvise, un omicidio fulmineo.

“Per chi non sa guardare oltre esistono solo ostacoli. Potrei diventare un mercante influente e potrei ampliare la mia rete di contatti anche in zone lontane”

I sogni dei fuggitivi sono tanti, il desiderio di sentirsi veneziani e cristiani, da parte dei giovani della famiglia è una comprensibile richiesta al mondo. Purtroppo però non è sempre facile nè possibile…

Riuscire a spiegare ai figli il mondo, metterli in guardia, farsi capire è un mestiere complicato e capita che vi siano strappi che allontanano, lacerando i rapporti.

Venezia è la protagonista, descritta in maniera straordinaria così come vengono accesi fari su accadimenti tragici come il terremoto del 1511, fu terribile e l’acqua pareva bollire nei canali. Le chicche in dialetto sono la ciliegina sulla torta per rendere pienamente l’atmosfera.

Venezia emergeva da una foschia irreale tra acqua e cielo: prima una macchia di colore irregolare e scuro, poi un insieme di case”

Intrighi, ragion di stato e potere soverchiante sono ingredienti principali del romanzo, la situazione politica è descritta con estrema dovizia. E’ illuminante il colloquio tra Moses e Abrabanel a proposito di potere, odio, onestà e rispetto.

E’ proprio nella natura umana odiare chi ci ha offeso. In ogni caso l’ira è inutile senza la forza” “Capite bene che guardarsi allo specchio con soddisfazione e non con ripugnanza ha un prezzo” “I potenti sono come le foglie, destinate a diventare secche, prima o dopo, però per un poco restano verdi. Per un periodo, magari breve, noi possiamo essere nelle loro mani. Abbiate solo un poco di pazienza, finiranno tutti nella polvere perchè così vanno le cose nel nostro mondo”

Ciò che annichilisce è come sia stato deciso che gli ebrei dovevano essere privati di ogni cosa, ogni loro bene messo a disposizione dello stato, divenire servi; possiamo comprendere lo stato d’animo di Moses che ci insegna tuttavia la dignità nel piegarsi un poco e prendere il buono, anche quella esigua quantità.

“Dissimulare è un velo necessario per sopravvivere: prudenti come serpenti, semplici come colombe

Trama. Nel 1508, fuggendo dalle guerre e dalle razzie dell’entroterra, un gruppo di ebrei si rifugia a Venezia. Guidati da Moses Conegliano, capo saggio e carismatico, cercano nella ricca e tollerante città lagunare la pace e la possibilità di praticare la loro religione e il commercio. Il periodo però è turbolento, Venezia deve difendersi dalle mire e dagli attacchi dei potenti e aggressivi vicini che ormai sono arrivati fino ai margini della laguna e assediano la città. Poco dopo, obbligata dalle contingenze della guerra e della politica la Serenissima Repubblica creerà il Ghetto e le vicende di Moses e della sua famiglia si intrecceranno sempre più con quelle della città lagunare. Riccardo Calimani, grazie a un’accurata ricostruzione storica e a una scrittura precisa e coinvolgente, guida il lettore tre le calli e gli intrighi della Venezia del Cinquecento, una città indipendente e ambiziosa, affascinante e pericolosa, punto d’incontro e di scontro tra culture e idee diverse.

  • Editore : La nave di Teseo (14 gennaio 2021)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina flessibile : 444 pagine
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