Il principe Serebrjanyj di Aleksej K. Tolstoj , Sabina Ferri (Traduttore)

Recensione a cura di Sara Valentino

Perdoniamo dunque all’ombra del colpevole zar; ma ricordiamo quelli che, pur dipendendo da lui, hanno saputo seguire la via del bene: perchè è difficile non cadere quando tutti i valori sono invertiti, e la viltà vien chiamata virtù, e il tradimento elevato a legge, e l’onore e la dignità sono ritenuti come una trasgressione al dovere.”

Carissimo Tolstoj sei stato meraviglioso, hai saputo raccontare una storia del 1565, lo hai fatto dopo trecento anni e noi, oggi, leggendoti, leggiamo anche il nostro malato mondo. L’attualità di quanto hai scritto spaventa, vorrei incontrare il principe Serebrjanyj del 2021.

Inizio così a raccontarvi la mia lettura de Il principe Serebrjanyj il nuovo nato per la collana VociRiscoperte della casa editrice Scrittura & Scritture. Un encomio particolare per il grandioso lavoro, immagino arduo e difficile, di traduzione dal russo. Ne è risultata una narrazione estremamente fluida e lineare.

Il principe Serebrjanyj di Tolstoj ha diversi piani di lettura, credo che ogni lettore che vi si avvicini possa trovare il suo o i suoi. Si tratta in primo luogo di un grande romanzo storico, siamo nel 1565 e viene ricostruita la vita russa di quegli anni in ogni ambito, nei costumi, nelle tradizioni, nel folklore, nei paesaggi e nella vita. Viene sviscerato un periodo importante della storia russa, quasi tutti i personaggi menzionati nel romanzo sono realmente esistiti a iniziare dallo zar, Ivan IV, detto il Terribile. Proprio in questi anni, a seguito dei disordini, dei tradimenti e della fuga conseguente della corte imperiale da Mosca, viene istituita l’Opričnina, ordine che rispondeva direttamente allo zar e che seminò morte e terrore nei territori russi.

L’occasione mi è stata ghiotta per conoscere meglio Ivan il Terribile, perso nelle sue paturnie, nelle ombre della sua mente malsana, un uomo complicato e dall’umore assai altalenante. Pregava insieme alla sua corte per quattro ore di fila all’alba per poi divampare in un’ira sovrumana e condannare a pena capitale e a torture tremende moltissimi nobili e anche contadini. E poi ancora pentirsi delle condanne e rammaricarsene.

“Mi chiamano sanguinario, e non lo sanno che versando sangue io grondo lacrime. Il sangue lo vedono tutti: è rosso e dà negli occhi a tutti. E il mio pianto, invece, non lo vede nessuno: le lacrime incolori mi cadono sull’anima, e come la pece bollente me la bruciano e rodono fino all’ultimo mio giorno, incessantemente”

Il principe Nikita Romanovic Serebrjanyj lo incontriamo proprio mentre egli sta tornando dopo cinque anni di guerra in Lituania come inviato dello zar. Non ho potuto che sentire e percepire la sua energia positiva sin dalle prime pagine, una delle eroine per cui farei carte false.

“Disdegnando le tortuosità della diplomazia, amava le cose ben chiare e, a loro dispetto, non permetteva alcun sotterfugio ai segretari che lo accompagnavano”

Un uomo che fa della franchezza, dell’onestà, della sincerità, della devozione ragioni di vita. Incarna l’esempio e il paladino coraggioso, agisce con il cuore, parla alle coscienze, vive per la giustizia ma si rimette sempre alla decisione dello zar. Un uomo d’onore a cui la vita ha saputo regalare esattamente lo stesso specchio di umanità subdola e meschina che conosciamo anche noi ai giorni nostri. Lui però ci è di grande esempio, non demorde e non perde mai il cuore neppure quando gli viene spezzato.

Immersi nelle descrizioni paesaggistiche conosciamo la bella Elena, tifiamo perchè il suo sogno d’amore contrastato, ma ricambiato da Serebrjanyj, possa trionfare.

La giornata era chiara e piena di sole, una di quelle giornate in cui tutta la natura sembra in festa: i fiori hanno colori più vivaci, il cielo appare più profondo, l’aria vibra in lontananza come onda trasparente e l’uomo si sente sollevato come se l’anima gli si fosse compenetrata nella natura, tremolando in ogni foglia e ondeggiando con ogni filo d’erba”

Scrutiamo anche noi l’acqua sotto le pale del mulino, in cerca di un presagio, di una premonizione e lo facciamo in compagnia di un personaggio che pare uscire da un bosco incantato, ecco come anche il piano di lettura legato alle credenze e al folklore russo trova un angolo in cui accogliere e fare sognare il lettore. E quelle previsioni saranno assai veritiere …

Intorno, tutto era silenzio. Solo la ruota rischiarata dalla luna continuava a girare con rumore. Nella palude lontano, gridava un uccello selvaggio, e la civetta, di tanto in tanto, squittiva nel folto della foresta.”

Durante la lettura si alternano i momenti di rabbia, quelli di timore, ma anche di adrenalina come pure attimi di grande commozione. Con la certezza che l’anatema urlato dalla vecchia nutrice “… tutti i tuoi complici.. avranno la loro punizione in questa vita stessa…” sia valido per tutti i malvagi; con la stessa convinzione che tutti i Serebrjanyj, il loro senso del dovere, l’onestà anche quando piegati dal dolore, saranno un giorno premiati, prediamo congedo da questa lettura di cui conservo anche il sapore della favola, sapendo che non tutto è perduto.

“Tutti i beni del mondo sono polvere e nulla”

È il 1565 quando il giovane principe Nikita Romanovič Serebrjanyj, nobile bojaro russo, rientra a Mosca, dopo aver combattuto per cinque anni nella lontana Lituania. Durante la sua assenza molte cose sono cambiate: la corte imperiale si è trasferita da Mosca all’Aleksandrovskaja Sloboda, la sua amata Elena è vittima di intrighi e soprusi e il suo zar, Ivan il Terribile, cui ha giurato fedeltà incondizionata, ha scatenato, non solo sul popolo ma anche sulla comunità nobile dei bojari, il terrore e la tirannia, istituendo la milizia speciale degli opričniki. Lo scontro tra il carattere sincero e leale del giovane principe e lo zar con tutta la corte, corrotta e dedita a ogni forma di violenza, dà vita a una narrazione dall’ingranaggio perfetto, ricca di avventura e colpi di scena, e di personaggi malvagi come il capo dei boia, Maljuta Skuratov. Su tutto, un grande affresco della Russia del Cinquecento in cui si muovono briganti, stregoni, traditori, boia e nobili bojarine facendo riscoprire un romanzo storico che ha ispirato film e opere teatrali.

  • Editore : Scrittura & Scritture (11 marzo 2021)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina flessibile : 464 pagine

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