Il mistero dei giganti di Monte Prama

Oggi, per parlare del mistero dei Giganti di Monte Prama, ho pensato di utilizzare la fotografia che Bruno Pellegrino ha scattato per il contest #scattaloradelmistero sul gruppo facebook.

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Anno 1974, regione del Sinis Oristano, Sardegna.

L’aratro di un contadino viene bloccato da un pezzo di pietra. L’uomo, scavando a mano per scoprire il motivo per cui il lavoro si era interrotto, scopre una testa enorme. Occhi a doppio taglio, mai vista prima, quasi alieni, un grande mistero che in in realtà raffigura il tipico elmo “a bustina”, crestato e cornuto di tipo nuragico.

Le statue sono scolpite in arenaria gessosa del luogo, la loro altezza varia tra i 2 e i 2,5 metri vogliono rappresentare arcieri, spadaccini e lottatori. Il luogo del ritrovamento è circondato da numerose rovine nuragiche e potrebbe essere ciò che resta di un grande villaggio. Le nuove conquiste in campo geofisico hanno permesso di scoprire nuove tombe, strutture e altre statue. La datazione è da considerarsi intorno al 1300-1200 a.C. Le tombe evidenziano che i morti furono sepolti seduti, tutti di sesso maschile, si presume dalla muscolatura sviluppata.

Nel corso degli anni e dopo quattro campagne di scavo fra il 1975 e il 1979 sono emerse 16 grandi statue di pugili, tutte alte più di due metri e con un grande scudo sollevato sopra la testa e un guanto armato di spuntoni sulla mano destra; sei guerrieri sono stati trovati con uno scudo rotondo e armati di spada, con lunghi elmi cornuti; sei arcieri sono emersi dalla terra con le loro faretre e un arco finemente decorato nella mano sinistra, oltre a 13 modelli di menhir e nuraghi.

Si tratta delle più antiche statue tridimensionali isolate dallo sfondo del bacino mediterraneo, in quanto antecedenti alle statue della Grecia antica, dopo le sculture egizie.

Nel 2014 gli scavi sono ripresi, grazie a un progetto di ricerca e sono venuti alla luce nuovi reperti.

Tra i quali due figure intere con la testa attaccata ala corpo che si presume fossero maghi o sacerdoti. Hanno le scarpe che invece mancano delle altre statue, inoltre presentano un copricapo conico.

Sono ritrovamenti importanti perchè si evince quanto l’isola in questo periodo storico fosse florida dal punto di vista delle influenze culturali e dedita al commercio.

Tra gli strumenti di lavorazione si presuppone ci fosse il compasso o qualcosa di simile senza il quale sarebbe stato impossibile realizzare i cerchi degli occhi così perfetti. Sicuramente sono stati usati strumenti di metallo o di bronzo per la scultura, scalpelli, raschietti, punte. Alcuni passaggi dell’opera presuppongono l’utilizzo di una “Gradina” una sorta di scalpello con bordo dentellato di cui se ne ha notizia certa per la prima volta però secoli più avanti, solo nel VI secolo a.C. in Grecia.

Dunque strumenti sicuramente all’avanguardia per il periodo e l’unicità della complessa e imponente statuaria ci dice che esistevano aristocrazie così potenti e ricche da voler tramandare la loro cultura attraverso un esempio raffinato che sarebbe durato per molti secoli.

Per trent’anni non se ne è parlato. Perchè? Solo una pigrizia inspiegabile?

Gli scavi hanno anche delineato un interessante epilogo finale della storia della zona di Monte Prama: la distruzione delle statue in migliaia di pezzi. Le loro teste sono state staccate e le linee degli occhi sono state cancellate in una sorta di eterna damnatio memoriae. Qualcuno ha volutamente cancellato le tracce della civiltà che ha prodotto il sito di Monte Prama. Ma chi? Quando? E soprattutto perché?

I georadar indicano che c’è ancora parecchio da scoprire, è evidente che sotto la superficie c’è un universo vasto e nascosto che aspetta solo di essere portato alla luce. Malgrado la disponibilità di un cospicuo finanziamento delle Università, non è stata ancora concessa l’autorizzazione agli scavi nelle aree esterne a quella archeologica, perché non ancora acquisite dal demanio. In sostanza il sito non riesce tuttora a restituire la grandiosità e l’importanza dello storico ritrovamento.

Tra l’altro è di pochi giorni fa la notizia della morte del loro scopritore, Sisinnio Poddi, colui che nel 1974 si imbattè nella prima pietra.

fonti: https://gaetaniumberto.wordpress.com ; wikipedia;http://www.luoghimisteriosi.it/

 

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