Il quinto sigillo di Davide Cossu

Firenze, la culla del Rinascimento, è bagnata di sangue Firenze, 1439. Durante il delicatissimo concilio ecumenico, un inquietante evento rischia di creare ulteriori e pericolose tensioni tra la Chiesa latina e quella greca: un delegato greco, appena ventenne, precipita dalla cupola di Santa Maria del Fiore. Cosimo de’ Medici incarica subito Leon Battista Alberti, noto per il suo ingegno acuto, di indagare segretamente su quell’evento tanto violento. I segni sul collo della vittima costringono presto Leon Battista a informare Cosimo che l’ipotesi di suicidio inizialmente elaborata è da scartare. Non solo, infatti, il giovane è stato strangolato, ma il cadavere aveva in bocca un fiorino d’oro e un foglietto con su scritto “Timeo”. Alberti e Parentucelli, raffinato e dotto teologo che lo affianca nell’indagine, non impiegano molto tempo a scandagliare la vita della vittima, il giovane Teodoro, i suoi affari, le sue frequentazioni. Ma chi possa avere avuto interesse a ucciderlo resta un mistero. E soprattutto, perché? C’è forse qualcuno che trama perché l’unione tra le due Chiese fallisca? Quando un altro crimine bagna di sangue le strade di Firenze, i due si rendono conto che dietro a quelle morti c’è uno schema concepito con diabolica precisione da una mente lucida e spietata. Se non troveranno al più presto l’assassino, non solo le morti finiranno per moltiplicarsi, ma il destino della cristianità sarà in grave pericolo.

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (10 gennaio 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 288 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

I thriller storici ambientati nella città di Firenze durante il rinascimento hanno un fascino in più per me, questo perché lo sviluppo letterario, artistico e scientifico di quel periodo fu qualcosa di straordinario e irrepetibile e pensare alla bellezza di cui era circondata e ai personaggi importanti che hanno contribuito a renderla la culla del rinascimento, da sempre mi suscita una forte emozione.
Per questo motivo, credo che non sia semplice creare una storia di fantasia con protagonisti realmente esistiti in un’epoca così fervente di idee e capolavori, col rischio di banalizzare questi personaggi e rendere la storia poco credibile.
L’autore Davide Cossu però, è riuscito a sorprendermi,  “Il quinto sigillo” infatti è il suo primo romanzo, eppure non sembra scritto da uno scrittore emergente; la trama è intricata e ben congeniata, tocca argomenti storici e filosofici, ma senza perdere il ritmo cupo e misterioso, degno di un thriller.
In questa storia il mondo degli artisti e dei letterati si fonde completamente con quello religioso e al tempo stesso verte su un dettaglio all’apparenza irrilevante, ma che sarà la chiave per arrivare all’assassino e al suo movente: il Timeo di Platone.

“Ho l’impressione, caro Tommaso,  che Bessarione voleva farci capire quanto i miti di Platone non siano semplici favole…
o meglio, per i greci siano tutto tranne che favole.” …”vedono la sapienza come un filo comune ininterrotto che dalla filosofia degli antichi si è riversata nella Rivelazione fino a giungere a loro. Chi se ne crede depositario tende a immaginare che la verità sia una sola.”

Capire perché l’assassino inserisca all’interno della bocca delle vittime, una moneta e un biglietto con scritto un’unica parola, Timeo appunto, è la parte più difficile; solo una persona acculturata può conoscere questo testo, ma interpretare tale gesto e capirne il significato, sembra davvero impossibile.
Ci vuole una persona altrettanto intelligente e studiosa per risolvere questo mistero ed ecco perché a indagare su questo enigma, c’è l’artista Leon Battista Alberti in una veste inedita, il famoso architetto infatti, vestirà i panni dell’indagatore su commissione di un altro personaggio storico importante: Cosimo De Medici, il nonno di Lorenzo il Magnifico.
Il momento storico è determinante per comprendere la storia:siamo nel 1439 durante il concilio di Firenze, che proclama l’unione della chiesa romana con quella d’oriente, e si svolge all’interno di Santa Maria del Fiore. È proprio qui che l’autore inizia a tessere la trama, col ritrovamento della prima vittima, un membro della delegazione greca, proprio accanto all’altare della cattedrale.
La paura che la morte di questa persona possa compromettere il concilio, fa sì che il Papa stesso chieda che si indaghi sul caso di nascosto, e così per garantire la segretezza, accanto a Leon Battista Alberti ci sarà anche Tommaso Parentucelli, noto teologo che anni dopo diventerà Papa Niccolò V.

“Osserva molto, ascolta tutti, ritieni il giusto e non fidarti di nessuno. Molti, per malizia o cecità,  vorrebbero la rovina di questo concilio e non capiscono che l’unione delle due Chiese è imprescindibile per il mondo.”

Un romanzo accattivante, dove la parte storica si fonde completamente con quella di fantasia, il tutto condito da un linguaggio consono all’epoca in cui si svolge, e con un’accuratezza per i particolari e le descrizioni che lascia emergere lo studio e la bravura di questo autore.
C’è poi il mistero, gli indizi da seguire e quell’antica filosofia che avvolge l’intera trama come una ragnatela, ma soprattutto ci sono tutti i principali protagonisti di questo periodo storico, che, nonostante siano stati inseriti in un thriller, sono credibili nel loro ruolo e altrattanto perfetto è l’aspetto psicologico di ognuno di loro.

“Il vento cambia,  Alberti, i padroni passano ma l’Arte resta. È sempre stato così a Firenze  e così sempre sarà. Per questo consiglio di scegliere con cura il padrone da servire. In fede mia, Cosimo, si circonda di uomini senza onore… dalla morale dubbia come i loro natali.”

Dopo aver letto questo romanzo sono convinta che il thriller storico abbia guadagnato un altro autore importante e che sentiremo parlare ancora di Davide Cossu, nel frattempo spero ci regali presto un’altra storia accattivante come questa.

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