Il nido segreto di Martina Tozzi

Il libro è ispirato alla vita della scrittrice Mary W. Shelley e alla sua storia d’amore con il poeta Percy B. Shelley. Le giovani Mary, Fanny e Jane trascorrono l’infanzia e la giovinezza nella casa del padre, il filosofo William Godwin. Vengono così cresciute in un ambiente insolito per la Londra di inizio 1800, ricco di stimoli culturali e di erudizione. Godwin, infatti, vedovo di Mary Wollstonecraft, una delle più importanti filosofe femministe della sua epoca, ama circondarsi di un gruppo di letterati, scienziati e pensatori, assidui frequentatori del suo salotto. Le loro vite trascorrono nella quiete, nonostante le difficoltà economiche, fino a quando alla porta di casa non bussa Percy Bysshe Shelley, giovane poeta idealista e grande ammiratore delle opere di Godwin, intenzionato ad aiutare finanziariamente il suo modello, che ormai si trova sull’orlo della bancarotta. Con la sua presenza carismatica, Shelley rivoluziona l’esistenza dell’intera famiglia.

  • Editore ‏ : ‎ Nua (26 maggio 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 240 pagine

Recensione a cura di Lia Fiore Angy

“L’ieri dell’uomo non può mai essere simile al domani; niente nel mondo può durare eccetto la Mutevolezza.”

Quando si parla dei grandi capolavori della letteratura mondiale, non si può non citare “Frankenstein”, un classico intramontabile e una pietra miliare del genere gotico. Stupisce che quest’opera immensa sia stata concepita dalla fervida immaginazione di una ragazza appena ventenne: Mary Shelley, nata Mary Wollstonecraft Godwin. Con grande sensibilità e delicatezza, Martina Tozzi, ricostruisce l’appassionante e tormentata vita di questa straordinaria scrittrice e filosofa.

Mary è il frutto dell’amore tra William Godwin e Mary Wollstonecraft, due menti eccelse che sfidarono le convenzioni del tempo con le loro teorie e le loro scelte di vita. Non ha, purtroppo, il tempo di conoscere quella mamma dolce e risoluta, che muore, pochi giorni dopo averla data alla luce, per complicazioni dovute al parto, ma la sentirà sempre presente e vicina. 

“Era fiera di essere figlia di una persona così forte e rivoluzionaria. Le idee che aveva lasciato ai posteri urlavano dalla pagina, e bisognava essere sordi per non comprendere la portata del messaggio.”

La piccola Mary trascorre un’infanzia felice in una maestosa dimora in Somers Town, con suo padre e sua sorella maggiore Fanny, che sua mamma aveva avuto da una precedente e scandalosa relazione. È una bambina con un ingegno fuori dal comune, molto curiosa e con una spiccata capacità di immaginazione. Si diverte a inventare mondi fantastici e storie avventurose, e ama prendere parte alle cene organizzate dal padre, durante le quali ascolta con interesse ed entusiasmo i discorsi di famosi filosofi, scienziati e scrittori, tra i quali Coleridge, che con la sua “Ballata del vecchio marinario” ispirerà le sue fantasie. Mary ama anche fare delle gite al cimitero, dove riposa la sua mamma. Per lei e per Fanny è un luogo rassicurante, di pace e di tranquillità.

La prima svolta in questa esistenza tranquilla e serena è segnata dal matrimonio tra William Godwin e Mary Jane Clairmont, una donna che non riuscirà mai a farsi amare da Mary. Anche la situazione economica della famiglia non è delle più rosee…

La seconda svolta è segnata dall’incontro con il poeta romantico Shelley. Mary, Fanny e la sorellastra Jane sono affascinate da quel bellissimo benefattore, e leggono con avidità la corrispondenza tra lui e il loro padre. Le tre ragazzine sospirano e sognano ad occhi aperti nel leggere quelle lettere, nelle quali il giovane Shelley racconta della sua vita avventurosa e della sua fuga d’amore con una ragazza, salvata dalle grinfie di un padre crudele.

Sarà Mary a conquistare il cuore del poeta… Un amore forte e indissolubile, che sfiderà le convenzioni e resisterà alle avversità della vita; un’unione scandalosa e peccaminosa, contro la quale persino William Godwin si scaglierà, mostrando una totale incoerenza tra il dire e il fare. Mary pagherà un prezzo molto alto per questo amore. 

Trasportati da una prosa fluida ed elegante, seguiamo Mary e Shelley nella loro fuga d’amore e visitiamo con loro diverse città europee e d’Italia. Shelley è un uomo inquieto, che non sente il bisogno di stabilità…

“Eppure, c’è un’ansia in me, un desiderio, che non mi rende mai davvero felice. Quando le cose vanno bene, mi divora un tarlo che mi dice di cambiare tutto, di andarmene, ricominciare, cercare ancora.”

Abbiamo il privilegio di essere ospiti di Lord Byron, a Villa Diodati, sul lago di Ginevra. Ed è proprio in questo suggestivo scenario che, grazie ad una sfida proposta da Byron in una serata tempestosa, nasce “Frankenstein”, l’opera grazie alla quale Mary Shelley diventerà immortale. Tra le fonti d’ispirazione ci saranno un antico castello visitato durante un viaggio in Germania, la storia di un alchimista e di un fluido miracoloso…

Assistiamo commossi ed impotenti ai duri colpi che la vita riserverà a questi giovani innamorati, perché la vita, a volte, sembra accanirsi senza nessuna pietà. A soli 25 anni, Mary Shelley porta già sulle spalle un fardello di dolori troppo pesante per qualsiasi essere umano. Durante la lettura, mi sono chiesta più volte come sia riuscita a sopravvivere a tutto ciò. Ho avvertito ogni suo dolore come un pugno nello stomaco.

È stata una lettura veramente molto intensa… Martina Tozzi è riuscita a farmi entrare nella vita di Mary Shelley, che già apprezzavo molto come scrittrice, e che ora ammiro molto anche come donna. Tutti i personaggi sono ben delineati e, parlando di loro, non posso non menzionare Fanny, così dolce, remissiva e fragile, forse troppo per questo mondo… La sua storia mi ha veramente commossa. 

Faccio i miei complimenti all’autrice e concludo con un’ultima citazione, che racchiude l’immenso amore di Mary per il suo Shelley.

“Ho difeso il ricordo del mio Shelley e ho parlato di lui com’era – un angelo tra i suoi compagni mortali – sollevato al di sopra di questo mondo – uno spirito celestiale donato e portato via, perché nessuno di noi era degno di lui.”

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