Il nuovo regno di Wilbur Smith

INTRIGHI DI PALAZZO, LOTTE DI POTERE,
GUERRE SANGUINOSE E AVVENTURE ALL’ULTIMO RESPIRO:
WILBUR SMITH CI REGALA UN NUOVO, EMOZIONANTE CAPITOLO DELLA SAGA
DEDICATA ALL’ANTICO EGITTO.

Nessuno sa dare vita all’avventura come Wilbur Smith, e come di consueto questo ultimo romanzo è come una discesa tra le rapide di un torrente, costellato di profondità inesplorate e atti eroici.” The Daily Mirror

L’ambientazione è magnifica e la potenza epica toglie il fiato. Wilbur Smith è la pietra di paragone con cui sono chiamati a confrontarsi tutti quelli che vogliono scrivere romanzi d’avventura.” The Times

Il gioco di Wilbur Smith si chiama ‘azione’, e lui ne è l’indiscusso maestro.” The Washington Post

La vita di Hui, figlio del governatore di Lahun, è quella di un privilegiato e il suo futuro, seguire le orme del padre alla guida della bellissima città dalle bianche mura, sembra ormai scritto. Ma dietro quella facciata idilliaca sono all’opera oscure forze malvagie Accecati dalla gelosia, Isetnofret, matrigna di Hui e spregiudicata strega devota al culto del dio Seth, e Qen, il suo fratellastro, tramano nell’ombra per scalzare dalla sua posizione il governatore, sbarazzarsi una volta per tutte del ragazzo e impadronirsi del potere. Costretto ad abbandonare la città e tutto ciò che ama, il giovane Hui si unisce a una banda di predoni hyksos, i temibili nemici del suo popolo, deciso a vendicarsi e salvare la sorellastra Ipwet. Da loro apprende l’arte della guerra, impara a combattere e diventa un abilissimo auriga

Finché non si trova al centro di una battaglia ancor più grande, quella per il cuore stesso dell’Egitto. Così, mentre i segreti del passato emergono dalle tenebre e anche gli dei scendono in campo, Hui si ritrova a combattere al fianco del prode generale egizio Tanus e del potente mago Taita. E a quel punto dovrà scegliere il proprio destino: diventare un eroe del vecchio mondo, o andare incontro al futuro di un regno nuovo.

Recensione a cura di Sara Valentino

Oggi, dopo questa lettura, di un romanzo acquistato appena uscito, sono qui per un saluto. Wilbur Smith ci ha lasciati alcuni giorni fa. E’ doveroso da parte mia ricordarlo per ciò che ha rappresentato nella mia vita di lettrice. Il primo incontro con lui è stato “Il dio del fiume”, un romanzo straordinario che ha il merito di avermi iniziata ai romanzi storici e d’avventura. Il mio amore per l’Antico Egitto era già sbocciato ma quello è stato il primo romanzo d’ambientazione che ho avuto il piacere di leggere. Naturalmente nel corso degli anni ho letto molti altri suoi lavori, alcuni storici e altri meno. Il mio preferito sarà sempre “Il settimo papiro”, un romanzo d’avventura adrenalinico, azione e storia, guarnito da un apprezzato pizzico di eros.

“Il nuovo regno” è l’ultimo, ironia della sorte, romanzo pubblicato dall’autore, anche se a quanto dice egli stesso nella prefazione lo ha scritto con Mark Chadbourn. La prefazione sembra quasi un addio, mi ha messo i brividi.

Il romanzo di cui parliamo è ovviamente d’invenzione ma collocato in un particolare momento storico, più di tremila anni or sono. L’invasione degli Hyksos ha rappresentato un momento storico decisivo per la civiltà egizia, un periodo si enorme caos laddove le vicende dei nostri protagonisti hanno trovato spazio per essere raccontate.

L’Egitto è affascinante, rappresenta il crocevia dei continenti, le fondamenta della storia dice Smith e ne sono persuasa. Pur non essendoci mai stata, in questa vita, sento le carezze del vento del deserto, vedo il Nilo che ne rappresentava l’anima, il Grande Fiume con le sue piene straordinarie forniva poi la vita.

Il ciclo vita e morte fu molto importante per gli antichi egizi, la sacralità del trapasso ha lasciato segni giunti fino a noi.

In questo romanzo ritroviamo Hui, una vecchia conoscenza, il predone entrato a far parte dell’esercito del Faraone. Smith decide che è tempo di raccontare la sua storia, com’è nato e da chi, le avversità che l’hanno condotto a diventare predone, membro delle terribili Averle.

Attraversiamo luoghi magnifici, lo stile almeno nella parte iniziale, è simile alle prime opere del ciclo egizio, la parte centrale perde un po’ pathos e i protagonisti diventano meno nitidi. La storia però è bella, una storia di coraggio, di giochi di potere, di vendette e di magia nera. Hui si troverà solo, in mezzo al nulla, combatterà per la giustizia, un personaggio quindi a me molto caro.

“Spirali di scintille dorate salivano verso le sfavillanti costellazioni nel cielo. Anche se il vento notturno riattizzò il fuoco da campo strappandogli un ultimo ruggito, le fiamme cominciavano a spegnersi e le braci brillavano scarlatte fra la cenere grigia”

Le descrizioni, lo vedete, sono molto intense, sicuramente in alcuni angoli e anfratti tra le canne, nell’acqua paludosa, vedere occhi gialli e creste preistoriche vi farà rizzare i peli delle braccia. Non che le scene siano crude ma sono sufficientemente crudeli quanto la realtà può esserlo.

Hui sarà costretto a lasciarsi alle spalle l’innocenza, si vedrà forzato dagli eventi a mentire, a ingannare, alla fine sarà obbligato a ringraziare, in cuor suo, la persona che avrebbe meritato solamente le sue maledizioni. Grazie al dolore inflittogli lui sarà in grado di affrontare il mondo così brutale. La compassione che lo contraddistingue però, non verrà mai meno.

“Riuscirai a sopravvivere ma solo se impari la lezione. Non fidarti di nessuno. Sii inflessibile, determinato, pronto a batterti alla minima provocazione.

Naturalmente incontreremo il mago Taita che tanto abbiamo imparato ad amare, qui in veste di saggio e indovino farà un dono grandioso a Hui inieme a Tanus, il generale dell’esercito del Faraone.

A volte quando scruti la notte vedi solo il buio sconfinato, eppure la luce c’è sempre, se guardi abbastanza attentamente”

  • Editore ‏ : ‎ HarperCollins Italia (28 ottobre 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 464 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8869059626
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8869059629

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