Il quadro perduto di Van Gogh

Per anni si è vociferato che, prima della sua morte, Vincent van Gogh avesse completato un ultimo autoritratto. Curatori e storici dell’arte hanno coltivato la speranza che questa voce fosse vera, ma nel tempo anche loro sono stati costretti ad ammettere che forse si trattava solo di una leggenda. Luke Perrone, pronipote dell’uomo che rubò la Gioconda, e Alexis Verde, figlia di un noto ladro d’arte, rintracciano però il famigerato autoritratto, che diventa l’oggetto del desiderio di molti. Così, quando pochi giorni dopo il dipinto scompare, i due si uniscono all’agente dell’Interpol John Washington Smith in una pericolosa ricerca che non solo farà luce sugli ultimi giorni del tormentato artista olandese, ma li trascinerà nel lato più oscuro della Storia. Sotto quella tela si nasconde qualcosa di malvagio, qualcosa pur cui molti sarebbero disposti a uccidere.  Una storia d’arte e vite rubate, di bellezza e tenebre.

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (18 giugno 2024)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 320 pagine

Recensione a cura di Flavia Zaggia:

Parto col dire che questo libro è un sequel; i protagonisti della storia sono infatti già stati al centro di alcune avventure nel precedente libro di Santlofer (L’ultimo mistero di Monna Lisa pubblicato nel 2021).

Luke Perrone, pronipote dell’uomo che ha rubato la Gioconda, e la sua ricca e affascinante ragazza Alexis Verde, figlia di un famoso ladro d’arte,  vivono a New York e, per caso, entrano in possesso di quello che potrebbe essere un autoritratto originale di Vincent van Gogh, nascosto sotto un banale dipinto che Alexis ha acquistato durante una svendita presso un antiquario della città. 

Dopo un primo stupore iniziale, la coppia decide di far valutare il pezzo, perché il dipinto nascosto è, se la loro esperienza in materia non li inganna, un autoritratto misteriosamente scomparso dopo il funerale del pittore. 

Alexis, però, prima dell’incontro con l’esperto che dovrà confermare l’autenticità del dipinto, viene aggredita e derubata. 

Nel tentativo di riavere il dipinto, decidono con riluttanza di consultarsi con John Washington Smith, ex agente dell’INTERPOL con un carattere difficile da gestire, diventato detective privato con il quale Perrone ha già avuto dei difficili rapporti di lavoro. 

Smith accetta il caso, e non solo per la sfida che gli viene posta, ma soprattutto perché spera di poter vedere riconosciuto il suo valore e rientrare nell’INTERPOL per nuove avventure. Mano a  mano che le tracce del quadro scomparso si fanno sempre più concrete, Smith si ritroverà, però, a dover raccontare bugie sempre più grandi ad Alex e Perrone per non svelare il suo vero ruolo nella ricerca e il trio dovrà sfuggire a minacce e trappole di pericolosi trafficanti d’arte.

Ambientato tra Parigi, Amsterdam e New York questo “libro d’azione” ci accompagna nel mondo dell’arte e della pericolosa cultura criminale che la circonda fatta di furti, contraffazioni e omicidi. 

Si tratta di un romanzo raccontato a più voci in cui Santlofer alterna la narrazione in prima persona di Luke a capitoli, sempre piuttosto brevi, in cui conosciamo il punto di vista di altri personaggi (tra cui Alexis e Smith).

La storia si svolge principalmente al tempo presente, ma l’autore ha inserito anche molti flashback – e sono le parti della storia che personalmente ho preferito – che ci riportano alle vicende accadute in Francia durante l’occupazione nazista della Seconda Guerra Mondiale, quando i combattenti della Resistenza francese nascondevano, nel tentativo di sottrarle ai tedeschi, le preziose opere d’arte spesso appartenenti a ricchi collezionisti ebrei, cercando di trasportarle fuori dalla Parigi occupata. 

Ovviamente, il libro racconta anche piccoli scorci della vita di Van Gogh, parla della sua arte, della sua tristezza, della sua morte improvvisa avvenuta a soli 37 anni e di come, nella casa dove l’artista aveva abitato nei suoi ultimi giorni di vita, tutto sia rimasto immutato, quasi dovesse rientrare da un momento all’altro dopo una passeggiata in quella natura che tanto amava.

“La tavola è sempre apparecchiata – ha detto la guida – Ma a nessuno è permesso mangiare lì.”
Un thriller dinamico, pieno di tradimenti e capovolgimenti di fronte che sembra scritto per il cinema, in cui troviamo molti personaggi. C’è una netta distinzione tra buoni e cattivi, ma per segnare i nomi di ognuno nell’una o nell’altra parte della lavagna (come si faceva a scuola…… almeno ai miei tempi) bisogna aspettare qualche capitolo perché, e questo è un notevole merito che va dato all’autore, Santlofer è molto bravo a mischiare le carte del mazzo a sua disposizione e non sempre quello che appare all’inizio della presentazione corrisponde alla realtà.

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